Cosa fa
- Vigila sulle condizioni di vita delle persone detenute o comunque trattenute nei luoghi di detenzione dell’Emilia-Romagna al fine di garantirne il rispetto della dignità e dei diritti, con particolare riguardo alla presenza di trattamenti inumani e degradanti e alla verifica delle condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di privazione della libertà personale e sull’adempimento del dettato costituzionale relativo alla finalità rieducativa della pena.
- Può visitare senza necessità di preventiva autorizzazione gli istituti penitenziari che insistono sul territorio di competenza, compresi l’ospedale psichiatrico giudiziario e l’istituto penale per i minori. La competenza è estesa anche agli altri luoghi di privazione della libertà personale quali le camere di sicurezza delle Questure, delle caserme dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, nonché i reparti ospedalieri dove si attuano i trattamenti sanitari obbligatori, i CIE – Centri di identificazione ed Espulsione - e le comunità terapeutiche.
- Riceve segnalazioni, sia individuali che collettive, in merito a diritti violati, compressi o sospesi nella loro piena attuazione, intervenendo anche d’ufficio presso le amministrazioni competenti per chiedere chiarimenti o spiegazioni e sollecitare gli adempimenti o le azioni necessarie.
- Promuove la conoscenza e l’esercizio dei diritti delle persone detenute e le loro opportunità di partecipazione alla vita civile, anche attraverso attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui temi del rispetto dei diritti umani e della umanizzazione della pena.
Può effettuare colloqui riservati con le persone detenute (anche in forma collettiva), anche al fine di compiere atti giuridici.
Si attiva quando viene segnalata una situazione che comporti la compressione di un diritto o il suo mancato esercizio, intervenendo presso le istituzioni competenti al fine di sollecitare ogni utile intervento.
Svolge attività di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani e sulla finalità rieducativa della pena, attraverso iniziative pubbliche, avvicinando le comunità locali al carcere.
Si attiva al fine di ridurre il pericolo di recidiva nelle persone condannate, contribuendo a migliorare le condizioni generali di sicurezza sociale.
Svolge attività di formazione e collabora con l’Università.
Il Garante svolge anche un importante ruolo di raccordo tra il “dentro“ e il ”fuori”, stimolando i territori a farsi carico della popolazione detenuta e a riconoscere alla stessa pieno diritto di cittadinanza.
Il mandato istituzionale del Garante riguarda, tra l’altro, la promozione e l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile dei detenuti, nonché la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui temi del rispetto dei diritti umani e della umanizzazione della pena.