Imprese. Dubbi commissione Bilancio sulla nuova Direttiva servizi della Commissione europea

Approvata risoluzione per ridurre i tempi sulle notifiche dei servizi del mercato interno. Foti (Fdi-An): “Testo opportuno, l’Europa non si faccia odiare”

14/02/2017 18:02

Sì alle modifiche della Direttiva servizi proposte dalla Commissione europea che prevedono l’obbligo di notifica dei regimi di autorizzazione per nuove imprese. No al meccanismo di verifica che prevede un ulteriore allungamento dei tempi fino a sei mesi. E’ stata approvata oggi in Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali presieduta da Massimiliano Pompignoli (Lega Nord) (astenuti M5s e Lega) la risoluzione sulla proposta della Commissione europea riguardo la Direttiva 123, quella che regola il mercato interno.

Il regolamento europeo, già in vigore nella nostra Regione, nasce nel 2006 proprio per facilitare le prestazioni dei servizi da un paese all’altro e garantire la libertà di stabilirsi di un’impresa in paesi europei diversi da quello di provenienza. Ciò che però non sembra aver funzionato negli anni- e da qui parte la modifica proposta dalla Commissione europea- è la procedura di notifica in base al quale gli Stati membri comunicano modifiche nei loro ordinamenti alla Commissione. 

“Il meccanismo”, come è stato illustrato in commissione dal tecnico regionale, “non è risultato efficace, andando a discapito della competitività dei mercati e della trasparenza dei consumatori”. Perciò, la Commissione europea, che tra le sue dieci priorità ha anche quella di garantire un mercato più equo, ha aggiunto nella nuova proposta l’obbligo incondizionato degli Stati membri di ottemperare alla notifica, attraverso il sistema IMI (Informazione Mercato Interno). “Su questo punto della modifica”, come spiega il tecnico, “la Regione è d’accordo, visto che, tra l’altro, siamo già iscritti alla banca dati IMI. Le perplessità invece sorgono sui tempi di verifica”. La Commissione infatti, nel nuovo regolamento, prevederebbe l’invio delle notifiche a Bruxelles almeno tre mesi prima della loro adozione. Da qui, con le procedure di consultazione degli Stati membri e dopo la decisione della Commissione europea, i tempi per gli atti necessari alle nuove iniziative imprenditoriali potrebbero slittare fino a sei mesi. Questo ci farebbe andare, ha detto ancora il tecnico della Giunta, nella “direzione opposta alla velocità verso la quale le nostre istituzioni dovrebbero andare”.

D’accordo Tommaso Foti (Fratelli d’Italia- An): “E’ una risoluzione opportuna” quella proposta dalla prima commissione delll’Assemblea, chiarisce il consigliere, “va bene accettare l’obbligo delle notifiche proposte dalla Commissione ma bisogna evitare di allungare ulteriormente i tempi, visto che non sembra esserci una ragione valida. In questo modo l’Unione europea si farebbe odiare ancora di più”.

(Francesca Mezzadri)

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