Andrej Sacharov, l'ispiratore
- Perché Sacharov
Andrej Sacharov (1921-1989) non ha vinto nessun Premio a suo nome, ma è stato l'ispiratore per eccellenza. Fisico rinomato, membro dell'Accademia delle scienze, dissidente e premio Nobel per la pace nel 1975, apprese dal suo esilio nella città di Gorky che il Parlamento europeo intendeva istituire un premio per la libertà di pensiero recante il suo nome.
Per questo nel 1987, due anni prima di morire, inviò un messaggio al Parlamento europeo dal suo esilio, esprimendo la sua commozione e approvazione. A ragione, egli considerava l'iniziativa un incoraggiamento per tutti coloro che come lui, si sono votati alla lotta per il rispetto dei diritti dell'uomo.
- Lo sapevate che...
Il volto di Sacharov è raffigurato su un graffito del muro di Berlino... e anche sulla copertina del Time del 1990.
- Nel Giardino dei Giusti
Esiste a Milano, nel Parco Monte Stella, un albero con una targa a ricordo di Andrej Sacharov. Qui sorge infatti il Giardino dei Giusti di tutto il mondo che ospita gli alberi intitolati a tutte le persone che hanno difeso i diritti umani nel mondo. Tra i Giusti, oltre a Sacharov, anche Anna Politkovskaja e Primo Levi.
- La storia
Andrej Sacharov (1921-1989), fu pioniere nel campo della fisica nucleare dell'URSS e paladino dei diritti civili. A prima lettura potrebbero sembrare due meriti contrapposti, ma si può dire che i brillanti studi in campo nucleare del fisico e il suo ingresso nel mondo scientifico gli permisero di capire come la libertà di pensiero e di coscienza rappresentasse il primo passo per lo sviluppo del mondo.
I brillanti studi- Conseguì il dottorato in matematica e fisica nel 1947 ed intraprese ricerche sull'astrofisica applicata e sulla fusione nucleare. L'anno seguente partecipò al progetto e alla sperimentazione delle prime bombe a idrogeno di fabbricazione sovietica. Intuì inoltre l'asimmetria tra materia ed antimateria nella composizione dell'universo, quindi propose alcune correzioni alla Teoria della relatività di Albert Einstein.
Le prime contestazioni- Nonostante nel frattempo fosse diventato membro rinomato nell'Accademia delle Scienze, cominciò a mettere in dubbio la posizione del suo paese quando, nel periodo della Guerra Fredda, la minaccia di una guerra incombeva su tutto il mondo. Nel 1970 contestò i primi esperimenti sul nucleare a scopo bellico e successivamente si mostrò critico nei confronti del regime repressivo sovietico.
Dopo la pubblicazione del saggio "Riflessioni sul progresso, la convivenza pacifica e la libertà intellettuale" prima in forma clandestina (edita in proprio), poi sulla stampa occidentale, Sacharov fu bandito da tutte le ricerche in ambito militare.
La battaglia nel campo dei diritti umani- Nel 1970 divenne cofondatore della Commissione per i Diritti dell'uomo in Unione Sovietica e nel 1972 sposò Elena Bonner, anche lei attivista per i diritti umani. Nonostante le crescenti pressioni da parte del governo, Sacharov non solo si impegnò concretamente per la liberazione dei dissidenti nel proprio paese, ma divenne anche uno dei critici più coraggiosi del regime, il simbolo della lotta contro la negazione dei diritti fondamentali. Infatti nel 1975 vinse il Premio Nobel per la Pace, anche se non riuscì mai a ritirarlo. Era, nella parole del Comitato per il Nobel alla Pace "un portavoce della coscienza dell'umanità".
Le intimidazioni non riuscirono mai a spezzare la sua resistenza. Fu arrestato nel 1980 durante una manifestazione contro l'entrata delle truppe sovietiche in Afghanistan e esiliato a Gorky dove l'unico contatto con il mondo esterno fu sua moglie. 6 anni dopo, riabilitato da Michail Gorbaciov, rientrò a Mosca e fu eletto deputato nel 1989. Morì pochi mesi dopo.
Il Premio Sacharov-Andrej Sacharov fu esiliato a Gorky dalle autorità sovietiche per limitare i suoi contatti con il mondo, ma il Premio a lui intitolato va ben oltre i confini dei regimi repressivi a ricompensa degli attivisti di tutto il mondo. I difensori del Premio a lui intitolato, hanno spesso pagato caro il loro impegno per la difesa della dignità umana: molti sono stati picchiati, perseguitati, imprigionati, o esiliati. Molti di loro non sono stati neanche liberi di ritirare il premio di persona.
- Sacharov ha detto...
Non credo nei dogmi, non mi piacciono le Chiese ufficiali -soprattutto quelle troppo legate allo Stato, quelle che si distinguono per la loro esteriorità puramente rituale, il fanatismo, l'intolleranza. Al tempo stesso non riesco a immaginarmi l'universo e la vita umana senza un principio che dia loro un significato, senza una fonte di «calore» spirituale esistente al di là della materia e delle sue leggi. Forse un tale modo di sentire può definirsi religioso. (dalle Memorie, A. Sacharov, SugarCo, Milano, 1990)
- Elena Bonner, una compagna di vita
Elena Bonner fu l'inseparabile compagna di vita e di battaglie del grande fisico Andrej Sacharov. Figlia di genitori comunisti - suo padre fu ucciso, la madre visse anni nei lager- fu infermiera di guerra e in seguito medico. Conobbe nel 1970 Andrej Sacharov, che osava sfidare l'uso bellico delle bombe atomiche dopo aver contribuito a realizzarle. Lei lo affiancò subito nella sua battaglia in difesa dei dissidenti che come lui osavano contestare il potere, e due anni dopo si sposarono. Per tutti questi anni, Elena fu sempre la sua portavoce. Anche durante l'esilio a Gorky, dove Elena lo seguì, il suo impegno per i diritti umani non si affievolì.
Anche dopo la morte del marito, fu soggetta a repressioni e perquisizioni spesso illegali per il controllo delle sue attività. I figli -che aveva avuto in un precedente matrimonio- furono costretti a emigrare. Morì a Boston nel 2011.
Energica e passionale, così come il marito fu schivo e riservato, ciò che li accomunò fu il loro desiderio di "conservare un volto umano, di restare fedele alla dignità che un essere umano deve avere, di vivere senza menzogna".
- Il libro
La storia di Elena Bonner e Andrej Sacharov.
"Soli insieme. In esilio con Andrej Sacharov" di Elena Bonner (Garzanti).
- Premio Sacharov
Il premio Sacharov dal 1988 riconosce l’impegno di personalità di spicco che si sono distinte nella lotta contro l’intolleranza, il fanatismo e l’oppressione. I vincitori del premio, intitolato al padre della bomba ad idrogeno che si ribellò contro le stesse armi che aveva studiato, hanno testimoniato con le loro vite quanto coraggio sia necessario per difendere i diritti dell’uomo e la libertà di espressione. Scopri chi sono stati negli anni i vincitori del Premio >>>