We the Italians intervista Silvia Bartolini

Con il giornale on line degli italiani negli Usa la coordinatrice nazionale delle Consulte regionali parla dell’emigrazione vecchia e nuova
We the Italians intervista Silvia Bartolini

Silvia Bartolini

E’ on line sul sito We the Italians l’intervista di Umberto Mucci a Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Nell’intervista, disponibile anche nella traduzione in inglese, Silvia Bartolini illustra le attività delle Consulte regionali e quella dell’istituzione che le coordina a livello nazionale, di cui lei è responsabile: il Coordinamento nazionale delle Consulte regionali dell’emigrazione, appunto.

Qui di seguito l’intervista.

http://wetheitalians.com/index.php/component/content/article/329-umberto-mucci-s-interviews-it/15578-il-coordinamento-nazionale-delle-consulte-regionali-per-l-emigrazione-incontriamo-silvia-bartolini

Una cosa che mi colpisce sempre quando parlo con qualcuno nella comunità italoamericana è che non manca mai, ma proprio mai, di citarmi la Regione dalla quale proviene. E' interessante, perché spiega molto bene quanto forte sia il senso di appartenenza alle comunità locali, quando si parla di un Paese relativamente giovane come l'Italia.
Siamo infatti il Paese culturalmente più ricco del mondo, e questa ricchezza nasce dalle tante diversità da regione e regione. Ma c'è un'istituzione che, quando si parla di emigrazione, tiene insieme tutte le Regioni italiane e le loro diversità: è il Coordinamento nazionale delle Consulte regionali per l'emigrazione. Oggi abbiamo il piacere di incontrare Silvia Bartolini, che guida questa istituzione, oltre ad essere a capo della Consulta regionale per l'emigrazione dell'Emilia Romagna.

Presidente Bartolini, come nascono le Consulte regionali per l'emigrazione?

Le Consulte nascono dopo la formazione delle regioni come enti istituzionali nel 1970. In tempi abbastanza rapidi, quasi tutte le regioni hanno deciso di dotarsi di politiche specifiche rivolte ai corregionali emigrati all'estero e ai loro discendenti e quindi, oltre alle iniziative di promozione culturale e commerciale, hanno anche pensato di dare vita ad un organismo di rappresentanza e consultazione. In qualche caso le Consulte prendono il nome di "Consigli", in altri casi si chiamano "Commissioni", ma svolgono più o meno lo stesso ruolo.

Ci sono Regioni che non hanno ancora attivato la loro Consulta?

Credo che l'unica che non l'abbia mai avuta sia la Valle d'Aosta. La Lombardia l'aveva, ma ha abolito questa forma di rappresentanza circa quattro o cinque anni fa. Le altre hanno organismi di questo genere: c'è chi l'ha attivata velocemente ed è molto vivace, e c'è chi invece ha tardato o ancora tarda ad insediarla, magari anche perché si tratta di organismi legati alle amministrazioni regionali, per cui quando cambia qualcosa per l'esito di nuove elezioni ci può essere un periodo in cui cambiano alcune cose. Generalmente ogni Consulta cambia con l'elezione del nuovo Presidente della Regione. Però tutte – tranne Valle d'Aosta e Lombardia – prevedono questa forma di rappresentanza.

Quali sono le principali attività che svolge una Consulta verso i cittadini della sua Regione che vivono all'estero?

Per prima cosa, la Consulta istituisce un collegamento e tiene i contatti con tutta questa enorme quantità di associazioni regionali nel mondo: noi stimiamo che ce ne siano circa 3500, ufficialmente riconosciute dalle Regioni, ognuna delle quali ha un albo o un elenco. Vengono riconosciute ufficialmente perché è bene censirle, visto che poi diventano gli interlocutori per interventi, progetti, finanziamenti, attività. Questi contatti portano a volte a svolgere missioni all'estero, che sono momenti importanti e molto richiesti e graditi dai corregionali all'estero, che sentono moltissimo la necessità di mantenere aperto il dialogo. Molte Consulte utilizzano la rete delle associazioni per promuovere la propria Regione dal punto di vista turistico e dal punto di vista economico: ad esempio, Expo 2015 è un'ottima opportunità, in questo momento. Per tutte le Regioni è importante promuovere la memoria dell'emigrazione e quindi si realizzano studi, ricerche, attività che portino alla luce l'esperienza dell'emigrazione: questa storia è illustre ed importante, perché è stata fondamentale per dare al nostro Paese una reale unità. E' grazie alle rimesse degli emigrati dall'estero, l'Italia dopo l'unità ha potuto iniziare il suo cammino. Ultimamente molto importante è la promozione dell'italiano all'estero, specialmente verso i giovani: molte Regioni accolgono i giovani discendenti dei corregionali emigrati, per crescerli alla funzione di ambasciatori, di promotori nel mondo delle diverse culture regionali italiane. Questa è un'attività che sta crescendo molto in questi ultimi tempi.

Lei è Coordinatrice nazionale delle Consulte: da quale anno ha assunto questo incarico?

Io ho iniziato più o meno nel 2008, quando c'è stata a Roma la Conferenza mondiale dei giovani Italiani nel mondo, e c'era l'esigenza di coordinare le Regioni con il Governo e con il CGIE. Per un paio di anni, successivamente, è stato il Piemonte che ha tenuto questa responsabilità, e poi sono di nuovo subentrata io circa 5 anni fa. Da tre anni siamo pienamente riconosciuti dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni.

Ci può descrivere i rapporti con gli Stati Uniti delle Consulte che fanno capo al Coordinamento da lei presieduto?

