Memoria: come coinvolgere i ragazzi attraverso le mostre didattiche

Da oltre un decennio l’Assemblea legislativa mette le proprie mostre didattiche, realizzate in collaborazione con prestigiosi istituti memoriali internazionali, a disposizione di chi, su tutto il territorio, intenda costruire percorsi rivolti alle giovani generazioni.

A questa pagina web dedicata sono illustrate tutte, a partire da “Anne Frank, una storia attuale” acquisita dall’Assemblea nel 2008, fino a “Auschwitz-Birkenau 1940/1945: Campo di concentramento e centro di messa a morte”, mostra curata dal Mémorial de la Shoah arrivata in Italia nel 2020.

Ne parliamo con Roberta Gibertoni, presidente di Pro Forma Memoria, che da oltre 15 anni collabora con l’Assemblea legislativa per la promozione e divulgazione delle mostre didattiche itineranti sui temi della memoria.

Nel 2000 veniva varata la legge istitutiva del «Giorno della Memoria» (la L. 211 del 2000) in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Com’è cambiato da allora l’approccio alla didattica della Memoria?

“Ad oltre vent’anni dalla sua istituzione, la Giornata della Memoria viene analizzata da storici e intellettuali che ne mettono in luce limiti e potenzialità ancora inespresse, intrecciandoli con opportune osservazioni sul senso del Ricordare e sulla sua ricaduta sulla società italiana. Senza voler entrare nel merito di tale ricco e variegato dibattito (e rimandando ad articoli e opere dedicate a questo tema uscite negli ultimi anni) è tuttavia opportuno valutare attraverso quali strumenti didattici si è voluto commemorare negli anni questa Giornata. 
Un elemento di continuità è stato, senza dubbio, l’allestimento di mostre itineranti; si tratta di strumenti didattici non sempre all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, ma di certo mezzi ‘fisici’ che nella loro materialità, nella ricchezza dei contenuti proposti e nelle riflessioni che hanno saputo suscitare, risultano di lunga durata e resistono al dominio del linguaggio ‘social’ che ci ha abituato a effetti speciali, immagini in rapido movimento, scarsa propensione alla lettura di testi articolati. Per questo, anche in un’era sempre più digitale, si riscontra un immutato interesse da parte di Comuni, Scuole, Associazioni per questo mezzo”.

In cosa è consistita in questi anni la tua collaborazione con l’Assemblea legislativa?

“Le mostre itineranti che possono essere correlate alla Giornata della Memoria che distribuisco per conto dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna sono molte e affrontano temi da angolazioni differenti, consentendo spunti sempre nuovi: dalla mostra “Anne Frank, una storia attuale” realizzata dalla Fondazione Anne Frank House di Amsterdam, alle mostre del Mémorial de la Shoah di Parigi, “I genocidi del XX secolo”, “La Shoah in Europa” , “Auschwitz-Birkenau 1940/1945: Campo di concentramento e centro di messa a morte”, fino ad una produzione della stessa Assemblea che, con la mostra “Tempi di scelta. Storie di 4 luoghi” presenta i principali Memoriali dell’Emilia-Romagna, seguendo il filo rosso del tema della responsabilità individuale. 
Le mostre sono frutto di convenzioni strette con le agenzie educative che le hanno prodotte. Con esse resta sempre attivo un contatto che aggiorna, promuove e vivacizza il dibattito sui temi della Memoria a livello europeo. Nascono in questo scenario progetti di grande impatto e coinvolgimento, soprattutto rivolti alla scuola che dalle mostre prendono avvio o che trovano in esse il momento di sintesi”.

Quali sono i punti di forza di queste mostre e dell’approccio didattico che le accompagna?

