Diritti. Gardini: positivo ribadire urgenza di una difesa civica nazionale

11.05.2017

Diritti. Gardini: positivo ribadire urgenza di una difesa civica nazionale

“E’ un segnale molto positivo che la commissione sia intervenuta formalmente per ribadire l’urgenza di istituire un sistema di Difesa civica nazionale sul modello dell’Ombudsman, al fine di rafforzare le garanzie per i diritti fondamentali degli individui. Altrettanto positiva è l’indicazione  a valutare  la possibilità di istituire  un coordinamento degli Istituti di Garanzia, per assicurare una gestione integrata del sistema di tutela di questi diritti. Tale riflessione dovrebbe muovere anzitutto dal livello regionale, per essere estesa in seguito anche al piano nazionale”.

E’ quanto afferma il difensore civico regionale dell’Emilia-Romagna, Gianluca Gardini, a proposito delle due risoluzioni approvate all’unanimità dalla commissione per la Parità e i diritti delle persone per impegnare la Giunta ad attivarsi nelle sedi  competenti affinché venga istituito il difensore civico nazionale. I due atti d’indirizzo sono a firma rispettivamente uno di Giulia Gibertoni (M5s) e l’altro di Francesca Marchetti e altri colleghi del Pd oltre che di Silvia Prodi (Misto-Mdp).

La seduta della commissione, presieduta da Roberta Mori, si è aperta proprio con un’informativa sull’istituto della difesa civica. Sulle 600 istanze ricevute dall’ufficio regionale nel 2016 – ha riferito Gardini – la stragrande maggioranza ha avuto esito positivo e i casi di mancata collaborazione delle amministrazioni sono davvero isolati. Il fatto di non avere poteri coercitivi non rappresenta un punto debole, – ha detto – ma un aspetto positivo dell’intervento del difensore civico che, a differenza di quanto accade in giudizio, può entrare nel merito delle scelte senza fermarsi alla legittimità e indicare strade alternative. Il legislatore nazionale ha recentemente scoperto l’esistenza del difensore civico regionale, chiamato in causa in ambiti quali la sanità o il diritto di accesso agli atti, ma ancora non ha affrontato l’istituzione di quello nazionale, oggetto di diversi progetti di legge “affossati” negli ultimi 20 anni. Il nuovo quadro normativo potrebbe essere l’occasione per un ripensamento della figura in un’ottica più ampia e completa. “Credo- ha affermato Gardini- che ci sia spazio per una riflessione sull’istituzione di un’autorità collegiale di garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, in quanto la pluralità degli interessi in campo richiede una complessità di organizzazione, basti pensare a tutte le ipotesi di violazione dei diritti, in ambiti quali ad esempio la disabilità, l’orientamento sessuale, l’appartenenza religiosa. La specializzazione è utile- ha concluso- ma ci deve essere una figura che abbia campo visivo generale e che si occupi di diritti e pubblica amministrazione a tutto campo”.

(Isabella Scandaletti)