Van Rompuy a Parma

Il Presidente del Consiglio europeo presente alla cerimonia di inaugurazione del Collegio europeo di Parma

Van RompuyLo scorso 12 gennaio si è tenuta, all’interno della splendida cornice del Teatro Regio di Parma, l’inaugurazione del nuovo anno accademico del Master e Diploma in Alti Studi europei del Collegio Europeo. Ospite d’onore: il Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy. Nella sua lectio magistralis, pronunciata dinanzi ai nuovi e vecchi alunni del Collegio, al mondo accademico e alle autorità presenti, il Presidente Van Rompuy ha elencato le principali sfide che l’Unione Europea si troverà ad affrontare nell’immediato futuro e che riguardano l’ambiente e la politica economica d’asilo e immigrazione.

Un mondo in continuo cambiamento – Primo ed essenziale punto toccato dal Presidente è stata l’attuale situazione internazionale in cui l’Europa si trova a dover operare:

“Mai, nella storia del mondo, le cose sono cambiate in così poco tempo. Negli ultimi 65 anni la velocità di questo cambiamento è stata stupefacente e, per fortuna, nella maggior parte del tempo nella direzione giusta per l’umanità e per l’Europa, che ha dato prova di un istinto di sopravvivenza straordinario.”

Essere coscienti del mondo che ci circonda è sicuramente un passo essenziale per poter pensare una strategia europea che affronti le sfide future, a cominciare da quella economica e monetaria che sta interessando Grecia, Irlanda e Portogallo e minaccia di allargarsi anche a Spagna, Belgio e Italia. Ed è proprio in merito alla crisi che Van Rompuy annuncia:

“Rafforzeremo la convergenza delle politiche economiche nella zona euro, forse già quest’anno. La storia avanza tra scosse e scogli, dopo i quali è normale dover aggiustare e correggere il tiro.[...] I paesi della zona euro devono evidentemente ravvicinarsi più degli altri: infatti non solo condividono un mercato, ma una moneta unica! Ciò significa che il coordinamento delle politiche economiche dovrà essere nel loro caso maggiore, pur mantenendo i pilastri del nostro modello sociale. Appoggiandosi sui nuovi strumenti che stiamo per porre in essere gli Stati della zona euro possono e debbono sviluppare politiche di convergenza fondate su una volontà politica comune”.

Il continuo cambiamento del mondo che ci circonda e soprattutto la velocità con cui questo si presenta è sicuramente una delle principali cause di angoscia e percezione di insicurezza oggi in Europa. Il rapido susseguirsi di cambiamenti alimenta il timore che ce ne possano essere degli altri, magari di peggiori.
Ed è a questo senso di smarrimento e paura, che caratterizza la società europea nel suo complesso, che gli stati membri e l’Unione europea dovranno dare una risposta, rilanciando politiche di sostegno sociale e di welfare, senza alimentare le tensioni e divisioni presenti o latenti nella società civile:

“Per questo è imperativo creare e mantenere dei nuclei e delle zone di stabilità nelle nostre società, attraverso una protezione sociale efficace, rafforzando il potenziale delle persone grazie all´istruzione, investendo nel "capitale" sociale e familiare per aumentare la coesione delle nostre società, controllando e organizzando meglio l´immigrazione; ma anche attraverso parole politiche positive, parole pubbliche che respirano la fiducia e la speranza”.

Ed anche se le notevoli difficoltà economiche e sociali oggi più che mai spingono verso politiche protezionistiche e di stampo nazionalista bisogna sempre tener ben presente che nessuno stato europeo può affrontare le future sfide economiche, politiche, sociali, ambientali etc. da solo:

“[...] solo in quanto Unione, nel sottile equilibrio tra unità e diversità che abbiamo sviluppato, possiamo difendere i nostri interessi e valori nel mondo in evoluzione”.