“I prodotti che approfondiscono i temi delle mostre e i progetti che le accompagnano sono il frutto delle più avanzate ricerche a livello didattico e tendono a rendere protagonisti gli studenti coinvolti nella realizzazione di video, audioguide, podcast. Anche il montaggio materiale delle mostre viene spesso affidato ai ragazzi nell’ambito dei progetti di peer education dove sono chiamati a fare da guida ai propri compagni, ma anche a sentirsi responsabili della buona presentazione dei pannelli e all’elaborazione di veri progetti di allestimento. A titolo di esempio, ogni volta che è stato possibile, la mostra Anne Frank, una storia attuale è stata accompagnata da laboratori ad hoc in classe. La disponibilità della scuola a ospitare tali attività mettendo a disposizione spazi adeguati non solo per l’allestimento della mostra, ma anche per la conduzione di laboratori, è fondamentale.
Questo permette di contestualizzare la vicenda di Anna Frank dal punto di vista storico attraverso immagini e filmati e di avviare una discussione coi giovani partecipanti per comprendere insieme l’epoca e il clima generale in cui si sviluppa la storia della famiglia Frank. L’approccio è quello dell’apprendimento cooperativo, in cui la condivisione delle esperienze e l’aiuto reciproco tra gli studenti sono uno stimolo a valorizzare le risorse individuali e a metterle a sistema per identificare soluzioni a problematiche di gruppo. 
Questo è rafforzato dall’esperienza diretta dell’allestimento della mostra: i ragazzi sono responsabilizzati a prendere in carico i pannelli e i materiali di supporto che sono loro affidati e, con il coordinamento dell’esperto di Anne Frank House, assemblano pannelli e strutture e compongono pezzo a pezzo quella che sarà una mostra che resterà per giorni o settimane a disposizione dell’istituto scolastico.Durante i laboratori, sono valorizzati il coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti, una reale interdipendenza positiva tra i membri del gruppo, l’impegno dei ragazzi a garantirsi l’aiuto reciproco ed il senso di responsabilità manifestato nell’ottica di un obiettivo comune.
Il laboratorio, a mostra allestita, continua con lo studio dei pannelli e di immagini evocative che i ragazzi, lavorando in piccoli gruppi, scelgono di evidenziare e approfondire, ipotizzando una presentazione pubblica di ciascun pannello. L’entusiasmo è palpabile anche in questa fase, in cui le curiosità e i dubbi dei ragazzi sono accompagnati in un percorso che, in maniera graduale, li porta a passare dal ruolo di fruitori di contenuti, a quello di esperti, che potranno cimentarsi nella presentazione, prima ai propri compagni e poi anche pubblica, della mostra. È così che nascono le peer guide che sapranno, coi loro racconti, appassionare altri coetanei e il mondo degli adulti”.

Anche in mancanza di laboratori così articolati ci sono attività che possano supportare i docenti nella costruzione di un percorso didattico sulla mostra allestita?

“Secondo le esigenze espresse dal singolo ente ospitante, proponiamo momenti di formazione espressamente pensati per i docenti in cui, oltre all’approfondimento dei temi su cui vertono le mostre, li invitiamo ad un confronto sulle forme di coinvolgimento didattico più idonee all’età degli studenti, in linea con le loro preconoscenze e sempre con una particolare attenzione alle metodologie più innovative. Interessanti sono stati anche momenti di formazione legati al territorio: laddove i temi delle mostre ce lo consentano, presentiamo possibili agganci con la storia locale, con l’obiettivo di promuovere e stimolare ulteriori approfondimenti, comprendendo meglio lo stratificarsi della storia nel luogo in cui si vive. Rispondono a questo criterio i progetti Memory walk che, a partire da alcune delle mostre, hanno portato all’esame delle forme del ricordo presenti in città, dei riti e delle vicende di storia locale che presentano ancora riflessi nel quotidiano, nonché delle tracce percepite ancora  oggi dalla cittadinanza più giovane o dai nostri ‘nuovi’ concittadini provenienti da diverse culture".

E quali sono i riscontri dei docenti, che si accostano a queste metodologie?

“I docenti hanno sempre accolto con molto entusiasmo le nostre proposte che spesso abbiamo costruito insieme, allo scopo di elaborare progetti aderenti alle diverse realtà incontrate. Il tempo dedicato allo studio di questo periodo storico è spesso limitato nei programmi scolastici di storia che necessariamente impongono al docente anche un'attenzione forte ai problemi del presente. In tale cornice, i momenti formativi connessi alle mostre sono stati di grande aiuto perché si sono rivelati fondamentali per la comprensione del presente. Gli insegnanti con cui abbiamo lavorato ci hanno confermato di essere riusciti, attraverso questo ventaglio di opportunità formative, a stimolare i ragazzi a prendere parte attiva ai problemi del loro presente, a partire dalla conoscenza del passato. Nondimeno è stato apprezzato che tra le metodologie proposte abbiamo sempre prestato molta attenzione all’uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché possano essere una vera risorsa e un attendibile strumento di informazione”.

 

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