"Perchè l'uomo (Rom) non è fatto per vivere senza libertà"

La situazione dei Rom in Europa. Unica strada: la tollerenza

Un sondaggio realizzato sulle minoranze dell´Unione europea e la discriminazione nel 2009 ha mostrato che, da un numero di 23.500 di immigrati e minoranze etniche intervistate, 1 Rom su 4 è stato vittima di reati personali, tra cui aggressioni, minacce e molestie gravi, almeno una volta negli ultimi 12 mesi. In media, 1 su 5 rom intervistati è stato vittima di reati a sfondo razziale personali almeno una volta nell’anno.

Il sondaggio UE-MIDIS - Inoltre, l´indagine mostra che l’81% dei Rom che ha indicato di essere vittima di aggressioni, minacce o molestie gravi ha ritenuto che la loro aggressione fosse a sfondo razziale.

Il sondaggio UE- MIDIS, Unione Europea-Minoranze e Discriminazione, è stato il primo a interrogare gli immigrati e le minoranze etniche di tutti gli Stati membri dell´Unione europea sulle loro esperienze di discriminazione e di vittimizzazione criminale nella vita quotidiana.
Condotto dalla Agenzia dell´Unione europea per Diritti Fondamentali, mostra come molti episodi di discriminazione e vittimizzazione non vengano dichiarati e come la raccolta di dati sulla discriminazione e ritorsioni nei confronti dei gruppi di minoranza sia limitata in molti Stati membri dell´Unione. UE-MIDIS fornisce la prova più completa ad oggi della portata della discriminazione e ritorsioni contro le minoranze nell´Unione europea.

Discriminazioni quotidiane - 20 anni dopo il crollo del muro di Berlino e la fine dell’Unione Sovietica, in un’Europa in cui la democrazia e il rispetto dei diritti dell’uomo sono i valori fondamentali di una società europea, in un’Europa in cui l’individuo e la sua identità stanno al centro di una società del 21esimo secolo che riunisce 27 identità diverse, la situazione della minoranza etnica più grande al mondo rimane drammatica ed in uno stato di degrado inaccettabile.

Secondo il sondaggio realizzato dell’Agenzia Europea per i diritti fondamentali, anche secondo l’esperienza quotidiana di ognuno di noi, le violazioni dei diritti umani e gli atti di discriminazione nei confronti dei Rom sono purtroppo all´ordine del giorno.
Capita spesso che queste persone vengano fermate per strada e senza alcun motivo sospettate di aver commesso qualche crimine, portate alla stazione di polizia o addirittura picchiate per strada senza alcuna conseguenza per i colpevoli. E’ frequente che venga loro negato l´accesso a qualsiasi servizio di base a cui pure avrebbero diritto.

Stigmatizzare un’intera minoranza etnica a causa dei delinquenti che pur esistono anche tra i Rom come per qualsiasi altra identità etnica, è la chiarissima prova che oggi, l’Europa centro-orientale e specialmente quella occidentale, si confronta con un grande senso di intolleranza ed ignoranza al suo interno.

Un problema non risolto - Il problema dei Rom è tuttora molto complicato, e nonostante i programmi di assistenza comunitaria, i progetti di intervento per favorire l’inclusione sociale di questa minoranza non hanno prodotto gli effetti desiderati, anzi i Rom oggi sono forse ancora più ai margini di quanto lo fossero prima.
Ci troviamo dinanzi ad un fenomeno sociale complesso che spesso pare impossibile da gestire. Un fenomeno che invece di aprire delle strade verso una possibile comprensione della situazione, verso la tolleranza, ha creato un fenomeno assurdo di razzismo manifestato attraverso la violenza, odio, sfruttamento e discriminazione.

A questa etnia fortemente oppressa ed indesiderata sembra non essere concessa la possibilità di partire da un statuto speciale, che necessita più dialogo, più riflessione che qualsiasi altra minorità, considerando la situazione molto particolare. E’ vero che è molto più facile isolarci da questa gente, tenerla lontana, ai margini delle nostre città, nei campi, senza nemmeno acqua, corrente e gas, in una situazione deplorabile e misera.
In realtà questi cittadini europei avrebbero diritto alle stesse condizioni che abbiamo tutti noi, più un’attenzione speciale da parte delle autorità a causa della loro condizione sociale poco favorevole.

Sappiamo tutti che a volte la rabbia, la continua condizione di una vita misera, sfortunata, la fame, l’odio che si percepisce da parte di quelli che ti circondano creano dei sentimenti di disperazione che spesso portano alla violenza, alla criminalità. Comunque, le azioni criminali non sono assolutamente accettabili in una società come la nostra, in cui si pretende di vivere nel rispetto della dignità della propria persona.

La storia dei Rom - Il popolo Rom è quello senza una terra propria: si dice che loro siano nomadi per natura visto che comunque pochi di loro finiscono per adottare uno stile di vita sedentario. Nei nostri giorni, però, il loro nomadismo tende ad essere forzato dalla situazione molto difficile con cui questa minoranza si confronta, e non è più un fenomeno caratteristico alla loro natura. Il continuo spostamento che loro subiscono deriva dal loro allontanamento da parte di diversi paesi a causa della loro natura speciale, poco comprensibile e sempre stigmatizzata.