La sfida ambientale – A livello europeo, la sfida ambientale implica sia il campo energetico che quello climatico. La sicurezza energetica è sicuramente una delle grandi priorità della politica europea. L´Unione non sarà mai totalmente indipendente per quel che riguarda le risorse energetiche. Per questo motivo diventa strategico e fondamentale portare avanti una politica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Una sfida che va sicuramente al di là delle possibilità dei singoli paesi europei.

Per quanto riguarda la questione climatica, invece, l´Unione Europea continua ad essere l´unica regione del mondo dotata di una normativa vincolante in materia di riduzione de CO2:

“Venendo al tema del clima, sappiamo ormai che è in gioco il destino dell´intero pianeta. Nessuno, né voi, né io, né nessun altro, potrà dire in futuro che non sapeva; in questo caso non ci si potrà nascondere dietro la scusa dell´ignoranza.”

Oggi l´Unione Europea deve scegliere se continuare a camminare da sola verso questa strada o aspettare che anche gli altri stati comprendano la posta in gioco e inizino a contribuire in maniera convinta alla riduzione di emissioni di CO2 nell´atmosfera.

Questa la posizione di Van Rompuy:

“Credo che l´Unione europea debba vagliare l´ipotesi di compiere, di sua iniziativa, un passo supplementare nella riduzione di emissioni di CO2, indipendentemente da ciò che gli altri faranno o meno. Questo passo potrebbe recarci vantaggio in termini economici, sul piano dell´innovazione e dell´occupazione”.

Van Rompuy con le sue parole centra il nucleo della questione. L´obbligo di ridurre le emissioni di CO2 non deve essere visto come un problema ma al contrario come un´opportunità. Oggi la vera questione è quella di trarre anche dei vantaggi economici dal fatto che l´Unione Europea si è portata all´avanguardia per quanto riguarda la tecnologia “verde”. Dei vantaggi a livello di competitività delle aziende e a livello occupazionale per quanto riguarda il lavoro.

Asilo e immigrazione – Altra questione spinosa e sulla quale è necessario che gli stati europei collaborino liberi da vincoli ideologici e propagandistici è l´immigrazione. Ormai è chiaro che i timori relativi la libera circolazione delle persone dopo l´allargamento dell´Unione ai paesi dell´Europa centrale e orientale erano infondati. La migrazione è un qualcosa di traumatico prima di tutto per chi decide di emigrare: donne e uomini che lasciano le proprie case e famiglie alla ricerca di un futuro migliore e che nella maggior parte dei casi sognano di poter tornare presto nel proprio paese.
Per questo motivo bisogna insistere sull´integrazione degli immigrati nelle nostre società, puntando l´accento sui valori democratici fondamentali e tenendo sempre ben presente che l´immigrazione è fondamentale per l´economia europea e per molti stati membri che registrano un un crescente declino demografico:

"Da 20 o 30 anni l´immigrazione è stata troppo spesso considerata un campo di battaglia politico invece che un tema che imponeva risposte sostanziali e rapide. Fra apologia del pluralismo culturale e stop all´immigrazione si è assistito a una schematizzazione semplicistica del dibattito, che è invece colmo di sfide e di opportunità. Anche in questo caso occorre sforzarsi di trovare il giusto equilibrio tra i diversi aspetti della questione".

“Non abbiate paura” - E´ questo il messaggio finale che Van Rompuy ha deciso di dare attraverso le conclusioni del suo discorso, citando Giovanni Paolo II:

Agli europei vorrei dire: "Non abbiate paura". Evidentemente una certa rivendicazione storica ha fatto il suo tempo, ma non v´è alcuna ragione di perdere la fiducia in noi stessi. Dopo la seconda guerra mondiale, nell´atto di fondazione europea, la fiducia in qualche modo ha preso il posto dell´arroganza … Ripeto quindi, soprattutto ai giovani: "Non abbiate paura". In questo continente così bello, voi giovani, come tutti noi, abbiamo tutte le ragioni di credere nel nostro futuro.

Alessio Vaccaro - gennaio 2011

Azioni sul documento