RAif Badawi
- La prima condanna
Nel 2008, Badawi è stato detenuto per un giorno e interrogato perché sospettato di apostasia, un reato che può comportare la condanna a morte.
Il suo blog in quei giorni ha raggiunto il record di mille utenti registrati.
In seguito gli è stato imposto il divieto a tempo indeterminato di lasciare il paese, i suoi conti bancari sono stati congelati, la famiglia di sua moglie ha tentato di procedere a un divorzio forzato e un imam intransigente ha pronunciato unafatwa nei suoi confronti.
Ma Badawi ha continuato con coraggio a diffondere le sue opinioni moderatamente liberali.
Nei suoi scritti ha continuato a difendere il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, auspicando una società in grado di accettare opinioni diverse.
- La Primavera araba
La primavera araba
Nelle prime settimane della rivoluzione egiziana nel febbraio 2011, Badawi ha espresso la sua opinione sul blog parlando di quanto stava succedendo in piazza Tahrir del Cairo come di un esempio per tutto il mondo arabo.
- L’arresto, la detenzione e le condanne
Nel 2012 Badawi è stato arrestato e accusato di oltraggio all’islam tramite mezzi informatici. Il sito Free Saudi Liberals è stato oscurato.
Nel 2013 è stato condannato a sette anni di carcere e 600 frustate
Nel 2014 la sua pena è stata poi innalzata a dieci anni di reclusione, a 1.000 frustate e a una sanzione pecuniaria di un milione di riyal sauditi (pari a 226 000 euro).
- Chi è Raif Badawi?
Raif Badawi nasce il 13 gennaio 1984 in Arabia Saudita. E’ un giovane blogger, scrittore e attivista saudita, fondatore del sito web laico e indipendente "Free Saudi Liberals", un forum online per il dibattito a sfondo religioso e politico.
Sostenitore della libertà di pensiero e di espressione, ha la colpa di aver pubblicato sul suo sito web alcuni articoli di critica alla società saudita. In Arabia Saudita persino una piccola critica al regime può comportare una pena di fustigazione o una sentenza che fa rimanere a lungo in prigione. Codici morali feroci vengono applicati dalla polizia religiosa mentre pattugliano le strade e i centri commerciali. La blasfemia è punibile con la lapidazione, il furto con l’amputazione.
Raif Badawi è un giovane uomo che ha rischiato la sua libertà per mettere in discussione alcuni dei principi fondamentali della vita in Arabia Saudita, in particolare il ruolo centrale della religione nella gestione dello vita pubblica e personale di ogni abitante.
Voce del pensiero liberale in Arabia Saudita, Badawi si è impegnato con i suoi scritti, sia online che nei media tradizionali, a sconfiggere l'oscurantismo e l'ignoranza nella sua comunità, a scalfire l'intoccabilità del clero e a promuovere il rispetto della libertà di espressione e dei diritti delle donne, delle minoranze e dei poveri nel suo paese, come egli stesso ha scritto dal carcere nel 2015 nella prefazione a un compendio di suoi articoli, recuperati nonostante la chiusura permanente dei suoi siti web.Raif Badawi non è l’unico attivista/blogger finito dietro le sbarre in Arabia Saudita, dove le primavere arabe del 2011 hanno fatto tremare la dinastia wahabita. Molti altri attivisti sono stati condannati a pene pesantissime solo per aver espresso il loro dissenso o semplicemente la loro opinione
- I premi per Badawi
Nel 2014 gli è stato assegnato il premio RSF (Reporters Sans Frontières) Press Freedom Prize, per la libertà di informazione e di stampa. Il premio è in onore dei i giornalisti e dei collaboratori dei media tradizionali e online in carcere o perseguitati.
Con il premio Sakharov2015l'Europa nel suo insieme ha preso ufficialmente posizione al fianco di Raif Badawi, di sua moglie Ensaf e degli altri reclusi nelle carceri saudite solo per aver espresso il proprio pensiero.
- cosa ha scritto Badawi?
Raif Badawi ha sempre difeso il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, auspicando una società in grado di accettare opinioni diverse.
“Non appena un pensatore comincia a rivelare le sue idee, si trovano centinaia di fatwa che lo accusano di essere un infedele solo perché ha avuto il coraggio di discutere di alcuni argomenti sacri. Sono davvero preoccupato che i pensatori arabi siano costretti ad emigrare in cerca di aria fresca e di sfuggire alla spada delle autorità religiose”(Dal blog, 12 agosto 2010 Free Saudi Liberals)
- L'atteggiamento dell'Arabia Saudita e la comunità internazionale
La decisione della corte suprema saudita su Raif Badawi è stata duramente criticata dalla comunità internazionale.
L’Arabia Saudita ha denunciato l’interferenza nella vicenda dei mezzi d’informazione internazionali, accusandoli di minacciare la sua sovranità.
Ma in Arabia Saudita le norme di diritto internazionale non sono considerate dato che molti processi sono gravemente iniqui poiché agli imputati spesso non è concesso di avere un avvocato e le condanne a morte sono comminate a seguito di confessioni ottenute sotto tortura. Inoltre l’Arabia Saudita, violando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e il diritto internazionale, ha messo a morte persone per reati commessi quando erano minorenni
E’ il primo Paese del mondo per le esecuzioni capitali, se si considera il numero degli abitanti (158 esecuzioni nel 2015).
- La moglie e la famiglia
Ensaf Haidar, moglie di Badawi, e i tre figli hanno ricevuto asilo politico in Québec, in Canada, dopo aver abbandonato l'Arabia Saudita nel 2013 a seguito di minacce di morte anonime.
Ensaf Haidar dedica ogni minuto della sua giornata a far sì che la storia di suo marito non cada nell'oblio. Se le 1.000 frustate si sono fermate a 50, infatti, è grazie al fatto che il caso di Raif è stato portato all'attenzione del mondo: 18 premi Nobel hanno firmato un appello invitando gli accademici sauditi a prendere una posizione e Amnesty International ha lanciato una raccolta firme per la liberazione del blogger.