La condanna del Parlamento europeo nei confronti degli atti di violenza in Cina, Iran e Honduras

Come tutelare i diritti umani in Cina, India e Hunduras secondo il Parlamento europeo

La tutela dei diritti umani e la promozione della democrazia nel mondo sono da sempre stati al centro del dibattito in seno al Parlamento europeo. Lo è anche per la nuova assemblea uscita dalle elezioni del giugno 2009. Già in occasione della sua prima seduta dopo quella di insediamento, ha, infatti, fatto sentire la propria voce sulle drammatiche vicende che stanno caratterizzando alcuni degli scenari internazionali più caldi – dall’Iran alla Cina all’Honduras – di cui ci giunge eco sugli organi di informazione.

Il messaggio, lanciato in maniera ferma ed unanime, è la dura condanna di ogni forma di violazione dei diritti umani.

Iran – Il Parlamento europeo ha, innanzitutto, condannato gli atti di repressione e di violenza che da oltre un mese stanno avendo luogo in Iran contro i manifestanti della cosiddetta “onda verde” – principalmente sostenitori del candidato alla presidenza Mir Hossein Mousavi – a seguito dell’esito delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso. Molti parlamentari hanno espresso dubbi circa la correttezza della consultazione elettorale. Oltre all’uso eccessivo e spregiudicato della forza da parte della polizia, oggetto di condanna sono stati anche la limitazione illegale della libertà di espressione e di informazione, l’ostruzionismo nei confronti degli organi di stampa e le torture nelle carceri, che sono tornate ad ospitare detenuti politici. Un chiaro appello è stato lanciato alle autorità iraniane, affinché pongano fine ad ogni atto di violenza ed avviino il confronto con l’opposizione.

Cina – Nei primi giorni di luglio la regione autonoma cinese dello Xinjiang è stata teatro di una forte ondata di disordini e di violenze perpetrate su base etnico-religiosa. In passato snodo fondamentale della Via della Seta, lo Xinjiang è oggi popolato da 20 milioni di abitanti, di cui il 38% appartiene alla minoranza musulmana Uighuri, mentre il 44% al gruppo etnico predominate, gli Han. La repressione a cui gli Uighuri sono sottoposti per mano degli Han è giustificata dalla convinzione secondo cui essi godrebbero di privilegi, sussidi dal governo centrale e agevolazioni per poter praticare la propria religione. Ma in Cina non esiste libertà di religione, poiché il regime la considera come una fonte alternativa di potere. A riprova di questo il Governo cinese è intervenuto per sedare la ribellione, che ha provocato – secondo fonti ufficiali – 184 morti e 1680 feriti. Anche in questo caso il Parlamento europeo ha senza riserva condannato l’uso della forza, senza, tuttavia, appoggiare né giustificare i tentativi separatisti della regione cinese.

Honduras - Senza alcuna differenza di colore politico i parlamentari hanno duramente condannato anche il colpo di Stato avvenuto nella repubblica centro-americana dell’Honduras, che ha visto salire al potere i militari. Il Parlamento europeo ha invocato il ritorno alla guida del Paese di Zelaya, il Presidente democraticamente eletto sequestrato e condotto in esilio in Costarica. Fonti golpiste sostengono che il Presidente è detenuto sulla base di un regolare mandato di cattura emesso per il fatto di aver indetto un referendum per l’elezione di un’assemblea costituente che avrebbe dovuto adottare una costituzione di chiara impronta “chavista” scritta già da tempo. Sostenendo i tentativi di mediazione da parte dell’Organizzazione degli Stati Americani e del Presidente costaricano, nonché Premio Nobel per la pace, Oscar Arias, il Parlamento europeo ha anche proposto l’invio in Honduras di una missione di monitoraggio per un rapido ritorno all’ordine costituzionale.

Francesco Argese - luglio 2009

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