Il Consiglio europeo straordinario detta le linee per gestire la crisi dei rifugiati

Il Consiglio europeo straordinario detta le linee per gestire la crisi dei rifugiati

L'improvviso aumento del numero di persone costrette ad abbandonare le loro case per fuggire alla violenza e cercare rifugio mette alla prova l'Unione europea. L'agenda europea sulla migrazione, presentata dalla Commissione a maggio, ha evidenziato la necessità di un approccio globale alla gestione della migrazione.

Da allora sono state introdotte varie misure, tra cui due meccanismi di emergenza per la ricollocazione di 160 000 persone bisognose di protezione internazionale dagli Stati membri più colpiti in altri Stati membri dell'UE. L'attuale crisi dei rifugiati richiede tuttavia ulteriori interventi immediati. Il collegio dei commissari presenta oggi una serie di azioni prioritarie da avviare entro i prossimi sei mesi (allegato 1), che il Presidente Juncker presenterà stasera ai capi di Stato e di governo europei riuniti in un vertice informale.

Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato: "Malgrado la nostra fragilità, malgrado quelle che percepiamo come nostre debolezze, oggi l'Europa è vista dai rifugiati come luogo di rifugio e di esilio. Di questo ruolo dobbiamo essere orgogliosi, anche se ci pone delle sfide. La priorità oggi è, e dev'essere, affrontare la crisi dei rifugiati. La decisione di ricollocare 160 000 persone dagli Stati membri più colpiti è un evento senza precedenti, un'autentica e lodevole espressione della solidarietà europea. Non può essere, tuttavia, il punto finale. È tempo che l'Unione europea, le sue istituzioni e tutti i suoi Stati membri prendano nuove iniziative ambiziose, determinate e concertate."

Che cosa è stato fatto

Negli ultimi mesi la risposta dell'Europa è stata ampia e decisiva.

  • Abbiamo triplicato la nostra presenza in mare, moltiplicando per tre le risorse e i mezzi disponibili per le operazioni congiunte Poseidon e Triton di Frontex. Da allora sono state salvate più di 122 000 vite umane. Anche se ogni vita perduta è una di troppo, il nostro impegno ha permesso di salvare un numero molto maggiore di persone: l'aumento è del 250%.
  • Abbiamo mobilitato i fondi dell'UE a sostegno degli Stati membri più colpiti, stanziando più di 70 milioni di euro in finanziamenti di emergenza, in aggiunta ai 7 miliardi di finanziamenti pluriennali destinati agli Stati membri nel periodo 2014-20 per sostenerne gli sforzi nel settore della migrazione e della gestione delle frontiere (allegato 2).
  • Abbiamo raddoppiato gli sforzi per combattere i trafficanti e smantellare i gruppi responsabili della tratta di esseri umani. Adesso è più difficile procurarsi imbarcazioni a poco prezzo e quindi diminuiscono le persone che mettono a rischio la vita su mezzi insicuri e inadatti alla navigazione in mare. Di conseguenza, il numero di migranti che utilizzano la rotta del Mediterraneo centrale si è stabilizzato a circa 115 000 persone nel mese di agosto, lo stesso numero dell'anno scorso.
  • L'Unione europea è anche il primo donatore nell'impegno mondiale per alleviare la crisi dei rifugiati siriani. Circa 4 miliardi di euro sono stati mobilitati dalla Commissione europea e dagli Stati membri per l'assistenza umanitaria, economica e a favore dello sviluppo e della stabilizzazione dei siriani nel proprio paese e dei rifugiati e delle comunità che li accolgono nei paesi confinanti, ossia Libano, Giordania, Iraq, Turchia ed Egitto. La Commissione europea ha inoltre stanziato 1,8 miliardi di euro attingendo ai mezzi finanziari dell'UE per istituire un "Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e di lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare in Africa".
  • Ci siamo collettivamente impegnati a reinsediare più di 22 000 persone da paesi non europei, a prova della nostra solidarietà nei confronti dei paesi vicini.
  • Con la seconda proposta di ricollocazione della Commissione adottata ieri, gli Stati membri hanno preso un altro impegno di solidarietà accettando di ricollocare 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dagli Stati membri più colpiti ad altri Stati membri dell'UE.

