La povertà aumenta in Europa: il Parlamento europeo si impone per ottenere più aiuti agli indigenti

27.02.2014

La povertà aumenta in Europa: il Parlamento europeo si impone per ottenere più aiuti agli indigenti

La proposta, arrivata in Parlamento dal Consiglio all'inizio dell'anno 2014, che prevedeva un taglio di un miliardo di euro al budget del Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti (fead), è stata fortunatamente scongiurata, grazie al voto del Parlamento europeo.
Il voto dell’Europarlamento permette così al fondo di conservare un bilancio di 3,5 miliardi di euro, lo stesso importo assegnato al programma nel precedente periodo 2007-2013.

Il nuovo programma Fead- “Il nuovo programma” spiega il Parlamento “coprirà tutti gli Stati membri e sostituirà il programma di distribuzione di derrate alimentari progettato per utilizzare le eccedenze prodotte nell’ambito della politica agricola comune".
Le finalità del fondo sono ampliate con l’inclusione di due programmi di aiuto alla distribuzione di cibo e dell’assistenza materiale di base (ad esempio, abbigliamento e materiale scolastico), e per finanziare misure d’inclusione sociale per i più poveri.

“Siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi chiave in negoziati con la Commissione e gli Stati membri durati un anno, ossia l’aumento del budget da 2,5 a 3,5 miliardi di euro, per rafforzare il ruolo delle organizzazioni anti-povertà nella progettazione, gestione e monitoraggio del programma e per semplificare le procedure amministrative – ha affermato il relatore Emer Costello (S & D, IE) – Il nuovo programma Fead che ora abbiamo concordato è la prima iniziativa europea specifica per aiutare le persone in situazione di privazione estrema, particolarmente per la povertà alimentare, per i senzatetto e per la povertà infantile in tutti gli Stati membri”.

Il Fondo sosterrà anche le donazioni di cibo e in particolare la raccolta, il trasporto e la distribuzione degli alimenti, contribuendo così a ridurre gli sprechi alimentari. Per non interrompere la fornitura di aiuti saranno applicate misure transitorie, in quanto il testo deve essere formalmente approvato dal Consiglio. "Si tratta di uno strumento importante visto che nel 2011 - spiega l’Europarlamento - quasi un quarto degli europei (circa 120 milioni) erano a rischio di povertà o di esclusione sociale, circa quattro milioni in più rispetto all’anno precedente".

Sempre più poveri- In Europa la distanza tra ricchi e poveri sta aumentando. Nessuno nel 2008 aveva previsto che l’impatto umanitario della crisi economica potesse essere così pesante: un numero sempre più elevato di persone ha bisogno di aiuti alimentari e di ogni genere di assistenza.

Le previsioni per il 2014 non sono affatto ottimistiche: in poche parole si sta avverando la più drastica delle previsioni fatte nel corso dell’anno europeo contro la povertà (2010). Secondo gli ultimi dati Eurostat, questi dati lanciano l'allarme su nuovi fenomeni di esclusione sociale. Sostanzialmente, un quarto della popolazione europea è a rischio povertà, dato che il numero di poveri nell'Ue è passato da 6 milioni nel 2009 a 120 milioni.

I dati in Europa- Quasi metà della popolazione della Bulgaria è a rischio. 17 Paesi europei hanno più di un quinto della loro popolazione annoverata tra "poveri ed esclusi". Solo 7 tra i Paesi membri dell'Ue hanno registrato percentuali in modesta decrescita.

