La ricerca storica

foto ricreca storicaI giovani studenti dell’Istituto Superiore Silvio D’Arzo, due classi quinte dell’Indirizzo Tecnico Industriale, in questo primo anno di realizzazione della ricerca storico-memoriale hanno studiato ed approfondito il periodo storico che precede la nascita della Capolo, cioè la realtà socio-economica dalla fine dell’Ottocento fino all’ascesa del fascismo, cioè agli Anni Venti del Novecento, il processo di costituzione della Capolo, definendola “la fase pionieristica”. Hanno pertanto ricostruito e studiato il quadro politico e socio-economico del territorio alla fine dell’Ottocento, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche del paese e delle zone limitrofe, contraddistinte allora da una forte movimento migratorio verso la Francia e il Nord dell’Europa, da una produzione prevalentemente agricola, con predominanza della mezzadria e persistenza di massicce forme di impiego di forza-lavoro bracciantile, infantile e femminile. Hanno poi affrontato il discorso dell’associazionismo operaio (Società di Muto Soccorso) di fine Ottocento e poi del cooperativismo che, in questa zona fu prevalentemente cattolico, quali risposte importanti al problema del lavoro (forme di tutela dei lavoratori, in assenza di legislazione sociale e previdenziale) e dello sviluppo fra Ottocento e Novecento, per addentrarsi poi, nello specifico, nel processo di nascita della fabbrica nell’ambito di una Casa del Popolo, cioè una Cooperativa Cattolica che scommette sul futuro, decidendo di investire risorse economiche e umane nella produzione della latta e trasformando questa attività nella produzione di barattoli per conserve e pomodori, intercettando così e sfruttando la produzione agricola del territorio limitrofo, in provincia di Parma.

Questa prima fase della ricerca-azione si sofferma, soprattutto, sulla nascita e sull’evoluzione dell’attività produttiva della Capolo, di cui la dirigenza e le maestranze sanno affrontare, con coraggio ed impegno, l’impatto forte e devastante della Prima Guerra Mondiale (molti operai, compresi i più esperti dovettero partire per il fronte), dimostrando che l’intelligenza, l’estro e l’intuito, che avevano contribuito a farla nascere, potevano essere ancora le leve per un ulteriore sviluppo.

foto ricerca storicaInfatti in seguito la Capolo adotta il modello  di produzione fordista “un sistema integrato di macchine che funziona a sua volta sotto il controllo di macchine… dove l’uomo diventa un’appendice di questo meccanismo per il semplice fatto che deve erogare tipologie, standard di operazioni manuali che definiscono nuove professionalità……. l’operaio di massa moderno, cioè non un produttore di cose, ma essenzialmente un erogatore di forza-lavoro (A. De Bernardi, Lezione Magistrale-Lavoro, industria e organizzazione sociale fra Fordismo e post-Fordismo- Convegno di Studi, Sassuolo-MO- aprile 2004).

Anche se la Capolo negli Anni Venti dovrà misurarsi con l’avvento del fascismo e poi con l’instaurarsi del regime vero e proprio, con il quale non avrà rapporti idilliaci, né vorrà averne.

Le riflessioni storiche e didattiche sulle dinamiche memoriali nel contesto montecchiese hanno portato a concepire e proporre diverse modalità di raccolta di biografie e di studio dei luoghi, proprio per la lunga durata del processo di industrializzazione studiato, per la molteplicità dei protagonisti coinvolti - e da coinvolgere ancora - e per la forte valenza simbolica che il luogo di questa fabbrica assume per chi appartiene al territorio. Dunque, alle metodologie ricorrenti e consolidate, sono state scelte, in questa ricerca-azione, anche metodologie fortemente interattive e laboratoriali quali: l’esplorazione di diversi luoghi significativi del territorio, il censimento di lavoratori della Capolo attraverso legami e memorie familiari, le interviste reali a testimoni, con registrazione e documentazione del racconto biografico, le interviste impossibili a protagonisti del passato, ricostruite dagli studenti e da loro reinterpretate con abiti, oggetti ed ambientazioni proprie del periodo storico esaminato e della comunità di cui erano espressione.

FILM “ Montecchio Emilia: un sentiero verso la modernità”

Sceneggiatura scritta a cura del prof. Azzali Fabrizio e degli studenti del D’Arzo che hanno scritto i testi, reperito testimonianze e documenti; scelto i luoghi in cui ambientare le riprese e realizzare le Interviste Impossibili.

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