L’UE nella lotta contro la povertà e a favore dello sviluppo sostenibile

01.03.2013

L’UE  nella lotta contro la povertà e a favore dello sviluppo sostenibile

Nel 2015 scadrà il termine per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM). Alla Conferenza di Rio+20 del giugno scorso si è fatto il punto ed è stata avviata l'elaborazione di nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

La Commissione europea si è espressa a favore di un impegno straordinario per la realizzazione di questi obiettivi ed ha adottato la comunicazione "Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile", con la quale propone un quadro globale per affrontare questi enormi problemi. L'intento della Commissione è raggiungere una posizione comune partendo dalla quale l’UE contribuirà al dibattito in sede ONU e sulla scena mondiale.

Gli OSM si sono rivelati un potente strumento di mobilitazione mondiale nella lotta contro la povertà, ma il problema rimane tra i più pressanti, insieme ai cambiamenti climatici, alla scarsità delle risorse, al degrado ambientale e alla disuguaglianza sociale. Eliminare la povertà e garantire uno sviluppo sostenibile sono infatti due sfide interconnesse

La povertà estrema potrebbe essere eliminata davvero nell’arco di una generazione. “ Non è questione di risorse- sostiene il Commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs - si tratta di avere la volontà politica e un quadro adeguato per farlo. I prossimi due anni saranno cruciali per la comunità internazionale, che dovrà dimostrare di voler realizzare questa ambizione. L'Unione è determinata a giocare un ruolo decisivo e la proposta di oggi è un primo passo in questa direzione."
Il Commissario europeo per l'Ambiente, Janez Potočnik, ha aggiunto: "Gli sforzi per eliminare la povertà devono andare di pari passo con lo sviluppo sostenibile, altrimenti risulteranno vani. Per questo motivo la comunicazione di oggi propone un unico quadro coerente che assicuri a tutti un'esistenza dignitosa entro il 2030."
L'Unione europea è il maggiore donatore mondiale ed eroga oltre la metà degli aiuti totali allo sviluppo. Al tempo stesso l'Unione è il più importante partner commerciale dei paesi in via di sviluppo e la principale fonte di tecnologie, innovazioni, investimenti e imprenditorialità. Tutto ciò significa che l’UE ha dato un contributo significativo al raggiungimento degli OSM. Grazie agli aiuti dell'UE, per esempio, tra il 2004 e il 2010 ben 32 milioni di persone hanno avuto accesso all'acqua potabile, oltre 10 milioni di bambini hanno potuto frequentare la scuola primaria e più di 5 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo.
Occuparsi di questi obiettivi per l’Unione europea non è quindi solo un modo per “fare la cosa giusta”. E’ evidente che un impegno su questo terreno dice molto di come l’Unione intenda porsi nei confronti del resto del mondo e come possa svolgere un ruolo importante, anche attraverso queste misure, per l’avvio di processi di sviluppo in aree del mondo a noi vicine, affinché si possa sperare in un mondo e quindi anche in un’Europa migliori e più sicuri nel futuro.

Il nuovo quadro dovrà stabilire un certo numero di obiettivi chiari e illuminanti, con traguardi non solo quantitativi ma anche qualitativi, come standard in materia di istruzione, nutrizione, acqua potabile e aria pulita. Per garantire a tutti un'esistenza dignitosa, i nuovi obiettivi dovranno stabilire un livello di vita minimo al di sotto del quale nessuno – uomo, donna o bambino – dovrà più trovarsi alle soglie del 2030. È essenziale che il nuovo quadro abbracci una serie di tematiche cruciali – standard di vita essenziali, motori della crescita inclusiva e sostenibile, gestione sostenibile delle risorse naturali, equità, uguaglianza, giustizia, pace, sicurezza – e che si applichi a tutti i paesi, che tenga conto di tutte le categorie di cittadini e che garantisca un partenariato reale tra Stati, società civile e settore privato, tanto in ambito nazionale che internazionale.

Negli ultimi decenni gli OSM si sono rivelati un potente strumento di mobilitazione mondiale nella lotta contro la povertà. Malgrado i progressi ottenuti verso la loro realizzazione, una serie di sfide rimangono aperte e occorre quindi completare l'attuale programma, che termina nel 2015. Nel 2012 il segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon ha incaricato un gruppo ad alto livello – di cui fa parte il Commissario Piebalgs – di proporre un programma di sviluppo post-2015. Il prossimo autunno un evento speciale in sede ONU permetterà di fare il punto degli sforzi fin qui profusi verso il conseguimento degli OSM, di discutere come accelerare i progressi fino al 2015 e di cominciare lo scambio di proposte sul da farsi in seguito.
Contemporaneamente alla Conferenza di Rio+20, tenutasi a giugno 2012, la comunità internazionale ha convenuto di intensificare l'azione per affrontare le principali sfide della sostenibilità e ha avviato un processo di elaborazione di obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), conferendo il mandato a un apposito gruppo di lavoro aperto dell'ONU. Gli impegni assunti alla Conferenza di Rio+20 vanno ora rispettati. Entro settembre 2014 verrà presentata all'Assemblea generale delle Nazioni Unite una relazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e la comunicazione di oggi servirà a definire la posizione dell'Unione sulla loro formulazione.

La comunicazione adottata oggi propone di far convergere e integrare quanto prima questi due processi in un unico quadro post-2015.
Il testo è il risultato di un ampio processo di consultazione, che ha visto coinvolti gli Stati membri, le parti interessate e il grande pubblico.