Azioni prioritarie per i prossimi sei mesi

La necessità più immediata è sostenere gli Stati membri che gestiscono afflussi eccezionali di rifugiati nei loro territori. Per questo è necessario agire sia all'interno che all'esterno dell'UE.

1. Misure operative

  • Pieno avvio del meccanismo di ricollocazione e squadre di sostegno per la gestione della migrazione in azione presso i punti di crisi: le squadre di sostegno avranno un'incidenza immediata sui punti più critici della catena, ossia laddove gli arrivi sono troppo numerosi perché gli Stati membri più colpiti possano gestirli efficacemente. Il personale e gli esperti nazionali di altri Stati membri mobilitati dalle agenzie dell'UE (Frontex, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo [EASO] ed Europol) aiuteranno a identificare, esaminare e registrare i migranti in arrivo nell'Unione, e a preparare e organizzare le operazioni di rimpatrio per coloro che non hanno il diritto di soggiornare nell'UE. Le squadre di sostegno possono lavorare solo in partenariato con le autorità nazionali. È ora prioritario che gli Stati membri sotto pressione completino insieme alla Commissione e comincino ad avviare entro la fine di questa settimana le loro tabelle di marcia per le squadre di sostegno che operano nei punti di crisi. Gli Stati membri dovrebbero inoltre identificare entro la fine della settimana una rete di funzionari di collegamento per tutti gli organismi governativi competenti a livello locale e nazionale in modo che le prime decisioni di ricollocazione possano essere attuate rapidamente.
  • Attivare il meccanismo di protezione civile o squadre di intervento rapido alle frontiere, per ottenere un sostegno pratico immediato dell'UE e di altri Stati membri:

o    il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea può essere attivato per mobilitare vari tipi di assistenza in natura, tra cui moduli (squadre e attrezzature), rifugi, forniture mediche e altri prodotti non alimentari, nonché consulenze;

o    gli Stati membri possono chiedere l'invio di squadre di intervento rapido alle frontiere che forniscano un sostegno immediato alle guardie di frontiera in caso di pressioni migratorie urgenti o eccezionali. Il meccanismo offre assistenza operativa per un periodo di tempo limitato. Frontex finanzia e dispiega risorse tecniche e umane nazionali provenienti dagli Stati membri.

  • Normalizzazione dello spazio Schengen ed eliminazione dei controlli alle frontiere interne: la reintroduzione temporanea dei controlli di frontiera nelle ultime settimane da parte di alcuni Stati membri può essere giustificata in situazioni di crisi in virtù del codice frontiere Schengen, ma non può mai essere altro che una misura a breve termine. Occorre intervenire prima possibile per ripristinare il normale processo di gestione della migrazione. Se queste misure saranno prorogate o saranno richieste misure supplementari, la Commissione esprimerà una valutazione ufficiale della situazione adottando un parere sulla base del codice frontiere Schengen.
  • Rafforzare l'offensiva diplomatica e intensificare la cooperazione con i paesi terzi: il vertice sulla migrazione che si terrà a La Valletta l'11-12 novembre 2015 offrirà l'opportunità di presentare la nuova priorità della politica migratoria nel quadro delle relazioni dell'UE con i partner africani. La conferenza ad alto livello sulla rotta dei Balcani occidentali in ottobre sarà l'occasione per discutere sul compito comune di affrontare le attuali pressioni e ristabilizzare la gestione della migrazione sulla rotta in questione. L'UE continuerà inoltre a collaborare strettamente con le principali organizzazioni internazionali, quali l'UNHCR, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e la Croce rossa per contribuire ad affrontare la crisi dei rifugiati a livello globale.

