Il museo degli orrori politici

A Budapest un museo ricorda gli orrori del nazismo e stalinismo in Europa

Al 60 di Andrassy Utca, il viale che accompagnò la storia della Budapest fin du siecle, splendente di ricchi palazzi e pavimentata di legno per attutire il rumore delle mille carrozze, un edificio distrae dalla rinascita architettonica e sociale dalla caduta del muro. La casa degli orrori. Il nome non inganni perché non si tratta della stanca ripetizione del museo delle cere in versione post-comunista.

La casa degli orrori - Il museo è una coraggiosa e violenta rappresentazione dell´ininterrotta serie di crudeltà e stragi concepite dal regime fascista negli anni ´30, proseguite dal regime nazista della seconda guerra mondiale ed ereditate dai persecutori sovietici fino al 1956. Un luogo disperato che per generazioni è stato sede della polizia segreta nei vari regimi. La denuncia che i suoi ideatori vogliono consegnare alla nostra memoria di indifferenti cittadini europei è documentata con violente testimonianze. Audio e video con le testimonianze dei sopravvissuti accompagnano con le loro voci il visitatore nelle diverse stanze ricostruite. Si passa così dagli uffici delle SS, con le loro divise e le loro armi, attraverso corridoi di "sapone", fino alle stanze-interrogatorio con sedie spartane poste davanti a uno spioncino-video dove un sopravvissuto racconta personalmente l´orrore che ha dovuto subire; ci si imbatte in camere tappezzate dalle pubblicità-propaganda della fin du siecle, fino a stanze con convogli contenenti foto e oggetti dei prigionieri.
La visita include anche i sotterranei ricostruiti come le vecchie e anguste prigioni, le camere delle esecuzioni, piccole sale delle torture con tutto il corredo di strumenti di cui la polizia faceva uso. Il recupero dei materiali documentali e degli oggetti che ricostruiscono atmosfere e situazioni ha un impatto emotivo molto forte anche grazie alla concezione scenografica un po´ teatrale che accompagna il visitatore in un percorso che sottolinea la continuità ideologica nella forgiatura del male che ha attraversato i vari regimi. La coraggiosa proposta di questo museo, voluto dal Primo Ministro ungherese Orban, punta alla denuncia del crimine contro l´umanità e alla sua indifferenziata perpetrazione che origina sempre e comunque forme ripetitive di efferata malvagità.

La mostra temporanea su Katyn - Nella mostra temporanea ospitata dal museo e dedicata al genocidio degli 11.000 ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, un documento scritto da un prigioniero polacco interroga: "Siamo prigionieri politici, vittime di guerra o vittime di un genocidio?" e numerosi documenti solo recentemente tradotti svelano l´imbarazzo e le bugie dei vari capi di Stato che negavano la responsabilità di questo errore politico. L’Armata Rossa che nel 1945 liberò i sopravvissuti di Auschwitz aveva nel 1940 commesso un analogo e inspiegabile genocidio nei confronti della Polonia.

Nel recupero architettonico dello stabile colpisce la capacità creativa dei curatori di creare ambienti in cui la collocazione di testimonianze originali si accompagna ad un uso sapiente di luci, suggestioni filmiche, elementi di scena dalla concezione cinematografica. La maggior parte delle informazioni rimangono in ungherese con minimi passaggi dalla lingua veicolare inglese, ma questo non minimizza il violento impatto che fa di questo museo uno dei più importanti percorsi di storia e memoria del XX secolo.

Museo della Casa del Terrore
VI., Andrássy út 60 (Budapest)
Mar-Ven 10–18, Sab–Dom 10–19:30
Tel: 36-1 - 3742600
http://www.terrorhaza.hu/en/index_2.html

luglio 2009

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