“A lezione di razzismo”, mostra documentaria al Museo ebraico

27.02.2015

“A lezione di razzismo”, mostra documentaria al Museo ebraico

Una mostra che illustra in modo documentato e allo stesso tempo vivace, grazie alla presenza di documenti originali, il distorto rapporto propagandistico che il fascismo costruì col mondo della scuola a partire dal 1929, inculcando i valori del regime “ad altezza di bambino”, dalla passione per l’uniforme di Balilla, alla proposizione esaltata di immagini di bambini-soldato imperialisti. Un progressivo e lento avvelenamento, consolidato poi con l’entrata in vigore delle leggi razziali.

Si chiama "A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita in Italia", e a organizzarla è il Museo Ebraico di Bologna in collaborazione con la Fondazione Ambron e Castiglioni di Firenze e l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione Ricerca Educativa – INDIRE. Inaugurata il 25 gennaio, è stata ora prorogata fino al 19 marzo.

La mostra presenta un aspetto fino a ora poco sondato: la riforma attuata nel Ventennio fascista mirava a fare della scuola il luogo nel quale sarebbe stata costruita l’identità nazionale e con essa l’idea del “vero uomo fascista”. Il meccanismo attraverso il quale è maturata la persecuzione antisemita è stato più volte affrontato, ma la funzione avuta dalle immagini di tale processo è stata scoperta solo in tempi recenti.

Tra i documenti della mostra figurano, oltre ai Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista, pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 5 settembre 1938, i registri di classe della scuola elementare “Regina Elena“, che testimoniano l’esclusione dei bambini ebrei dall’istituto fiorentino: conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze, i registri sono riproposti insieme a quaderni e album dei piccoli studenti negli anni del fascismo, tra cui anche quelli di alcuni alunni ebrei alla vigilia delle leggi razziali che fanno parte del fondo Materiali scolastici dell’Archivio Storico dell’Indire.

 

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