I Rom si confrontano con seri problemi di integrazione sociale che hanno una doppia causa. Da un lato la società Europea tende a integrare queste persone in una maniera sbagliata rispetto alle loro tradizioni, dall’altro tende a chiedere ad un popolo di tradire la propria identità rinunciando a vivere nella loro tradizione, il che sembra un’impresa impossibile.
Pensare che gli adulti Rom possano essere educati nello spirito Europeo occidentale non è possibile. Perseguire una strada comune di integrazione da parte delle autorità europee nei confronti di questa minoranza è sbagliato da principio e non farebbe altro che provare mancanza di rispetto e ignoranza davanti ad un popolo che non solo non sa vivere in un altro modo diverso fin dalla sua nascita, ma che con tutto ciò, ha tutto il diritto ad un pieno rispetto della sua identità, non importa quanto strana ed unica essa sia.

La carità - Si deve ammettere tuttavia che accettare queste persone tanto diverse in mezzo alla nostra società non è affatto un processo semplice, si devono fare sacrifici e specialmente si deve passare sopra il grande orgoglio occidentale che tristemente finisce spesso per pronunciare la famosa frase: “Invece di chiedere la carità perché non vanno a lavorare?”.

Anche questa frase dimostra ignoranza visto che, se avessimo un minimo d’interesse ad informarci sulla storia di questa etnia, sulle sue tradizioni, sapremmo che la carità per i Rom fa parte della loro cultura di popolo nomade.
E´ probabile perciò che, anche se trovassero un lavoro, loro continuerebbero a porgere il palmo della mano verso l’altro in segno di richiesta di aiuto. Oltre la semplice funzione di risorsa di sostentamento, chiedere l’elemosina è proprio l’affermazione della loro identità, è un fenomeno che caratterizza la loro sfera antropologica.
“È di carità che viviamo. Se potessimo lavorare, se qualcuno ci offrisse lavoro non chiederemmo l’elemosina. Ma forse, anche se avessimo lavoro, la chiederemmo comunque: è così che si è rom. È in questa maniera che è cresciuto mio nonno, e il nonno di mio nonno, mio padre. Così stanno crescendo i miei bambini. Porgere la mano chiedendo aiuto non è rubare.”[1]

Di conseguenza i rom finiscono sempre per essere relegati ai campi al margine delle città, nelle loro baracche improvvisate, vivendo con le loro famiglie con tantissimi bambini, affamati e pieni di paura, di rabbia, disperati e a volte pronti a rivoltarsi contro una società che proclama il rispetto dei diritti dell’uomo come il cardine dell’Unione Europea. La cosa allarmante è che la mediatizzazione di tutti questi eventi non fa altro che creare un’immagine irreale della situazione e dunque peggiorare quella già percepita dalla società in cui loro vorrebbero essere integrati col rispetto della loro identità.

Capri espiatori - I Rom spesso diventano il capro espiatorio di molti fatti criminosi che accadono, spesso non commessi da loro. Sembra che per questa minoranza, che ha sofferto tanto attraverso centinaia di anni a causa della discriminazione dell’intero mondo, percepita sempre come razza inferiore e dunque vittima dello sterminio nei campi di concentramento insieme agli ebrei, porajmos e sinti, non sia mai arrivata la fine della seconda guerra mondiale.
Sfortunatamente dopo i brutti episodi di maggio 2008 dei campi di Rom di Napoli e Milano non possiamo che accettare questa come la crudele realtà. Tutto questo purtroppo è indice di povertà culturale. Nessuno impone di amare una persona diversa da noi, però il minimo che possiamo fare è tollerare e provare a capire e implicitamente rispettare la sua diversità, la sua identità.

Il vento dell’intolleranza - Nel suo bellissimo articolo “I Rom in Italia, Il vento dell’intolleranza”, Elisabetta Vivaldi (http://www.gfbv.it) coglie con molta accuratezza l’essenza dell’intera situazione tanto particolare dei Rom oggi in Europa: "Rom", "Sinti", "viaggianti", "camminanti", "pellegrini", "Zingari", circensi, giostrai, signori o accattoni, ladri o artisti: chi sono queste genti a cui si riferiscono le fonti del passato? Sebbene essi preferiscano essere chiamati semplicemente col loro nome, rom (uomo), molti, per volontà o mera ignoranza, adottano tutt´oggi una terminologia non corretta. Come soprannome, gli è stato dato dagli scrittori romantici, quello di "figli del vento". Ma quale vento li portò e ancora li sospinge ad attraversare terre senza trovare pace? Sicuramente una brezza che soffiò e che a tratti nel tempo spira ancora, più vigorosa che mai, una corrente che troppo spesso colpisce il popolo rom indifferentemente da dove esso si trovi: il vento dell´intolleranza”.

Forse potremmo concederci un attimo di riflessione e mostrare un minimo di tolleranza di fronte a un problema che riguarda anche il nostro futuro, così come si deve in un’Europa unita.

Paula Benea - gennaio 2010

L´immagine raffigura il disegno di un bambino Rom. La ruota rappresenta il simbolo dei Rom, mentre la scritta recita: "L´uomo che ha rinunciato alla libertà perchè non ne capisce l´importanza, piano piano, senza accorgersene, si distrugerà perchè l´uomo non è fatto per vivere senza libertà. L´azzurro del cielo, il verde della terra: ecco la mia bandiera".

[1]Maria Cerino, Il problema rom in Italia: nel quartiere di Ponticelli dopo i roghi

http://www.cafebabel.it/article/29395/rom-reportage-ponticelli-napoli-roghi.html

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