Europa. Aula approva proposta Pd-Si-Mdp di modifica della Sessione europea

Montalti, la relatrice dem: “Più coinvolgimento dei territori nel processo di costruzione delle politiche europee”. Rancan (Ln), relatore minoranza: “proposta autoreferenziale avulsa da quadro nazionale”. Sì da Pd, Si, Mdp e M5s, no da Ln e Fdi, astenuto M5s

08/05/2018 14:36

Sviluppare il senso di appartenenza all’Europa dei cittadini emiliano-romagnoli e coinvolgere sempre di più i territori regionali nel processo di costruzione delle politiche europee. Questi gli obiettivi del progetto di legge Pd-Si-Mdp, prima firmataria Lia Montalti, che ne è anche relatrice, approvato oggi in Aula grazie al voto di Pd, Si, Misto-Mdp e M5s, il voto contrario di Ln e Fdi e l’astensione di Michele Facci (Misto-Movimento nazionale per la sovranità).

La proposta– ha spiegato la relatrice Lia Montalti (Pd)– nasce dall’impegno assunto dall’Assemblea legislativa nella Sessione comunitaria 2017 di adeguare la legge regionale del 2008 sulla partecipazione dell’Emilia-Romagna al diritto comunitario. Un intervento– ha evidenziato la consigliera– che rappresenta un’occasione importante per arricchire la legge, rafforzare il coordinamento e la collaborazione a livello politico e tecnico tra Assemblea e Giunta e introdurre tutte le novità collegate all’esperienza delle precedenti sessioni europee, nell’intento di fornire al decisore politico strumenti che consentano di intervenire in modo efficace nei processi decisionali che sono alla base della costruzione delle politiche europee, veicolando le istanze che provengono dal territorio regionale. L’obiettivo che il progetto di legge vuole perseguire – ha sottolineato l’esponente Dem – è lo sviluppo del senso di appartenenza all’Europa dei cittadini e delle nuove generazioni attraverso l’organizzazione di iniziative e progetti a ciò espressamente dedicati. Le modifiche proposte alla legge regionale n. 16 del 2008 – ha proseguito la relatrice – possono essere raggruppate in tre tipologie: a) adeguamenti relativi alla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, in particolare per quanto riguarda il ruolo specifico delle regioni nel processo decisionale europeo; b) richiami a prassi di lavoro ormai codificate in Emilia-Romagna, come ad esempio il coinvolgimento degli stakeholders; c) nuove disposizioni che regolano le modalità con cui la Regione intende promuovere la conoscenza dei diritti e dei doveri derivanti dall’essere cittadini europei e della storia dell’integrazione europea. “Informare, partecipare e proporre- ha concluso Lia Montalti- sono le tre parole chiave della proposta”.

Per Matteo Rancan (Ln), relatore di minoranza, il progetto di legge è avulso dal quadro normativo nazionale ed europeo, manca di concretezza e trasparenza e non consente di all’Assemblea legislativa di avere contezza di quanto si sta facendo a livello governativo e nelle altre Regioni in materia di partecipazione alla costruzione del diritto europeo. La proposta legislativa della maggioranza – ha evidenziato il consigliere – si concentra in modo autoreferenziale su ciò che avviene sul territorio regionale e preclude qualsiasi conoscenza delle iniziative istituzionali in materia di atti europei promosse fuori dal territorio. Il punto critico più rilevante, però, – ha concluso il leghista – “è l’inserimento nel testo legislativo di norme sulla partecipazione di enti locali e associazioni che finiscono per impegnare risorse finanziarie della Regione, trasformando quello che doveva essere un mero adeguamento normativo in uno strumento di propaganda e costruzione del consenso”.

