IC 6 di Imola, le iniziative in occasione della Giornata della Memoria

L'istituto scolastico imolese organizza una recita dal titolo “Storie di donne: da Marta... a Forugh... a Mahsa; come un uccello in gabbia, loro non hanno mai smesso di cantare” prevista il 27 gennaio, alle 10 (per le scuole) e alle 20.30 (aperta alla cittadinanza) presso il Teatro dell’Osservanza (via Venturini, 18) di Imola.

Per l’occasione, l'IC 6, che partecipa all’edizione 2022-2023 di conCittadini con il progetto “Filodiretto Diritti. Memoria. Legalità & Valori”, presenterà il lavoro svolto durante il laboratorio extra curricolare “Facciamo Teatro, Giornata della Memoria”, che mette in scena le figure di tre donne.
Si comincia con "La figlia che avremmo sempre voluto: la storia di Marta / Naomi Morgenstern" (traduzione, Rita Chiappini). Quando aveva otto anni, sua madre, nel tentativo di salvarla, l’ha allontanata da Czortkov, sua città natale, mandandola a Varsavia, con una falsa identità; nonostante le difficili circostanze, Marta riuscirà a sopravvivere.
Si prosegue con “Canto di una donna libera” di Jasmin Darznik. Ispirato alla vita e alla poesia di Forugh Farrokhzad. Per tutta l’infanzia a Teheran, alla piccola a Forugh hanno detto che le bambine persiane dovevano essere umili e silenziose. Si tratta di un resoconto preciso e potente della necessità di opporsi e dire la propria, e delle conseguenze del coraggio. 
La recita si conclude con la storia di Mahsa Amini, giovane donna uccisa dalla polizia iraniana perché non indossava correttamente il velo.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la locandina dell'evento (pdf, 2.9 MB).

È inoltre visitabile fino al 29 gennaio la mostra “I sopravvissuti all’Olocausto: dalla Liberazione alla Riabilitazione” (Salannunziata via F.lli Bandiera, 17 a Imola).

Di seguito vi riportiamo un testo scritto dai curatori Maria Di Ciaula, Mannes Laffi e Marco Orazi.

“Ritorno alla vita”

I sopravvissuti all’Olocausto: dalla Liberazione alla Riabilitazione”.

Nel 1995, il mondo e il popolo ebraico celebrarono il 50° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. La vittoria, nella coscienza storica collettiva, aleggiava come un ricordo che unì gioia e dolore: gioia per la fine della guerra più crudele nella storia dell’umanità e dolore per la perdita di un terzo del popolo ebraico. Le grandi comunità che avevano dato esempio di sforzo creativo, erano state spazzate via dalla faccia della terra. Erano ancora in vita 1.200.000 uomini e donne, distrutti nell’anima e nel corpo, sradicati dalle loro case e dalle loro vite precedenti e che intrapresero il grande sforzo di “Riabilitarsi”.  “From Liberation To Rehabilitation”. È forse questa la motivazione che ci ha spinto a realizzare questa mostra; il percorso dei sopravvissuti ai campi di lavoro e di sterminio, dal giorno della Liberazione fino a quando hanno iniziato a ricostruirsi una vita personale e nazionale. Vogliamo ringraziare il Museo della Diaspora Ebraica, la Casa dei Combattimenti del Ghetto e lo Yad Vaschem che hanno collaborato alla preparazione di questo evento, fornendo il materiale fotografico e i testi che sono poi stati rielaborati in una nuova veste grafico/comunicativa studiata appositamente per lo spazio dell'Annunziata. Una mostra che illustra le esperienze dei sopravvissuti ai campi di lavoro e di sterminio e che è a disposizione delle scuole della nostra comunità. Una mostra che vuole essere un grande messaggio di speranza ai giovani: “Ritorno alla Vita” anche dopo la Guerra. Il 23 gennaio, nella splendida cornice della Sala Dell’Annunziata, di Imola, abbiamo inaugurato la Mostra, alla presenza del Vicesindaco e Assessore alla Scuola, Fabrizio Castellari e l’Assessore Giacomo Gambi, Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili. I ragazzi e le ragazze coinvolti nel laboratorio di recitazione e coro, si sono esibiti in una breve performance di recitazione e musica, che ha anticipato lo spettacolo del 27 Gennaio “Storie di Donne: da Marta, a Forugh, a Mahsa”, che si svolgerà presso il Teatro Dell’Osservanza di Imola. Ieri ci siamo soffermati sui temi che scaturiscono dalla Mostra: la speranza delle giovani generazioni di ebrei, sopravvissute alla Guerra e all’Olocausto; la voglia di riscatto; la speranza di una terra non solo luogo di rifugio, dove trovare parenti e conoscenti… Eretz Israel, era anche l’unico posto al mondo, in cui un ebreo poteva controllare il proprio destino e ricominciare una nuova vita, dopo tante privazioni e dolore. Vivere una vita normale “questo il messaggio forte che scaturisce dalla Mostra “Return To Life”.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la locandina dell'evento (pdf, 3.7 MB)

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