Parma, vivibilità delle celle ad Alta Sicurezza. Italia, sì all'introduzione del reato di tortura

01.08.2016

Parma, vivibilità delle celle ad Alta Sicurezza. Italia, sì all'introduzione del reato di tortura

Istituto penitenziario, Parma

I detenuti che vivono nelle celle dell'Alta Sicurezza di Parma chiedono alla Garante delle persone private della libertà personale migliori condizioni di vivibilità. Durante una recente visita all'istituto penitenziario, la Garante ha accolto e trasmesso alcune richieste sollevate dagli ergastolani.

In primis, oltre alle questioni di carattere personale, i detenuti hanno sottolineato il problema dell'invivibilità delle celle reso ancora più urgente a causa del caldo torrido, chiedendo l’estensione delle ore di apertura. Hanno riproposto il tema, al momento non risolto anche per ragioni di capienza, dell’assegnazione delle celle singole. Infine hanno chiesto aggiornamenti in merito alla recente circolare dell’Amministrazione penitenziaria sulla “Possibilità di accesso a internet da parte dei ristretti negli istituti penitenziari”, prevista anche per i detenuti dell’Alta sicurezza, salvo valutazione caso per caso da parte delle Direzioni.

La Garante delle persone private della libertà personale ha accolto le loro richieste che verranno prese in carico dalla Direzione degli Istituti di Parma.

Inoltre, sempre in questi giorni, la Garante della regione Emilia-Romagna, insieme ad altri garanti regionali e territoriali, ha sottoscritto l’ Appello dei Garanti dei Detenuti al presidente della Repubblica Mattarella, dopo il rinvio in Commissione del disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura in Italia, trasmesso dal Garante nazionale all’Ufficio di Presidenza.

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