Benessere della polizia penitenziaria e di educatori e sanitari, Marighelli benedice il progetto pilota di Ferrara

13.02.2018

Benessere della polizia penitenziaria e di educatori e sanitari, Marighelli benedice il progetto pilota di Ferrara

Garante Marighelli con com polizia Gadaleta

“Il progetto cerca di avviare una riflessione sulla difficile convivenza tra le due parti che nel nostro ordinamento formano la pena: la parte punitiva, cioè la sofferenza e la parte educativa, cioè il ritorno nella società. Tutte le contraddizioni, le difficoltà, i pochi successi ed i fallimenti si riversano sul personale, educativo e di polizia penitenziaria che le vivono ogni giorno con i detenuti”. A dichiararlo è Marcello Marighelli, Garante regionale per le persone private della libertà, intervenuto in mattinata alla presentazione del progetto Benessere sul luogo di lavoro per il personale operante nella Casa circondariale di Ferrara che ha avuto luogo in mattinata nella Sala degli Arazzi del Comune. Il Garante ha poi proseguito mettendo l’accento sul ruolo del personale che, come “primo diretto, e spesso unico, interlocutore di persone in forte disagio, a volte disperate e che spesso vivono il carcere come una casuale sventura è particolarmente gravoso e può mettere a rischio la salute”. Il progetto, che prenderà avvio a metà febbraio e si svilupperà fino al prossimo luglio, è volto a migliorare la qualità della vita lavorativa degli operatori della struttura penitenziaria ferrarese attraverso il confronto guidato e l’ascolto su temi e problematiche collegate al lavoro in carcere. Gli istituti penitenziari sono infatti, per loro natura, ambienti che presentano un alto tasso di conflittualità e sofferenza che il personale tutto– agenti di Polizia penitenziaria, funzionari dell’Area giuridico-pedagogica, medici e infermieri– affronta quotidianamente.

Il percorso è promosso dalla direzione della Casa circondariale e dal Comune e sostenuto dai Garanti comunale e regionale, e parte proprio dalla condivisione dei problemi e delle difficoltà per creare opportunità di miglioramento volte ad aumentare il benessere del personale, e di riflesso, della popolazione detenuta. “Come gestire i cosiddetti eventi critici, la sofferenza, la presenza della violenza fisica e morale è questione troppo pesante per essere affrontata individualmente”, ha concluso Marighelli, “e merita un intervento come questo proposto dall’associazione Jonas onlus, che offre un servizio professionale, un aiuto ad affrontare le difficoltà del proprio lavoro”. Si tratta di un progetto sperimentale che in caso di riscontro positivo, il Garante intende estendere ad altri istituti della regione nell’ambito della positiva collaborazione già in essere con il Provveditorato regionale della Amministrazione penitenziaria.

Alla conferenza stampa sono inoltre intervenuti: Stefania Carnevale, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Ferrara e responsabile del progetto, Chiara Sapigni, assessore a sanità, servizi alla persona e politiche familiari; Paolo Malato, direttore della Casa circondariale di Ferrara; Annalisa Gadaleta, comandante del reparto di polizia penitenziaria della casa circondariale di Ferrara, Aldo Becce, psicoanalista, presidente dell’associazione Jonas onlus nazionale; Claudia Tinti, psicologa e psicoterapeuta, responsabile Jonas onlus di Firenze e coordinatrice del progetto, insieme a Luca Ciusani, di Jonas Como.