 

2. Sostegno di bilancio

  • Aumentare i finanziamenti di emergenza per gli Stati membri più colpiti: i finanziamenti di emergenza disponibili nel bilancio dell'UE per questo settore sono già raddoppiati quest'anno, raggiungendo la somma di 73 milioni di euro, che è già stata esaurita. La settimana prossima la Commissione presenterà una proposta volta ad aggiungere 100 milioni di euro a questa dotazione per il 2015.
  • Aumentare i finanziamenti per le tre agenzie dell'UE competenti stanziando 1,3 milioni di euro per aumentare di 60 membri il personale di Frontex, 30 quello dell'EASO e 30 quello di Europol per il 2015. Inoltre, i finanziamenti di emergenza per gli Stati membri più colpiti e i fondi per Frontex, EASO ed Europol saranno accresciuti di 600 milioni di euro per il 2016. Le agenzie dell'UE svolgono un ruolo essenziale per garantire la cooperazione e utilizzare al meglio le competenze disponibili. Oggi sono sollecitate a essere molto più attive sul terreno di quanto previsto inizialmente. Le agenzie dell'UE che operano in settori connessi alla migrazione hanno perciò bisogno di un forte apporto di risorse.
  • Riportare ai livelli del 2014 i finanziamenti per gli aiuti alimentari elargiti tramite il Programma alimentare mondiale. La maggior parte degli Stati membri dell'UE ha ridotto i contributi al Programma alimentare mondiale, di percentuali che arrivano in alcuni casi al 99% (allegato 3). La Commissione aumenterà l'aiuto umanitario d'urgenza e i fondi per la protezione civile di 200 milioni di euro nel 2015 per fornire risorse immediate per rispondere alle domande dell'UNHCR e del Programma alimentare mondiale e altre organizzazioni competenti fornendo un aiuto immediato ai rifugiati.
  • Aumentare di 300 milioni di euro l'aiuto umanitario nel 2016 per essere pronti a sopperire alle esigenze essenziali dei rifugiati, quali cibo e alloggio.
  • Aumentare il sostegno per i rifugiati siriani: la settimana prossima la Commissione proporrà di rafforzare lo strumento europeo di vicinato (ENI) nel 2015 con un importo di 300 milioni di euro, per consentire un aumento del fondo fiduciario regionale dell'UE in risposta alla crisi siriana e fornire assistenza ai paesi terzi che accolgono rifugiati provenienti dalla Siria. Insieme a un ulteriore riorientamento di fondi dallo strumento di assistenza preadesione, ciò consentirà di portare a più di 500 milioni di euro il livello totale dei finanziamenti dell'UE per il fondo fiduciario in questa fase. I contributi degli Stati membri dovrebbero corrispondere ai finanziamenti dell'UE: il fondo raggiungerebbe così un totale di almeno 1 miliardo di euro e sarebbe una potente dimostrazione a livello mondiale dell'impegno dell'UE ad aiutare i rifugiati siriani.
  • Affrontare le carenze di finanziamenti per la crisi in Siria: soltanto il 38% del fabbisogno di finanziamento è stato soddisfatto e l'impatto di questa carenza è drammatico. L'UNICEF ha segnalato che negli ultimi mesi fino a 5 milioni di persone (per metà bambini) hanno sofferto di gravi interruzioni dell'approvvigionamento di acqua, con conseguenti forti rischi di malattie. L'UE e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a coprire la metà di queste carenze.
  • Collaborare con i paesi del vicinato diretto: con la fuga di milioni di rifugiati dalla Siria, da molti anni aumenta la pressione sulla Turchia, sul Libano e sulla Giordania. Per quanto sia complesso affrontare questi disordini politici, dobbiamo raddoppiare il nostro impegno: l'UE è disposta a mobilitare 1 miliardo di euro per la Turchia e 17 milioni di euro per la Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia per aiutare i nostri vicini a far fronte alla sfida migratoria.
  • Aiuto all'Africa: l'istituzione del fondo fiduciario di emergenza dotato di un capitale iniziale di 1,8 miliardi di EUR ha già fornito una tangibile dimostrazione del futuro contributo dell'UE, ma ora il fondo dev'essere completato dai contributi degli Stati membri.

