“Grazie a lui più dignità per i detenuti"

18.05.2016

“Grazie a lui più dignità per i detenuti

Una “fase nuova nella tutela dei diritti dei detenuti e nella promozione di una cultura della giustizia, che fosse sempre più attenta alla dignità delle persone, al coinvolgimento del territorio, alle alternative alla detenzione”: così Desi Bruno, Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, ha descritto la direzione sempre indicata per il sistema penale italiano da Massimo Pavarini, professore ordinario di diritto penale all’Università di Bologna scomparso il 29 settembre 2015.

La figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa è intervenuta, nell’ambito della sessione sul rapporto con le istituzioni e la società nel suo insieme, durante il convegno internazionale dedicato all’eclettica figura del noto studioso che si è tenuto all’Università di Bologna il 13 e il 14 maggio, promosso dall’Associazione Franco Bricola, con il patrocinio e il contributo della Scuola di Giurisprudenza e del Dipartimento di Scienze giuridiche, così come di numerosi altri enti di ricerca, di cultura e di impresa.

Nel suo discorso, la Garante regionale ha ricordato come Pavarini avesse da sempre sostenuto l’affermazione nel nostro Paese, a livello locale e nazionale, di figure di garanzia, autonome e autorevoli. In questa direzione, la Garante regionale ha menzionato che il professore non aveva mai fatto mancare il suo sostegno alle attività di ricerca e di sensibilizzazione, grazie anche all’apposita convenzione stipulata tra il 2012 e il 2015 tra la Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna, che aveva consentito la realizzazione della ricerca “Presa in carico dei soggetti devianti: lo stato attuale nel territorio regionale dell’Emilia-Romagna”, con il seguito “Quale spazio di agibilità per le pratiche trattamentali extra-murarie?”, e l’organizzazione del convegno “Povero o pericolosi? – La crisi delle misure di sicurezza personali detentive per autori di reato imputabili e pericolosi”, svoltosi all’interno della casa di lavoro di Castelfranco Emilia, al quale era personalmente intervenuto e i cui atti sono stati presentati appena pochi mesi prima della scomparsa dello studioso bolognese.

Alla stessa sessione in cui è intervenuta la Garante ha partecipato come relatore il Presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, il professore Mauro Palma.

Con il significativo titolo “Il sistema penale messo in discussione – L’opera di Massimo Pavarini tra teoria, ricerca empirica e impegno sociale”, l’iniziativa è stata incentrata sulla rivisitazione dell’attività intellettuale e dell’impegno civile di un indimenticato protagonista a livello nazionale e internazionale dell’approccio critico alla penalità, all’universo penitenziario, alla sicurezza. Le sessioni dei lavori convegnistici hanno indagato Pavarini come intellettuale, quale teorico della pena e critico della questione criminale, nel rapporto con le istituzioni e con la scienza giuridica. All’interno di ciascuna sessione erano previsti dei ricordi di amici e colleghi da tutto il mondo, un’introduzione da parte di un collega bolognese, e delle relazioni di illustri interlocutori italiani e stranieri, che hanno ripreso e approfondito i problemi di fondo della giustizia penale, a lungo dibattuti nel corso della sua lunga carriera in accademia e nel sociale, ma ancora non superati né dentro il sistema penale né tra la pubblica opinione.