"Alla Dozza solo cinque educatori su dodici"

18.04.2016

L’amministrazione penitenziaria dovrà entro la fine di giugno 2016 aumentare il numero di funzionari della professionalità giuridico-pedagogica all’interno del carcere della Dozza, dopo che il magistrato di sorveglianza di Bologna ha accolto il reclamo giurisdizionale di un detenuto della casa circondariale che aveva rappresentato la gravissima e perdurante carenza di organico.

Infatti, a fronte di una pianta organica che prevede siano assegnati all’area pedagogica 12 funzionari, ad oggi ne risultano pienamente operativi cinque, un numero ben al di sotto della previsione specialmente perché comprende anche il responsabile dell’area educativa e un funzionario in congedo parentale. 

A darne notizia è la Garante delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, che spiega come “l’ordinanza del Magistrato ha riconosciuto l’attualità della seria compressione del diritto al trattamento del singolo detenuto reclamante sia una generale grave insufficienza nei confronti di tutti i ristretti”.

Secondo la figura di Garanzia dell’Assemblea “tale carenza è ancora più eclatante in rapporto alle presenze in istituto, che alla data del 21 marzo contava 767 persone, e in particolare al numero di persone condannate in via definitiva, che sono 391, ben oltre il 50% della complessiva popolazione detenuta”. 

Come ribadito nell’ordinanza, sottolinea Bruno, “il ruolo del funzionario giuridico-pedagogico è di primaria importanza e nevralgico nel trattamento penitenziario della popolazione detenuta, dovendo svolgere tutta una serie di attività e adempimenti che incidono direttamente sul percorso di rieducazione e/o responsabilizzazione della persona per cui è necessario che il numero sia adeguato di modo che possano essere soddisfatte, tempestivamente e sufficientemente, le esigenze trattamentali previste dalla legge”. 

Il magistrato, passando in rassegna le attuali dotazioni organiche nell’ambito del distretto regionale, sottolinea- riferisce la Garante- che non è ravvisabile la sussistenza di un grave pregiudizio rispetto alle esigenze trattamentali dei ristretti in altre realtà, come ad esempio a Rimini, dove a fronte di 47 detenuti condannati in via definitiva è in servizio lo stesso numero di funzionari di Bologna. 

L’Ufficio del Garante, sin dal 15 settembre 2015, aveva segnalato alle autorità competenti la grave carenza di educatori presso il carcere di Bologna, anche in ragione di espresse sollecitazioni provenienti dalla popolazione detenuta, chiedendo di incrementare il numero dei funzionari assegnate all’area trattamentale del carcere.

(jf)