 

3. Attuare la legislazione dell'UE

  • La scarsa attuazione della legislazione dell'UE in materia di asilo impedisce di progredire. La Commissione ha adottato oggi 40 decisioni su casi di infrazione nei confronti di 19 Stati membri (cfr. IP/15/5699).
  • In particolare, la Commissione intende cooperare con le autorità greche per normalizzare entro i prossimi sei mesi la situazione che si è creata dopo la sospensione dei trasferimenti Dublino nel 2011. La Grecia dovrà soprattutto provvedere all'assegnazione di personale adeguato al servizio per l'asilo e al servizio di prima accoglienza; istituire un sistema di rimpatrio efficace; migliorare l'assorbimento dei fondi UE e sopperire alle esigenze di accoglienza causate dall'aumento dei flussi migratori.

 

4. Prospettive future: un sistema solido che resista nel corso del tempo

  • Proteggere le frontiere dell'UE: occorre potenziare Frontex e ampliarne il mandato, e prendere iniziative ambiziose per istituire una guardia di frontiera e una guardia costiera europee. La Commissione presenterà una proposta in merito nel dicembre 2015.
  • Un sistema a lungo termine di reinsediamento e ricollocazione a livello dell'UE: nel marzo 2016 la Commissione presenterà una proposta su un meccanismo permanente di reinsediamento; è già stata presentata una proposta su un meccanismo permanente di ricollocazione. Nel marzo 2016 la Commissione presenterà inoltre un'ulteriore riforma del regolamento Dublino.
  • Una politica di rimpatrio credibile ed efficace: la piena attuazione delle misure proposte nel recente piano d'azione della Commissione sul rimpatrio restituirebbero credibilità al sistema di rimpatrio dell'UE. Ciò richiede una migliore condivisione delle informazioni, maggiori risorse a livello sia dell'UE che nazionale, un ruolo rafforzato per Frontex e un nuovo accento sulla riammissione nelle nostre relazioni con i paesi terzi.
  • Aprire canali regolari per la migrazione: nel marzo 2016 la Commissione presenterà un pacchetto sulla migrazione legale, comprendete la revisione della direttiva sulla Carta blu.

Contesto

Il 23 aprile 2014 a Malta, durante la campagna per diventare Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker presentava un piano in cinque punti sull'immigrazione con cui sollecitava maggiore solidarietà nella politica migratoria dell'Unione.

Nell'assumere l'incarico di Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha affidato a un Commissario con competenza speciale per la Migrazione l'incarico di elaborare una nuova politica di migrazione; è questa una delle dieci priorità degli orientamenti politici in base ai quali il Parlamento europeo ha eletto la nuova Commissione.

Il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha presentato l'agenda europea sulla migrazione, che sancisce un approccio globale per migliorare la gestione della migrazione in tutti i suoi aspetti.

Il 27 maggio la Commissione europea presentava già un primo pacchetto di misure attuative dell'agenda europea sulla migrazione, che comprendeva proposte di ricollocazione e di reinsediamento e un piano d'azione dell'UE contro il traffico di migranti.

Il 25-26 giugno il Consiglio europeo decideva di avanzare sulle proposte della Commissione europea contenute nell'agenda europea sulla migrazione, ponendo l'accento sulla ricollocazione e il reinsediamento, sui rimpatri e sulla cooperazione con i paesi d'origine e di transito.

Il 20 luglio il Consiglio "Giustizia e affari interni" conveniva di attuare le misure proposte nell'agenda europea sulla migrazione, segnatamente per ricollocare un certo numero di persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall'Italia e dalla Grecia nei due anni successivi, iniziando con 32 256 persone in una prima fase, e per reinsediare 22 504 sfollati in evidente bisogno di protezione internazionale provenienti da paesi extra-UE.

Il 9 settembre la Commissione ha proposto una nuova serie di misure, tra cui un meccanismo di ricollocazione di emergenza per 120 000 rifugiati e strumenti concreti per aiutare gli Stati membri a trattare le domande, a rimpatriare i migranti economici e ad affrontare le cause profonde della crisi dei rifugiati.

Il 14 settembre gli Stati membri hanno adottato la decisione di ricollocare 40 000 rifugiati in evidente bisogno di protezione internazionale dall'Italia e dalla Grecia.