Sono rapporti fortissimi, perché con gli Stati Uniti tutte le Regioni sono decisamente attive, sia attraverso le Consulte che con le tante associazioni nate e sparse in diverse parti degli Stati Uniti. Per fare un esempio: le associazioni dell'Emilia Romagna fanno grandissime feste, e in quelle occasioni sono loro che danno borse di studio per i loro ragazzi. Quindi spesso queste associazioni sono molto organizzate e autonome, e soprattutto molto generose nel rapporto sia con i propri associati che con le regioni di origine: le Consulte sono il motore generale e il punto di collegamento, ma ci sono molte associazioni che vivono delle loro attività in piena autonomia, in particolare proprio negli Stati Uniti, e sono partner affidabili per la promozione che nasce nelle Regioni qui in Italia, anche insieme alla rete diplomatica e consolare che è di grande aiuto.

Lei è recentemente stata a Chicago, dove è molto forte la presenza di cittadini di origine emiliano-romagnola ... come è andata?

È andata molto bene. Siamo stati lì a promuovere due libri: un libro su Guareschi tradotto in inglese, e poi lo splendido libro del modenese Paolo Battaglia, "Explorers, Emigrants, Citizens", proprio sull'emigrazione italiana negli Stati Uniti. Abbiamo utilizzato quest'occasione per promuovere anche i nostri prodotti regionali: parmigiano, lambrusco, aceto balsamico. Inoltre siamo andati a visitare le nostre associazioni a Highwood, nell'Illinois, e poi siamo andati in Wisconsin, a Shulz Spur e Merrill per incontrare nuove comunità che si sono autorganizzate e hanno celebrato i 100 anni dalla emigrazione dei nostri corregionali. Quindi abbiamo portato avanti attività di collegamento istituzionale e di promozione commerciale e culturale. In questo caso, abbiamo anche portato all'attenzione dei nostri corregionali i contenuti e le opportunità di Expo 2015, sia a Highwood che a Chicago, all'interno di Eataly: insieme ai rappresentanti di Expo abbiamo iniziato a parlare dell'iniziativa Made of Italians, che è frutto della collaborazione tra Expo e le Consulte regionali, proprio perché abbiamo deciso con Expo di avere una linea di promozione specificamente dedicata agli italiani all'estero. Come Presidente della Consulta dell'Emilia Romagna a me piace molto, nelle missioni all'estero, promuovere insieme diversi aspetti: e questo mi sembra sia l'indirizzo che ormai hanno preso più o meno tutte le Consulte regionali.

Diciamo qualcosa su Made of Italians anche ai nostri lettori ...

Made of Italians è il sito di Expo 2015 attraverso il quale ci si può registrare e poi comprare biglietti con una speciale promozione, che riguarda anche il viaggio con Alitalia e i pacchetti turistici. Il sito contiene i loghi delle Regioni, perché l'idea è quella che dall'estero si possa comprare un biglietto, usufruire di sconti, promozioni che di volta in volta vengono inserite nel sito, ma soprattutto poi cliccando sul logo delle diverse Regioni si possono vedere le diverse promozioni che ognuna di esse sta realizzando, da molti punti di vista interessanti e differenti. L'idea è: vieni in Italia, visita Expo e ritorna nella tua Regione: le Consulte la stanno proponendo proprio presso le associazioni, e in tanti si sono organizzati o lo stanno facendo adesso. Molti italiani all'estero vengono stabilmente in Italia una volta l'anno, ma magari in questo modo nel 2015 possono mettere insieme più cose da vedere e hanno l'occasione di potere usufruire anche di promozioni migliori. Per noi quindi è anche una valorizzazione della rete associativa degli Italiani nel mondo, che sono una grande risorsa.

C'è un aneddoto o una particolare curiosità riguardante il rapporto tra l'Emilia Romagna e gli Stati Uniti che le piace raccontarci?

Ce n'è uno a mio avviso straordinario. Quando siamo andati a Cherry e a Ladd, nell'Illinois, a visitare i cimiteri dei minatori emiliano-romagnoli vittime delle tragedie minerarie accadute nel secolo scorso (è qualcosa che facciamo sempre, quando andiamo nell'Illinois), a 300 km da Chicago ci siamo resi conto che in tutti i ristoranti in cui si entra, nel menu ci sono i tortellini in brodo. Questo naturalmente, per una bolognese come me, è una cosa che colpisce enormemente. Un'altra cosa che mi ha colpito è l'incontro con la moglie del Procuratore Generale di Ladd, il cui cognome da ragazza è Querciagrossa: è un cognome che proviene da una frazione di Sestola, non ci si può sbagliare sulla sua provenienza.

Cosa potrebbe fare di più l'Italia per e con i nostri concittadini che vivono all'estero, che a parere di chi scrive sono una meravigliosa risorsa ancora troppo poco riconosciuta?

Vorrei dire che lo scopo fondamentale di tutto ciò che fanno le Consulte e coloro che ci lavorano, oltre a dare forza a questi organismi, è proprio quello di sensibilizzare al massimo i nostri corregionali che stanno in Italia: perché spesso ci si dimentica che nel mondo ci sono cento milioni di discendenti, la grande maggioranza dei quali è orgogliosa delle proprie radici e delle proprie origini, e anche che il fenomeno dell'emigrazione è ripreso con forza. È un fenomeno grandissimo che vede andare via dall'Italia oltre centomila persone ogni anno. Credo che la rete delle associazioni italiane nel mondo potrebbe non solo essere una grande risorsa per una parte dello sviluppo economico del nostro Paese, ma anche uno strumento fondamentale per dare una mano a tutti questi ragazzi che vanno in giro per il mondo, a volte senza molti punti di riferimento. Anche per questo, il Coordinamento delle Consulte regionali per l'emigrazione è importante e ogni Consulta è felice del contributo che può dare ai propri corregionali all'estero.