Conoscere la Carta dei diritti è diventato un dovere

L'UE ha reso vincolante la Carta dei diritti fondamentali e documenta gli sviluppi

immagine europaCon l’entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° gennaio 2009, ventiquattro paesi membri dell’Unione europea (tranne Regno Unito, Polonia e Repubblica Ceca che hanno ottenuto una “clausola di esclusione” o “opt-out” ) hanno deciso di conferire alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea il medesimo valore giuridico dei trattati, attribuendole dunque un carattere pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli stati membri.

L´UE e il rispetto dei diritti - Con l’obiettivo di fare dell’Unione un caso esemplare per il rispetto dei diritti umani fondamentali nell’elaborazione delle leggi, la Commissione ha deciso di adottare la Strategia per un’attuazione effettiva della Carta e di impegnarsi a pubblicare relazioni annuali per informare meglio i cittadini in merito all’applicazione della Carta e per misurare i progressi compiuti nella sua attuazione.
L’ultima relazione è stata presentata lo scorso 16 aprile 2012.

Per una cultura dei diritti - La prima considerazione fatta dalla Commissione riguarda il rafforzamento di una cultura dei diritti fondamentali nell’UE, ovvero l’intento di rendere la Carta uno strumento efficace ed effettivo a disposizione dei cittadini e di garantirne il rispetto nel corso dell’intero iter legislativo. In questo sforzo, che ha già prodotto diversi risultati concreti, hanno svolto un ruolo fondamentale anche il Parlamento europeo e il Consiglio, nelle loro funzioni di colegislatori.

Il Parlamento europeo ha infatti insistito sulla dimensione dei diritti fondamentali nelle nuove proposte legislative dell’Unione. Solo per citare alcuni esempi, il Parlamento ha approvato la proposta della Commissione di modificare la direttiva sulla qualifica di rifugiato, che rafforzerà i diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria nell’UE, ed ha ampliato i diritti sociali dei lavoratori immigrati nella direttiva sul permesso unico, recentemente adottata.

Dal canto suo, il Consiglio, riconoscendo l’importanza del proprio ruolo nell’assicurare l’effettiva attuazione della Carta, si è impegnato a garantire che gli Stati membri valutino l’impatto dei loro interventi sui diritti fondamentali, ribadendo che ogni istituzione è responsabile della valutazione dell’impatto delle proprie proposte e modifiche.

Anche gli effetti della Carta sulla Corte di giustizia dell’Unione europea sono già evidenti: le sue sentenze, infatti, rinviano sempre più frequentemente alla Carta (il numero di sentenze che la citano nella motivazione è aumentato di più del 50% rispetto al 2010).

Promozione della parità - Il secondo punto chiave nella relazione della Commissione è quello relativo alla promozione della parità tra uomini e donne all’interno dell’Unione europea. In seguito alla comunicazione della Commissione, il Consiglio ha deciso di adottare il Patto europeo per la parità di genere, riaffermando così l’impegno a colmare le disparità fra donne e uomini nell’occupazione, nell’istruzione e nella protezione sociale, a garantire pari retribuzione per lo stesso lavoro, a promuovere una pari partecipazione delle donne ai processi decisionali e a lottare contro tutte le forme di violenza contro le donne.

Inoltre, la Commissione ha invitato tutte le società dell’UE quotate in borsa a firmare la dichiarazione “Impegno formale per più donne alla guida delle imprese europee” e a sviluppare mezzi per accrescere la presenza femminile ai vertici delle aziende, con l’obiettivo di raggiungere una quota femminile del 30% entro il 2015 e del 40% entro il 2020 nei consigli d’amministrazione delle maggiori società europee quotate in borsa.

Più chiarezza e comprensibilità - Terza e ultima osservazione della Commissione relativa all’efficacia e all’effettività dell’attuazione della Carta è quella riguardante gli sforzi supplementari necessari per spiegare ai cittadini in quali situazioni si applica la Carta e a chi rivolgersi in caso di violazione di tali diritti. Da un recente sondaggio Eurobarometro è emerso che il dubbio più diffuso è se la Carta si applichi a tutte le azione degli Stati membri, compresi i settori di competenza nazionale: essa non si applica in tutte queste materie.

La Commissione ricorda che le istituzioni e gli organi dell’Unione europea (in particolare il Mediatore europeo) e le autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri condividono la responsabilità di informare meglio i cittadini sulla Carta e sugli organismi a cui ricorrere qualora ritengano violati i propri diritti.

Valutazioni - Infine, l’ultima parte della relazione è invece dedicata alla valutazione dei principali sviluppi nell’anno precedente (2011).

I settori che hanno progredito maggiormente sono stati quelli relativi alla libera circolazione delle persone, alla promozione dei diritti dei minori, al rafforzamento dei diritti delle vittime e dei diritti processuali, alla lotta contro le espressioni di odio razziale e xenofobo, al contributo alla competitività dell’Unione europea (in particolare la libertà d’impresa) e ai passi decisivi compiuti in vista dell’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea per i diritti dell’uomo.

Tamara Tisminetzky - aprile/maggio 2012

La relazione sull´applicazione della Carta dei diritti

Azioni sul documento