Giuseppe Boschini (Pd) è intervenuto per ricordare il ruolo decisivo delle regioni nel processo di costruzione dell’Unione europea. Regionalismo ed europeismo – ha evidenziato il consigliere – sono strettamente connessi. Pertanto, non si può essere regionalisti e anti europeisti senza cadere in una grave contraddizione, dato che è stata l’Ue a consentire lo sviluppo delle regioni nei paesi membri grazi ai cospicui finanziamenti garantiti dai fondi strutturali. “Il punto di forza della proposta di legge- ha sottolineato l’esponente Dem- è il rafforzamento della partecipazione alla costruzione del diritto regionale in chiave di messa a punto del diritto europeo e di implementazione del senso di appartenenza all’Europa”. Anche Mirco Bagnari (Pd) ha evidenziato come il progetto di legge sia utile per rendere ancora più incisivo il lavoro di costruzione del diritto europeo partendo dalle istanze e dal protagonismo del territorio regionale, in particolare attraverso il coinvolgimento del sistema degli enti locali, delle istituzioni pubbliche e delle realtà associative. Infine, Manuela Rontini (Pd) ha espresso soddisfazione per aver colto l’occasione della revisione legislativa al fine rafforzare la diffusione della conoscenza dei diritti che nascono dall’appartenenza europea. La Regione – ha affermato la consigliera – avrà strumenti, come il Tavolo permanente degli enti locali e delle loro forme associative (proposto dalla stessa consigliera in un emendamento approvato dall’Aula, ndr) più efficaci per garantire la partecipazione alla costruzione del diritto europeo.

Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha messo in risalto i richiami alla partecipazione e alla consultazione pubblica contenuti nella proposta, a suo giudizio i veri punti di forza per avvicinare i cittadini ai temi europei, rafforzando il senso di appartenenza e la conoscenza delle istituzioni.

Yuri Torri (Si) ha sottolineato come due siano gli aspetti qualificanti il progetto legislativo: la ridefinizione delle norme sulla Sessione europea e il rafforzamento dei meccanismi di partecipazione. Rendere più democratica l’Unione europea – ha affermato il consigliere – rafforzandone la missione politica rispetto alla vocazione economica, passa anche attraverso una maggiore valorizzazione della partecipazione dal basso, a partire proprio dai territori regionali. Questo nell’ottica di dare all’Ue una veste più sociale e meno liberista.

Per Giancarlo Tagliaferri (Fdi) le novità introdotte dal progetto di legge sono ben poche. Secondo il consigliere, si sarebbe potuto rendere più incisiva la partecipazione della Regione alla costruzione del diritto europeo, ma evidentemente il governo non l’ha consentito. Anche la tanto esaltata partecipazione dal basso – ha criticato l’esponente di Fdi – è più rituale che sostanziale. Unico elemento positivo del provvedimento legislativo è l’aver raggruppato in un’unica legge le norme in materia di partecipazione della Regione alla definizione del diritto europeo e di recepimento degli atti normativi dell’Ue.

Andrea Bertani (M5s) ha richiamato la questione della legittimità delle decisioni europee percepita dai cittadini, in quanto la progressiva burocratizzazione e finanziarizzazione delle istituzioni europee hanno preso il sopravvento sui meccanismi democratici, aumentando il senso di estraneità dall’Ue. Secondo il consigliere pentastellato la proposta di legge ha luci e ombre. Fra le criticità, ha messo in evidenza quella di non riuscire a garantire che la legge europea, conclusiva dalla sessione annuale, si trasformi in una sorta provvedimento “omnibus” in cui sono inserite norme non attinenti. Fra i punti di forza, infine, Bertani ha sottolineato quello di dotarsi di uno strumento utile per far arrivare la voce della Regione in Europa.

Ha concluso il dibattito l’assessore alle Politiche europee, Patrizio Bianchi, che ha richiamato l’attenzione dell’Aula sulla necessità inderogabile di dare all’Ue un assetto meno burocratico e finanziario e più politico e democratico se si vuole andare verso uno sviluppo declinato in chiave di coesione sociale, equità e sostenibilità.

Oltre a Lia Montalti hanno sottoscritto il progetto di legge i consiglieri: Manuela Rontini, Paolo Calvano, Roberto Poli, Marcella Zappaterra, Katia Tarasconi, Alessandro Cardinali, Massimo Bagnari, Paolo Zoffoli, Gian Luigi Molinari, Stefano Caliandro, Ottavia Soncini, Giuseppe Boschini, Valentina Ravaioli, Giuseppe Paruolo, Enrico Campedelli, Luca Sabattini, Barbara Lori, Nadia Rossi, Francesca Marchetti, Luciana Serri (Pd), Igor Taruffi (Si) e Silvia Prodi (Misto-Mdp).

(Luca Govoni)

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