L'uomo nero in casa

La campagna del Consiglio d'Europa contro la violenza domestica

immagine da APCEMentre in Italia infuria il dialogo sulla violenza alle donne e il tema "sicurezza" è al centro del dibattito pubblico, anche l´Assemblea parlamentare del Consiglio d´europa continua la sua campagna contro la violenza alle donne. Quella domestica però, che pare causi molte più vittime.

La violenza in casa - Secondo il Rapporto presentato nel 2006 dall´Onu la forma più diffusa di violenza sulle donne è quella praticata da un familiare o da un partner. Almeno una donna su tre in Europa è vittima di violenza fisica, psicologica o sessuale da parte del marito, fidanzato, ex fidanzato o persona conosciuta. Violenze domestiche come percosse e abusi sessuali , matrimoni forzati, molestie sul luogo di lavoro, mutilazioni genitali: i modi per colpire le donne, non solo sconosciute e non solo per strada, sono numerosi.
E il fenomeno non è nuovo. Per questo l´Assemblea parlamentare del Consiglio d´Europa (APCE) ha lanciato già da novembre 2006 una campagna con tre obiettivi principali: rafforzare il sostegno e la protezione delle vittime, promuovere politiche e provvedimenti legali volti a combattere la violenza contro le donne, e soprattutto suscitare un cambiamento di atteggiamento nei confronti di tale problema. Non solo da parte dell´opinione pubblica che più facilmente incolpa l´"uomo nero" sconosciuto, ma anche da parte delle stesse vittime che molto spesso non trovano il coraggio di denunciare l´aggressore, ben conosciuto.
Inoltre le conseguenze di tale fenomeno oltre ad essere gravi per le donne - menomazioni permanenti, problemi di salute, traumi psicologici che possono degenerare in depressione, alcolismo o tossicodipendenze - sono dannose anche per i figli e onerose per tutta la comunità -secondo uno studio del 2004, nel Regno Unito i costi diretti e indiretti delle violenze sulle donne ammontano a più di 23 miliardi di sterline (oltre 30 miliardi di euro) all’anno, cioè 440 sterline (oltre 600 euro) a persona.

L´incontro di aprile - Il problema si estende a livello europeo, ma le misure per arginarlo non sono adeguate proprio perché non corrono sullo stesso binario. In molti Paesi la legislazione non viene di fatto attuata, le discriminazioni persistono e il fenomeno della violenza domestica viene sottovalutato. Il 30 aprile l´Assemblea parlamentare del Consiglio d´Europa si è riunita a Vienna dove insieme al parlamento austriaco ha organizzato una conferenza per spronare i parlamenti degli Stati membri ad agire elaborando una convenzione-quadro europea per combattere il problema.
“Attuando la dimensione parlamentare di una campagna del Consiglio d’Europa, l’Assemblea ha avviato una cooperazione paneuropea unica in Europa al fine di ridimensionare il fenomeno della violenza domestica” ha dichiarato il presidente dell’APCE, Lluís Maria de Puig.

La campagna dell´APCE - E´ ormai da due anni che l´Assemblea si impegna a sostenere la campagna a livello parlamentare per promuovere le iniziative proposte ai parlamenti nazionali e sensibilizzare gli Stati membri a consolidare una legge unitaria e favorire lo scambio di buone prassi.
Garantire l´effettiva uguaglianza tra i sessi, rafforzare la conoscenza e l´informazione sulle violenze alle donne, attivare e coordinare strategie multisettoriali, stanziare fondi adeguati: queste le misure da adottare, anche in base alle esperienze di alcuni Paesi che sono riusciti a ridurre il tasso di violenza contro le donne. Come l´Austria.
“Il parlamento austriaco ha anticipato i tempi con l’adozione, undici anni fa, di una legge esemplare. Oggi, i nostri parlamentari devono enfatizzare il loro impegno al fine di applicare, nelle legislazioni nazionali, una volontà politica chiaramente espressa a partire dall’inizio della campagna, ovvero dalla fine del 2006”, ha spiegato De Puig durante la conferenza.
E´ logico però che i progressi in ambito legislativo non sono sufficienti a prevenire o ad arrestare il fenomeno della violenza domestica. Basti pensare al recente fatto di cronaca che ha sconvolto l’Austria: un terribile caso di abuso familiare, ignorato, chissà come, da quasi tutti. Forse perchè è più sempice non volere riconoscere certi fatti, o magari imputarli ad "uomini neri" sconosciuti. Tuttavia, come ricorda alla fine della conferenza il cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer, “Rompere il silenzio intorno alla violenza domestica e denunciare qualsiasi offesa alla dignità umana è una responsabilità che spetta ad ognuno di noi”. In quanto esseri umani.

Francesca Mezzadri - aprile 2008

Il sito dell'APCE contro la violenza alle donne

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