La Garante promuove internet in carcere

09.11.2015

La Garante promuove internet in carcere

Le indicazioni contenute nella  circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che regolamenta la possibilità di accesso a internet da parte dei detenuti “non si possono che registrare positivamente, rappresentando un primo passo verso l’apertura all’utilizzo delle moderne tecnologie informatiche”, ma sarà necessario “verificare che tipo di attuazione troveranno nelle singole realtà penitenziarie”.

A sostenerlo è Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale, che cita a proposito l’esempio del decreto del Presidente della Repubblica del 2000 che aveva aperto all’utilizzo della strumentazione informatica: “Nella pratica le autorizzazioni in tal senso da parte delle direzioni sono state più che eccezionali, anche nella nostra realtà regionale”, sottolinea la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa

In ogni caso, l’auspicio della Garante è che queste nuove opportunità “possano arricchire il percorso trattamentale della popolazione detenuta, pur nel rispetto dell’esigenze di sicurezza”, anche perchè, ricorda, “le Regole penitenziarie europee del 2006 hanno affermato che il trattamento penitenziario deve avvicinarsi il più possibile alle condizioni di vita, di organizzazione del lavoro e di studio delle persone libere”. 
La circolare in questione, prosegue Bruno, prevede che detenuti e internati possano utilizzare l’accesso a internet “per sviluppare percorsi trattamentali complessi, valorizzando le esperienze innovative di telelavoro, formazione e didattica già realizzate in alcuni istituti penitenziari”. Importante anche il passaggio che “invita le strutture penitenziarie in cui sono collocati detenuti comuni a implementare l’utilizzo di strumenti di comunicazione audiovisiva per favorire il mantenimento delle relazioni familiari”.

In ogni caso, specifica Bruno, nel nuovo modello “sarà prevista, in funzione delle specifiche esigenze legate ai percorsi trattamentali individuali, la navigazione su siti selezionati sulla base di convenzioni, accordi e contratti stipulati con i soggetti esterni che offrono opportunità trattamentali, prevedendo in ogni caso modalità di accesso guidate e sicure verso i siti previsti”. Inoltre, “le limitazioni poste all’infrastruttura di rete consentiranno al detenuto di consultare esclusivamente i siti per i quali è stato autorizzato e le postazioni saranno collocate nelle sale comuni dedicate alle attività trattamentali, anche per agevolare il controllo da parte degli operatori” e “viene consigliata la presenza di un tutor di sostegno durante l’attività, formato dagli operatori specializzati ministeriali”. Infine, assicura Bruno, “non tutte a tutte le tipologie di detenuti sarà consentito di accedere a internet, ma solo ai detenuti dei circuiti a custodia attenuata e media sicurezza” mentre “sono esclusi i detenuti in regime ex art. 41bis e per quanto riguarda i detenuti del circuito dell’alta sicurezza le direzioni valuteranno caso per caso”.

(jf)