Salute mentale nell'Ue: nuove proposte in tutti i campi

Il Parlamento europeo promuove il Patto europeo per la salute mentale e il benessere

Una legislazione che favorisca una politica di sostegno alla salute mentale e per il benessere della popolazione, campagne di informazione pubblica per destigmatizzare la figura del malato mentale, programmi transettoriali per la prevenzione del suicidio, supporto ai giovani e agli anziani, più ricerca nel campo della psichiatria: queste le proposte del Parlamento europeo per combattere un problema che colpisce direttamente e indirettamente la maggior parte della popolazione europea.

Il Patto europeo per la salute mentale e il benessere - Come documenta la relazione della parlamentare Evangelia Tzambazi, ¼ della popolazione europea ha avuto problemi mentali e l’Ue non è ancora in grado di fronteggiare il problema. Che si presenta serio, considerando che costa 436 miliardi di euro a tutto il Paese. Spese che se ne vanno in pensionamenti anticipati e assistenza sul lavoro e che non agiscono a livello preventivo. Il Patto europeo per la salute mentale e il benessere, accolto dal Parlamento europeo in questo mese, offre invece soluzioni che sono in grado di andare oltre alla copertura spese del problema. Soluzioni che favoriscono la prevenzione oltre che la cura. Perchè può essere considerata malattia mentale anche una lieve depressione che se non curata adeguatamente provoca disturbi sempre più seri. Soluzioni che spaziano dalla legislazione, alla ricerca, dalla comunicazione all’educazione/formazione, linee guida rivolte a tutti gli Stati membri, le autorità regionali e locali, le persone affette da disturbi mentali, i loro familiari e chi se ne prende cura.

Normativa europea - In campo legislativo, in mancanza di una direttiva unica a livello europeo specifica sul tema della salute mentale, il Patto prevede l’adozione immediata della nuova direttiva contro la discriminazione che protegge le persone con disturbi mentali e una legislazione aggiornata per ogni Stato membro che tocchi in maniera più diretta l’argomento –perlopiù confinato ai margini, come si fa con chi ne è colpito.

Comunicazione - Campagne di informazione pubblica contribuiranno a de stigmatizzare il disagio mentale – visto come problema che affligge e isola l’individuo - e a promuovere l’integrazione e l’assistenza delle persone malate che più di ogni altro hanno bisogno di aiuto e comprensione. Il Patto europeo per la salute mentale e il benessere invita tutti i media ad una “copertura responsabile della salute mentale” e promuove il sostegno a nuove iniziative in materia suggerendo l’uso del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale. Una piattaforma consultiva con le linee stabilite dal Patto europeo sarà messa a disposizione di tutti i cittadini europei.

Prevenzione del suicidio - Tra le azioni previste dal Patto europeo, anche un programma transettoriale per la prevenzione del suicidio, che miete più di 50.000 vittime l’anno in tutta l’Ue. Il programma si rivolge soprattutto ai più giovani e punta alla riduzione dell’uso di farmaci, alcol e droghe, proponendo come alternativa uno stile di vita sano. Ma il programma punta anche sulla formazione di medici e operatori psichiatrici per la prevenzione, il trattamento – e il riconoscimento - di disturbi depressivi.

Anziani - Non mancano azioni rivolte agli anziani con l’obiettivo di integrarli maggiormente alla comunità, migliorando la qualità della loro vita, ad esempio prevedendo schemi pensionistici più flessibili, o promuovendo la loro partecipazione alla vita pubblica. Anche in questo caso è poi necessario puntare sulla formazione e la ricerca per la prevenzione e la cura di malattie neurodegenerative e legate all’età.

Prevenzione e cura - Pare che la maggior parte di patologie e disturbi psichici nasca soprattutto in ambiente lavorativo, e soprattutto fra le minoranze. Tra le proposte del Patto europeo, quindi, l’obbligo per ogni impresa ed ente pubblico di pubblicare annualmente una relazione sull’attività dell’azienda a favore della salute mentale dei dipendenti e a promuovere al suo interno politiche di lotta al bullismo e alla stigmatizzazione. Infine, per quanto riguarda il capitolo “cura”, il Parlamento mira alla riabilitazione in piccole strutture residenziali di dimensione umana in modo che il malato si senta parte di una famiglia piuttosto che di una fredda struttura organizzativa.

Francesca Mezzadri - febbraio 2009

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