3.4 Nel paesaggio

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Una foto aerea del centro storico di Verucchio, Rimini (Archivio fotografico IBC)

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Veleia, Piacenza: l’ingresso monumentale al Foro (fotografia tratta dal volume Storia di Piacenza. I. Dalle origini all’anno Mille, Milano, Cassa di risparmio di Piacenza e Vigevano, 1990).
Approfondimento

Nel paesaggio dell’Emilia-Romagna le strutture architettoniche e i segni, soprattutto quelli dell’età antica, non sono spesso evidenti perché la continuità degli insediamenti umani ha distrutto o reimpiegato gli edifici e le strutture dei periodi precedenti e ne ha modificato anche le caratteristiche ambientali.

Così, mentre i musei archeologici conservano tanti e straordinari oggetti e documenti, recuperati nel corso degli scavi, non capita frequentemente di ritrovarsi in un parco archeologico, un’entità complessa costituita da molti elementi tra loro interrelati: resti antichi, segni del paesaggio, aspetti naturalistici.

Due esempi di parco archeologico nel territorio regionale, non gli unici, sono il parco archeologico di Classe, in provincia di Ravenna, che in età romana fu la sede della flotta imperiale romana sull’Adriatico e il parco di Veleia, nell’area appenninica della provincia di Piacenza: qui il centro di età romana si è conservato quasi intatto ed è possibile passeggiare per il foro dell’antico abitato.

Tante sono, invece, le rocche e i castelli di età medioevale e rinascimentale che ancora oggi accompagnano l’occhio del viaggiatore e che fanno parte del paesaggio collinare e delle propaggini appenniniche. Ben note sono le rocche malatestiane disseminate da Verucchio fino al Montefeltro, sul versante della Romagna; come pure in Emilia di particolare suggestione sono le fortificazioni che proteggevano i possedimenti della contessa Matilde di Canossa

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