Morti bianche, 145 dall'inizio del 2013

30.04.2013

Morti bianche, 145 dall'inizio del 2013

Due giorni dopo la Giornata mondiale delle vittime del lavoro e alla vigilia della Festa dei lavoratori del primo maggio, l'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro ha pubblicato un aggiornamento sul numero di morti sul lavoro da gennaio 2013. La cifra è impressionante: 145. Di questi, più di un terzo sono morti solo nel mese di aprile.

E, dall'apertura dell'osservatorio, il 1 gennaio 2008, le vittime sono state più di 5 mila. Benché secondo gli ultimi dati INAIL (2011), il trend sarebbe finalmente positivo, segnando un calo del 6,4% rispetto al 2010, il conto è comunque molto salato.

L’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro è un osservatorio formato da volontari che monitorano le morti bianche in Italia. Il suo fondatore è Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e pittore, che ha voluto aprire l’osservatorio cinque anni fa, in memoria degli operai morti nel rogo della ThyssenKrupp di Torino Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demani.

Solamente nel mese di aprile sono morte più di 40 persone – il conto al 9 aprile era di 92 morti nel 2013. Ecco cosa scrive Carlo Soricelli sul blog dell’Osservatorio:

Dall'inizio dell'anno sono documentati 145 lavoratori morti per infortuni sui luoghi di lavoro. Il 33,3% sono morti in edilizia, il 31% in agricoltura dei quali la maggioranza schiacciati dal trattore che guidano, il 17,5% nei servizi, il 6,5% nell'autotrasporto, il 5,5% nell'industria (compresa la piccola industria e l'artigianato). Se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano le 300 vittime (stima minima).

Dall' 1/1/2008 giorno di apertura dell'Osservatorio a oggi 2013 sono morti per infortunio sul lavoro oltre 5000 lavoratori di cui 2553 sui luoghi di lavoro e gli altri sulle strade e in itinere. Un’autentica carneficina che purtroppo viene sottostimata dalle statistiche ufficiali e ignorata dalla politica che potrebbe fare moltissimo, e con poche risorse, per far diminuire drasticamente questo fenomeno che ci vede primi in questa triste classifica in Europa, dove i morti sono mediamente un terzo di quelli italiani.

Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori (stima minima) di cui 625 SUI LUOGHI DI LAVORO ( tutti documentati). Si arriva a superare il numero totale di oltre 1180 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle strade che sono considerati giustamente, per le normative vigenti, morti per infortuni sul lavoro a tutti gli effetti. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessuna assicurazione e muoiono lavorando in "nero"ed intere categorie non sono considerate morti sul lavoro. Praticamente sono morti sul lavoro invisibili. Vedrete quante di queste morti, come gli anni scorsi, spariranno dalle statistiche ufficiali quando ci sarà il resoconto del 2012, che è sempre intorno a -20% rispetto ai rilevamenti dell'osservatorio.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"

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