La situazione ad oggi:
In occasione del Vertice del Millennio del 2000, i paesi ricchi, tra i quali anche i paesi dell'Unione europea, hanno fatto una serie di promesse ai poveri del mondo.
Vediamo quali sono state le promesse e qual è il bilancio a due anni dalla scadenza stabilita:
Obiettivo 1: Eliminare la povertà estrema e la fame
Promessa: Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Dimezzare, fra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffre la fame.
Bilancio: La percentuale delle persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno si è notevolmente ridotta (dal 42 al 25%), soprattutto grazie alla forte crescita della Cina, ma supera comunque il 50% nell'Africa subsahariana. La contrazione dell'economia minaccia di annullare i progressi fatti, riportando qualcosa come 100 milioni di persone in una condizione di povertà estrema. La crisi ha anche provocato un aumento dei lavoratori indigenti e delle situazioni occupazionali vulnerabili. I piccoli passi avanti compiuti nel contrastare la denutrizione e la malnutrizione infantile si sono arrestati a seguito della crisi dei prezzi degli alimenti del 2008.

Obiettivo 2: Raggiungere l'istruzione elementare universale
Promessa: Garantire che, entro il 2015, tutti i bambini e le bambine, ovunque vivano, completino il ciclo degli studi elementari.
Bilancio: Le iscrizioni alla scuola primaria sono passate dall'83% nel 2000 all'88% nel 2007 e il tasso di abbandono scolastico si riduce lentamente. Le bambine e le minoranze etniche devono fare i conti con una maggiore discriminazione.

Obiettivo 3: Promuovere l'uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne
Promessa: Eliminare, preferibilmente entro il 2005, e a tutti i livelli entro il 2015, le disparità di genere nell’istruzione elementare e secondaria.
Bilancio: L'obiettivo del 2005 di eliminare le disparità di genere nell'istruzione primaria e secondaria non è stato raggiunto nonostante i progressi fatti. Vi sono più donne che lavorano, eppure la maggior parte di esse ha impieghi vulnerabili. Anche se nell'ultimo decennio il numero di deputati donne è aumentato di oltre il 50%, la percentuale totale non supera il 17%.

Obiettivo 4: Diminuire la mortalita' infantile
Promessa: Ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età.
Bilancio : Il numero delle morti sotto i cinque anni si è notevolmente ridotto, passando dagli oltre 12 milioni nel 1990 ai circa 9 milioni attuali. Nonostante i notevoli progressi fatti in particolare per quanto riguarda il morbillo, il traguardo degli OSM è però ancora molto lontano

Obiettivo 5: Migliorare la salute materna
Promessa: Diminuire di tre quarti, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna
Bilancio: La mortalità materna colpisce oltre mezzo milione di donne l'anno e i progressi in merito sono stati trascurabili, soprattutto nell'Africa subsahariana. Le gravidanze delle adolescenti sono ancora troppo frequenti mentre l'accesso a contraccettivi e alla pianificazione familiare è migliorato di poco.

Obiettivo 6: Combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
Promessa: Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire la diffusione dell’HIV/AIDS. Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie.
Bilancio: Le morti causate da AIDS e da nuove infezioni da virus HIV si sono stabilizzate o sono addirittura in calo, anche se i livelli rimangono preoccupanti. La battaglia contro la malaria è quasi vinta e i casi di TBC sono in continua diminuzione, ma è fondamentale che i finanziamenti aumentino in modo significativo e costante.

Obiettivo 7: Assicurare la sostenibilità ambientale
Promessa: Integrare i principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi nazionali e invertire la tendenza al depauperamento delle risorse naturali. Dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone che non hanno un accesso sostenibile all’acqua potabile e ai servizi fognari. Raggiungere entro il 2020 un significativo miglioramento nelle esistenze di almeno 100 milioni di abitanti dei quartieri degradati.
Bilancio: Le emissioni di CO2 sono notevolmente aumentate nei paesi in via di sviluppo. La percentuale di specie ittiche sovrasfruttate è arrivata all'80%. La deforestazione non dà segni di rallentamento. D'altro canto il traguardo OSM per l'acqua potabile è raggiungibile e manca solo metà strada per arrivare all'obiettivo che garantisce l'accesso ai servizi igienico-sanitari. Rispetto a vent'anni fa diverse centinaia di milioni di persone non vivono più nelle baraccopoli.

Obiettivo 8: Sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo
Promessa: Sviluppare ulteriormente un sistema finanziario e commerciale aperto, equo, basato su delle regole, prevedibile e non discriminatorio, finalizzato alle esigenze delle nazioni meno sviluppate. 
Trattare in maniera efficace i problemi del debito dei Paesi in via di sviluppo, mediante l’adozione di misure nazionali e internazionali che rendano il loro debito sostenibile nel lungo periodo. In collaborazione con i paesi in via di sviluppo, sviluppare e mettere in atto strategie per creare dei posti di lavoro dignitosi e produttivi per i giovani . Nei Paesi in via di sviluppo, in collaborazione con le imprese farmaceutiche, fornire accesso a medicinali essenziali con prezzi abbordabili. In collaborazione con il settore privato, rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, specialmente le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Bilancio: La crisi ha fatto sì che alcuni paesi UE abbiano ridotto il loro bilancio per gli aiuti. Per quanto riguarda l'accesso alle nuove tecnologie, i telefoni cellulari si stanno diffondendo rapidamente nei paesi in via di sviluppo ma l'accesso a Internet rimane limitato.

 

Stefania Fenati
(febbraio 2013)

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