Il Nobel per la Pace dal 1901: storie e vincitori

La storia del Nobel per la pace e qualche nome

medaglia con Alfred NobelE’ dal 1901 che nel mondo viene assegnato il Premio Nobel per il mantenimento della Pace. Obiettivo del Premio proprio quello di mettere in luce chi ha dato prova di coraggio sostenendo idee di pace e democrazia in tutto il mondo. Tra i premi istituiti da Alfred Nobel – insieme a quelli di Fisica, Chimica, Medicina e Letteratura - quello per la Pace è tra i più prestigiosi ed è forse anche quello più “problematico”. Spetta infatti ad un comitato nominato dal Parlamento norvegese stabilire a chi conferire il Premio e non sempre è una scelta semplice ed univoca a differenza delle altre discipline più tecniche...

Inoltre trattandosi di un tema controverso e non sempre “presente” - la pace – in alcuni anni il Premio non è neppure stato assegnato – ad esempio durante le due Guerre mondiali, la Guerra fredda e la Guerra del Vietnam.

Nobel a capi e organizzazioni - Ma chi è stato premiato nel corso di questi anni? Non sempre si è trattato di singole persone, ma anche di gruppi o di organizzazioni, come ad esempio le Nazioni Unite, Amnesty International, Medici Senza Frontiere o la Croce Rossa (premiata più volte). Spesso si è trattato di capi di Stato come Theodore Roosevelt, Barack Obama, Kim Dae-Jung (presidente della Corea del Sud), Michail Gorbacëv, ex presidente dell´Unione Sovietica, e addirittura Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzhak Rabin che sono stati premiati nel 1994 “per i loro sforzi per creare la pace in Medio Oriente”.

Nobel controversi - E sono state soprattutto le premiazioni ai capi di Stato, quelle più “contestate”. Sono un esempio Arafat e Peres, che hanno decisamente disilluso i loro propositi l’anno seguente al Nobel, ma anche il Premio a Obama nel 2009 per le sue “capacità diplomatiche” ha fatto storcere il naso a molti. Senza contare il caso del Nobel del 1945 attribuito a Cordell Hull, segretario di stato di Franklin D. Roosevelt. Hull ricevette il Premio per la pace grazie al suo impegno per la creazione delle Nazioni Unite, ma la giuria norvegese nell’attribuirgli tale merito forse dimenticò che nel 1939 Hull costrinse il presidente a vietare l’ingresso nelle acque statunitensi di una nave piena di ebrei che fuggivano dalle persecuzioni. La nave fu costretta a tornare indietro e più di un quarto dei suoi passeggeri morì nell’Olocausto.

Nobel celebri - Premiazioni celebri e indiscusse sono state quelle attribuite a Martin Luther King nel 1964 per le sue “battaglie” per i diritti civili, a Madre Teresa di Calcutta nel 1979 per la sua vita dedicata ai poveri, a Nelson Mandela nel 1993 per la sua lotta – ovviamente pacifica - contro il regime di apartheid in Sudafrica.

Donne e uomini - Ad oggi sono molto più numerosi gli uomini premiati rispetto alle donne (78 contro 15), tuttavia tra le donne figurano, oltre a Madre Teresa di Calcutta, Aung San Suu Kyi, la leader democratica birmana che oggi è stata finalmente liberata dopo 15 anni di arresti domiciliari ma che era stata già premiata con il Nobel nel 1991 per la sua opposizione al regime militare, Shirin Ebadi, l’avvocatessa iraniana impegnata nella difesa dei diritti umani ancora oggi in esilio in Canada e Wangari Maathai, morta da pochi mesi e tra le prime donne africane leader fondatrice di un movimento per la sostenibilità ambientale. Senza contare l’ultimo Premio Nobel per la Pace assegnato a ben 3 donne: due liberiane (la presidente Ellen Johnson Sirleaf e l’avvocatessa Leymah Gbowee) e la giornalista yemenita Twakkol Karman.

Tra le donne Nobel meno conosciute: Bertha Von Suttner, una baronessa che nel 1905 scrisse un libro contro la guerra che all’epoca divenne famosissimo “Giù le armi”, Jane Addams che nel 1931 fu presidente della Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà e Jody Williams, che più recentemente fondò la Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo.

D’altronde uno dei meriti del Nobel per la Pace è proprio quello di far conoscere al mondo anche le storie più lontane. Magari non tutti ci ricordiamo di Liu Xiaobo, che vinse il Nobel per la Pace nel 2010 – e che tra l’altro non riuscì mai a ritirarlo, essendo stato imprigionato dal governo cinese - ma è da pochi anni che sappiamo (meglio) in che condizioni vive il popolo cinese. Ed è anche grazie a lui e alla sua battaglia pacifica, che ora siamo coscienti della situazione dei diritti umani in Cina e non possiamo più girare la testa dall’altra parte.

Un Premio dovrebbe non solo celebrare il “premiato” ma servire se non da esempio, perlomeno da coscienza al resto della civiltà.

Perché le donne, gli uomini, le organizzazioni che sono state premiate e che hanno realmente combattuto, rigorosamente senza armi (ed è molto più difficile), per diffondere ideali di pace e libertà, sono innanzitutto coerenti. Perché se ci si batte per la pace, è necessario farlo senza usare armi. Anche se è più difficile e ci vuole più tempo. “Sii il cambiamento che vuoi essere” diceva Mahatma Gandhi. La coerenza di questi personaggi è la loro forza.

Francesca Mezzadri - dicembre 2011

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