Continua la guerra aperta in Europa alle fake news

A gennaio 2018 pubblicammo sul nostro sito un articolo nel quale davamo conto dell’intenzione da parte della Commissione europea di arrivare a passi veloci ad un contrasto serio rispetto alla diffusione di notizie false soprattutto sui social network nell’Unione europea.

A novembre 2017 la Commissione Ue costituì di un “gruppo di esperti di alto livello” per analizzare ogni aspetto della diffusione di notizie false, soprannominata dalla stampa europea “task force contro le fake news”, avviò inoltre una consultazione pubblica on line ed annunciò l’uscita di un sondaggio di Eurobarometro per marzo 2018.

In base al rapporto indipendente pubblicato nel marzo 2018 dal gruppo di esperti ad alto livello sulle notizie false e la disinformazione online e alla consultazione pubblica condotta nel corso degli ultimi sei mesi, la Commissione definisce la disinformazione quale "informazione rivelatasi falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che può arrecare un pregiudizio pubblico".

Secondo l'indagine Eurobarometro  di cui sopra, l'83% degli intervistati ha dichiarato che le notizie false costituiscono un pericolo per la democrazia. Desta particolare preoccupazione presso i rispondenti la disinformazione intenzionale tesa a influenzare le elezioni e le politiche di immigrazione. L'indagine ha anche evidenziato l'importanza di disporre di mezzi di comunicazione di qualità: le persone intervistate ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70%, TV 66%, stampa 63%), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con tassi di fiducia rispettivamente del 26% e del 27%.

Infine, il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle notizie false e la disinformazione in cui si rileva che i due terzi dei fruitori di notizie online preferiscono l'accesso mediante piattaforme guidate da algoritmi, come motori di ricerca e aggregatori di notizie, e siti web di social media. Nello studio si afferma inoltre che il potere di mercato e i flussi di entrate si sono spostati dagli editori di notizie agli operatori di piattaforme in possesso di dati che permettono loro di abbinare articoli e annunci ai profili dei lettori.

Da tutto questo lavoro la Commissione europea ha tratto delle conclusioni e si è affrettata a proporre alcune misure per contrastare la disinformazione online.

Alcune di queste misure possono essere messe in atto direttamente dalle istituzioni europee, altre non possono che essere un invito, ma anche un supporto, agli stati membri ed ai soggetti coinvolti nella produzione, diffusione e fruizione delle notizie. 

1. un codice di buone pratiche sul tema della disinformazione: entro luglio, come primo passo, le piattaforme online dovrebbero mettere a punto e applicare un codice comune di buone pratiche con l'obiettivo di:

  • garantire trasparenza circa i contenuti sponsorizzati, in particolare per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica, restringere il numero di possibili bersagli di propaganda politica e ridurre il profitto dei vettori di disinformazione;
  • fare maggiore chiarezza in merito al funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi;
  • agevolare la scoperta e l'accesso da parte degli utenti di fonti di informazione diverse, che sostengano differenti punti di vista;
  • applicare misure per identificare e chiudere gli account falsi e per affrontare il problema dei bot automatici;
  • fare in modo che i verificatori di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche possano monitorare costantemente la disinformazione online.

 

2. una rete europea indipendente di verificatori di fatti: la rete stabilirà metodi di lavoro comuni, scambierà le migliori pratiche e opererà per conseguire la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta l'UE; i verificatori saranno scelti tra i membri dell'UE facenti parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network), che segue un rigido codice etico;

3. una piattaforma online europea sicura sulla disinformazione che supporti la rete dei verificatori di fatti e i ricercatori del mondo accademico raccogliendo e analizzando dati a livello transfrontaliero, nonché dando loro accesso a dati riguardanti l'intera Unione europea;

4. la promozione dell'alfabetizzazione mediatica: una maggiore alfabetizzazione mediatica aiuterà gli europei a riconoscere la disinformazione online e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti online. A questo fine la Commissione inviterà verificatori di fatti e organizzazioni della società civile a fornire materiale didattico a scuole e insegnanti e ad organizzare una settimana europea dell'alfabetizzazione mediatica;

5. il sostegno agli Stati membri nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici;

6. la promozione di sistemi di identificazione online volontari per migliorare la tracciabilità e l'identificazione dei fornitori di informazioni e promuovere maggiore fiducia e affidabilità delle interazioni online e dell'informazione stessa e delle sue fonti;

7. il sostegno all'informazione diversificata e di qualità: la Commissione invita gli Stati membri ad aumentare il loro sostegno al giornalismo di qualità, per un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile. Nel 2018 la Commissione lancerà un invito a presentare proposte per la produzione e la diffusione di notizie di qualità sui temi dell'UE tramite mezzi di informazione basati su dati;

8. la messa in campo di attività di sensibilizzazione mirate a contrastare le notizie false sull'Europa e la disinformazione all'interno e al di fuori dell'UE, da stabilirsi in base a una politica di comunicazione strategica coordinata, elaborata dai servizi della Commissione, che combini le iniziative attuali e future dell'UE in tema di disinformazione online con quelle degli Stati membri.

 Le prossime tappe:

A breve la Commissione UE convocherà un Forum di soggetti interessati per realizzare un quadro operativo per una cooperazione efficace tra le parti interessate, tra cui le piattaforme online, l'industria della pubblicità e i principali inserzionisti, e per ottenere l'impegno a coordinare e intensificare gli sforzi per contrastare la disinformazione.

Entro luglio 2018 il Forum dovrebbe realizzare un codice di buone pratiche a livello di UE sul tema della disinformazione

Ad ottobre 2018 dovrebbe uscire il primo report di impatto sull’applicazione del codice di buone pratiche

Entro dicembre 2018 la Commissione presenterà una relazione sui progressi compiuti, nella quale sarà esaminata la necessità di ulteriori attività per garantire il monitoraggio continuo e la valutazione delle azioni delineate.


s.f. 2/5/2018