Parità. Emilia-Romagna dietro solo a Val D’Aosta per occupazione femminile. Rossi (Pd): C’è ancora da fare/ foto

L’informativa dell’assessore Costi in commissione sugli incentivi della Regione per favorirla. Consigliera Pd ricorda: Italia 50^ per gender gap e 142^ per accesso femminile al lavoro in classifica World economic forum

19/07/2017 17:20

Occupazione femminile, imprese e politiche di parità nel lavoro sono alcuni dei temi trattati dall’assessora alle attività produttive, Palma Costi, nel suo intervento nella commissione per le Pari opportunità tra uomini e donne. Una informativa sulle azioni “di parità” promosse dalla Regione nei contesti produttivi al termine della quale la commissione ha approvato due risoluzioni, a firma rispettivamente della presidente Roberta Mori (Pd) e di Giulia Gibertoni (M5s) per il riconoscimento alle imprese ‘virtuose’ nelle politiche di parità e per la riduzione del divario retributivo.

La fotografia della Regione– ha detto l’assessora Costi- conferma l’alta partecipazione femminile al mercato del lavoro (sia nel confronto con le altre regioni italiane sia rispetto alla media UE), così come alti tassi di occupazione, anche nell’attuale contesto di crisi. “Il tasso di attività femminile nel primo trimestre 2017 è pari al 68,4%,+1,2 punti percentuali rispetto ad un anno prima, il più alto dell’intero Paese dopo la Valle d’Aosta (68,6%)”. Per gli uomini il tasso di attività si colloca stabilmente al 78,6%.

Nella nostra regione inoltre al 31 marzo 2017 le imprese femminili sono circa il 21% delle imprese totali, con una leggera flessione rispetto alle stessa data del 2016 (-0,1%). Aspetto positivo – ha segnalato Costi – è che le imprese femminili sono sempre meno marginali e tendono ad assumere un aspetto giuridico più strutturato. Attualmente le società di capitale femminili, molte cresciute a partire dal 2013, rappresentano il 16% del totale delle imprese dello stesso tipo. È inoltre ampia la diffusione fra le donne in regione di forme di lavoro autonomo e di autoimpiego. Tra gli 85.000 iscritti ad Albi o Ordini in Emilia-Romagna, il 44% sono donne e contribuiscono per il 5,3% al Pil regionale.

A fronte di questi dati, rimangono tuttavia forti disparità fra i generi nelle opportunità lavorative, di carriera, nei livelli retributivi e elevate difficoltà di conciliazione lavoro famiglia. La Regione, nell’ambito delle sue competenze, – ha sottolineato Costi – non può incidere sul differenziale retributivo in modo diretto, tuttavia ha messo in campo una serie di azioni e misure trasversali per promuove e sostenere l’imprenditoria e l’occupazione femminile. E il Patto per il lavoro esplicita tra i suoi obiettivi la valorizzazione e il rafforzamento del ruolo delle donne nell’economia e nella società, impegnando in tal senso i diversi soggetti che detengono le vere competenze in materia contrattuale.

Tra le varie misure adottate dalla Regione Costi ha ricordato che, in particolare nell’ambito della programmazione dei fondi europei Por-Fesr 2014-2020, la Regione sostiene il processo di diffusione dell’imprenditorialità femminile attraverso l’introduzione di meccanismi di premialità su diversi bandi. In via generale il tasso di partecipazione di imprese femminili a questi bandi si attesta mediamente sul 7%. Attraverso l’intervento ‘Progetti di ricerca e sviluppo dell’impresa, sono state assunte 29 donne ricercatrici su 198 ricercatori totali, il 15%. Inoltre delle 33.000 persone inserite in corsi di formazione finanziati con il Fondo sociale europeo, il 40% sono donne.

La Regione inoltre premia interventi di responsabilità sociale nel territorio attuati da imprese e tra gli obiettivi considerati c’è quello del raggiungimento della parità di genere.

Apprezzamento per l’impegno è arrivato da Nadia Rossi (Pd). “Nel report annuale sul Gender gap stilato dal World Economic Forum in 142 Paesi– ha ricordato– l’Italia si colloca al 50^ posto, ben al di sotto della media dei paesi europei. Per colmare il gap a partire da oggi ci vorrebbero 169 anni se continuassimo con l’attuale trend. Tra i quattro indicatori su cui viene valutata la parità di genere– ha poi ricordato- quello che incide più pesantemente riguarda la partecipazione al mercato del lavoro delle donne rispetto agli uomini. Qui il nostro Paese si colloca al 117^ posto. Questo ci dà la misura di quanto ci sia ancora da fare nonostante nella nostra regione l’occupazione femminile sia al di sopra della media nazionale. Dobbiamo puntare ancora di più sulle politiche che possono garantire a tutti, uomini e donne, la stessa dignità, senza tralasciare nessuna iniziativa”.

(Isabella Scandaletti)

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