Un'Europa più verde: uno dei prossimi "dibattiti sul futuro dell'Ue"

30.05.2013

Un'Europa più verde: uno dei prossimi

In occasione dell’Anno europeo dei cittadini, la Commissione europea ha organizzato in tutti gli Stati membri una serie di dibattiti – Debate on the future of Europe – dove i cittadini possono dialogare con diversi commissari europei, e, assieme alla crescita economica e alla riforma delle istituzioni europee, il rispetto dell’ambiente è uno dei tre principali argomenti di dibattito.

Il dibattito – Il prossimo “Dibattito sul futuro dell’Europa” si terrà a Milano il 7 giugno. Interverrà il Commissario europeo per l’azione per il clima, Connie Hedegaard. Il suo incarico è stato creato nel 2010, separandolo da quello di Commissario europeo per l’Ambiente ed enfatizzando così l’importanza che l’Europa dà al tema del cambiamento climatico.

L’Europa e l’ambiente – Per quanto riguarda le politiche europee per l’ambiente, il piano più noto è senz’altro il pacchetto clima energia approvato nel 2008: il cosiddetto Piano 20-20-20 contiene una serie di disposizioni che, se rispettate, dovrebbero portare a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare del 20% l’uso energia ricavata da fonti rinnovabili. Sono poi previste una serie di strategie mirate in politiche attinenti, come l’agroalimentare, le infrastrutture, l’energia, con cui l’Ue cerca di introdurre e promuovere la sostenibilità e la green economy nelle politiche dei governi degli Stati membri. Alcuni esempi sono la riforma dell’agricoltura, che prevede di destinare il 30% degli aiuti diretti a quegli imprenditori che rispetteranno le misure verdi, la promozione delle infrastrutture verdi, piccole e grandi opere progettate in modo da avere il minore impatto ambientale possibile, o i nuovi impegni in materia di energia della Commissione europea, che vanno verso il risparmio energetico e l’uso di fonti di energia pulite, accolte con un plauso dalla stessa Connie Hedegaard.

Sostenibilità e futuro – Politiche orientate alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, oltre a garantire una migliore qualità di vita dal punto di vista della salute, della biodiversità, e della qualità della vita, possono fornire anche un contributo importante all’uscita dell’Ue dalla lunga fase di stagnazione economica in cui versa da molti anni. Il settore della green economy è infatti tra quelli in maggiore crescita, e investire in questo settore può significare cogliere l’opportunità di creare occupazione – l’Europa ha 6 milioni di giovani disoccupati – stimolare la ricerca scientifica e tecnologica e promuovere la riconversione di settori produttivi in crisi verso nuove forme di produzione più pulite e più redditizie.

Le parole di Vittorio Prodi- Tuttavia l’Europa da sola non può fare molto: ha bisogno della collaborazione dei governi nazionali, che spesso scarseggia. Vittorio Prodi, uno degli europarlamentari italiani più sensibili al tema della sostenibilità, a margine dell’ultimo incontro del ciclo delle Conversazioni d’Europa, che si è tenuto a Bologna nel mese di maggio, ha detto che «in Italia (la sostenibilità, ndr) l’abbiamo presa solo a parole. Adesso credo che sia necessario passare ai fatti, anche perché le attività che rientrano nella green economy possono incidere profondamente sull’occupazione, quindi aiutarci a superare questa fase di crisi economica. Ma soprattutto dobbiamo pensare anche a livello europeo: investire molto di più sulle infrastrutture europee – nello specifico mi riferisco alle reti energetiche e alle reti di trasporto – e nell’adattamento al cambiamento climatico, con la conversione dalle energie fossili alle energie rinnovabili. Azioni politiche in questo senso, se perseguite con convinzione, sono tutte in grado di farci superare questa difficoltà economica, e possono porre le basi del nostro sviluppo futuro, soprattutto per i giovani».

Davide Capalbo

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