Dopo la Grecia, è l'Italia il Paese della zona euro dove il rischio di povertà ed esclusione sociale è più alto: secondo gli ultimi dati Eurostat relativi al 2012, infatti, nel nostro Paese il 29,9% della popolazione rischia di diventare povero, in Grecia il 34,6 per cento. In Italia nel 2012 il 19,4% della popolazione era a rischio povertà, il 14,5% seriamente privata dei beni materiali, e il 10,3% viveva in una famiglia dove c'era poco lavoro. A rischio di esclusione sociale c'erano 18,2 milioni di persone. Nella zona euro, quelli di Grecia e Italia sono i dati peggiori. In Spagna, Paese in difficoltà economica e con altissima disoccupazione, è il 28,2% della popolazione ad essere a rischio, in Portogallo il 25,3%, a Cipro il 27,1%, in Estonia il 23,4 per cento. Mentre scende parecchio la difficoltà in Francia, dove il rischio povertà si concretizza per il 19,1% dei cittadini, in Germania (19,6%), Finlandia (17,2%), Olanda (15%).
Per trovare dati peggiori dell'Italia e della Grecia, bisogna andare ai Paesi fuori della zona euro: al top Bulgaria (49,3%), Romania (41,7%), Lettonia (36,5%), Croazia (32,3%).

Think differently- In Europa ci sono 18 milioni di persone che ricevono aiuti alimentari finanziati dall'Ue e 43 milioni di individui che ogni giorno non riescono a nutrirsi a sufficienza. Tra questi ultimi molti sono bambini.
La Croce rossa internazionale ha recentemente affrontato questo tema con la pubblicazione del rapporto sulla povertà Think differently. Dal rapporto emerge come, oltre all’aumento impressionante di nuovi poveri, la composizione sociale si sia modificata velocemente: i nuovi poveri sono persone che lavorano ma non riescono a mantenere con il frutto del proprio lavoro la famiglia. Questo fenomeno risucchia nella povertà gli anziani e i bambini con conseguenze terribili sulla loro salute.
Un dato inaspettato in questo rapporto è inoltre il fatto che i poveri non stanno aumentando solo nei paesi del sud Europa, ciò sta ad evidenziare quanto le politiche europee per contrastare la crisi economica messe in atto negli ultimi anni, ispirate soprattutto all’austerità, abbiano reso tutta l’Unione europea più diseguale.

In pratica, in 22 Paesi della zona europea circa 3 milioni e mezzo di persone ricevono ogni giorno aiuti alimentari. Un panorama drammatico e, secondo i numeri, non si prevede alcun miglioramento nel prossimo futuro, bensì un peggioramento della situazione.
La povertà è in aumento in Francia, Romania, Spagna e Svezia, così come in molti altri Paesi dell'Ue. E non è solo il dato riguardante i "nuovi poveri" che tende ad aumentare, ma cresce anche il divario tra i ricchi e i poveri. Ciò significa che chi è già in condizione di povertà non si stabilizza, ma continua a peggiorare. Le differenze sociali si vanno via via evidenziando e questo può generare fratture profonde, rabbia e violenza. Persino le società di quei Paesi europei che non sono stati toccati profondamente dalla crisi, come la Danimarca, si sono modificate.

La Croce Rossa danese al momento elargisce fondi sociali individuali, e quella del Lussemburgo gestisce centri sociali per la distribuzione di generi alimentari. Un panorama da fine della guerra, ma la guerra in questo caso non sembra essere finita. Dalla Francia non arrivano segnali migliori. Più di 350 mila francesi oggi si trovano al di sotto della soglia di povertà e, dall'altra parte, le difficoltà economiche impediscono al Governo di aumentare i fondi pubblici in loro sostegno. Stessi problemi in Italia dove, sempre secondo il rapporto della Croce rossa, mentre prima chi perdeva casa e lavoro aveva ancora una possibilità per risollevarsi, oggi come oggi finire per strada rischia di essere una condizione senza ritorno.
Dati senza speranza, numeri agghiaccianti che arrivano proprio a pochi mesi dall'apertura delle urne per l'elezione del nuovo Parlamento europeo. Quella sociale è una sfida importante per l’Ue, e sembra proprio che l’attuale Parlamento europeo lo abbia capito.

Stefania Fenati

Per approfondire:
Carta europea aiuto agli indigenti:
Il comunicato stampa del Parlamento europeo

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