Il 23 settembre gli Stati membri hanno adottato la decisione di ricollocare 120 000 rifugiati in evidente bisogno di protezione internazionale dall'Italia, dalla Grecia e da altri Stati membri direttamente colpiti dalla crisi dei rifugiati.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione della Commissione europea: Gestire la crisi dei rifugiati: misure operative e finanziarie in linea con l'agenda europea sulla migrazione

IP/15/5699: Più responsabilità nella gestione della crisi dei rifugiati: la Commissione avvia 40 procedimenti di infrazione per rendere efficiente il sistema europeo di asilo

Schede: L'agenda europea sulla migrazione: spiegazione

Scheda informativa sul rimpatrio

Sito web della DG Migrazione e affari interni

 

ALLEGATO I: Azioni prioritarie in linea con l'agenda europea sulla migrazione da attuare entro sei mesi

Misure operative

La Commissione e le agenzie dell'UE:

  • aiuteranno gli Stati membri a prendere tutte le iniziative necessarie per attuare le decisioni di ricollocazione, organizzare il coordinamento in loco e creare una rete di punti di contatto nazionali; seguiranno l'attuazione dei punti d'azione concordati nella riunione con gli Stati membri di questa settimana in materia di ricollocazione;
  • sosterranno l'obiettivo di rendere operative questa settimana le squadre di sostegno per i punti di crisi; alle agenzie spetta il ruolo di fornire consulenze dirette in settori come la corretta identificazione dei migranti, mentre la Commissione provvederà al coordinamento tra i vari attori;
  • riuniranno entro le due prossime settimane gli Stati membri e l'UNHCR per stabilire disposizioni pratiche per attuare il meccanismo di reinsediamento.

 

Gli Stati membri sotto pressione sono tenuti a:

  • completare e cominciare ad attuare questa settimana le loro tabelle di marcia per la ricollocazione e per le squadre di sostegno operative nei punti di crisi; identificare una rete di funzionari di collegamento per tutti gli organismi governativi competenti a livello locale e nazionale entro la fine della settimana;
  • attivare il meccanismo di protezione civile o chiedere l'invio di squadre di intervento rapido alle frontiere, per ottenere un sostegno pratico immediato da parte dell'UE e di altri Stati membri.

 

Tutti gli Stati membri sono tenuti a:

  • identificare punti di contatto nazionale per la ricollocazione durante questa settimana, per consentire una rapida identificazione e un rapido trasferimento dei candidati; inviare un funzionario di collegamento in Italia e in Grecia per sostenere lo screening degli immigrati in loco; identificare la capacità di accoglienza per le persone ricollocate;
  • comunicare a Frontex e all'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, entro una settimana dal completamento delle tabelle di marcia nazionali per le squadre di sostegno operative nei punti di crisi, gli esperti nazionali disponibili;
  • identificare e comunicare a Frontex entro la fine di settembre una riserva di emergenza di mezzi frontalieri che potrebbero essere utilizzati nelle squadre di intervento rapido alle frontiere attivate quest'anno;
  • notificare alla Commissione entro la fine di settembre i mezzi di protezione civile che saranno tenuti a disposizione per essere utilizzati, se necessario nel corso di quest'anno, nell'ambito del meccanismo di protezione civile;
  • istituire un sistema di pianificazione di emergenza per eventuali aumenti delle domande di asilo nel corso dell'anno;
  • confermare il proseguimento del sostegno all'operazione congiunta Triton di Frontex e rispondere urgentemente alla richiesta di mezzi per l'operazione Poseidon;
  • presentare domanda a Frontex per ricevere il coordinamento e il sostegno finanziario ancora disponibile quest'anno per i voli di rimpatrio congiunti e l'assistenza pre-rimpatrio.

 

Rafforzare il sostegno finanziario

La prossima settimana la Commissione presenterà le proposte necessarie al Parlamento europeo e al Consiglio.Le istituzioni sono invitate ad adottare in procedura accelerata le proposte per il 2015:

  • aumentare il fondo di emergenza del Fondo Asilo, migrazione e integrazione di 80 milioni di euro e il Fondo sicurezza interna (frontiere) di 20 milioni di euro; questo finanziamento sarà usato per le esigenze urgenti di aumentare la capacità di accoglienza, rafforzare la capacità amministrativa di trattare le domande di asilo e sostenere la capacità di reazione alle pressioni alle frontiere esterne;
  • aumentare a partire dal 2015 il personale delle tre principali agenzie dell'UE di 120 posti aggiuntivi: 60 posti per Frontex, 30 per l'EASO e 30 per Europol per il 2015;
  • La Commissione aumenterà i fondi per l'aiuto umanitario di 200 milioni di euro per il 2015 per fornire risorse immediate per rispondere alle richieste dell'UNHCR, del Programma alimentare mondiale e altre organizzazioni competenti fornendo un aiuto immediato ai rifugiati.
  • Rafforzare lo strumento europeo di vicinato (ENI) nel 2015 di 300 milioni di euro per consentire un aumento del fondo fiduciario regionale in risposta alla crisi siriana (fondo Madad) e fornire assistenza ai paesi terzi che accolgono rifugiati provenienti dalla Siria. Insieme a un ulteriore riorientamento di fondi dallo strumento di assistenza preadesione, ciò consentirà di portare a più di 500 milioni di euro il finanziamento totale dell'UE per il fondo fiduciario in questa fase.

 

Nelle prossime settimane la Commissione proporrà al Parlamento europeo e al Consiglio i seguenti cambiamenti al progetto di bilancio 2016:

  • un nuovo pacchetto di 600 milioni di euro per aumentare i finanziamenti di emergenza del Fondo Asilo, migrazione e integrazione e del Fondo sicurezza interna (frontiere) e per coprire l'aumento dei fondi per Frontex, EASO ed Europol in modo da essere pronti a reagire a esigenze immediate in termini di gestione della migrazione, accoglienza, rimpatrio e controllo di frontiera;
  • aumentare di 300 milioni di euro l'aiuto umanitario per essere pronti a sopperire alle esigenze essenziali dei rifugiati, quali cibo e alloggio.

L'UE dovrebbe rivedere lo stanziamento di fondi UE a favore della Turchia, in modo da rendere disponibile un totale di 1 miliardo per azioni connesse ai rifugiati nel 2015-16.

 

Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi immediatamente a:

  • riportare ai livelli del 2014 i finanziamenti per gli aiuti alimentari elargiti tramite il Programma alimentare mondiale, per stabilizzare la fornitura di prodotti alimentari ai rifugiati siriani;
  • completare il contributo del bilancio dell'UE al fondo fiduciario regionale in risposta alla crisi siriana (fondo Madad) per sostenere i rifugiati siriani (in qualsiasi paese al di fuori dell'UE), raggiungendo un totale di almeno 1 miliardo di euro;
  • completare il finanziamento di 1,8 miliardi di euro al Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e di lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare in Africa;
  • utilizzare immediatamente le risorse prefinanziamento (più di 300 milioni di euro) che sono ora trasferite agli Stati membri per attuare i programmi nazionali nell'ambito del Fondo Asilo, migrazione e integrazione e del Fondo sicurezza interna (frontiere);
  • esaminare l'uso dei loro attuali programmi nell'ambito dei fondi strutturali per quanto riguarda il sostegno alle misure connesse alla migrazione, per proporre eventuali cambiamenti alla Commissione.

Attuazione della legislazione dell'UE in materia di asilo

Gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a prendere urgenti iniziative per recepire, attuare e applicare pienamente la legislazione dell'UE relativa al sistema europeo di asilo, fra l'altro per quanto riguarda le condizioni di accoglienza, le procedure di asilo e i requisiti per la concessione dell'asilo.

Prossime iniziative legislative

  • Il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero esaminare con procedura accelerata le seguenti proposte presentate dalla Commissione:
  • paesi di origine sicuri, compresa la Turchia;
  • modifica del regolamento Dublino per introdurre un meccanismo di ricollocazione di crisi.

La Commissione presenterà le seguenti nuove proposte:

  • istituzione di una guardia di frontiera e di una guardia costiera europee ed estensione del mandato di Frontex (dicembre 2015);
  • pacchetto sulla migrazione legale, con revisione della Carta blu (marzo 2016);
  • ulteriore riforma del regolamento Dublino (marzo 2016);
  • proposta su un sistema strutturato di reinsediamento (marzo 2016).

 

Allegati 2 e 3

Dal sito European Union Newsroom