Gli orsanti, dall’Appennino emiliano alle vie del mondo

A San Giovanni in Persiceto un’iniziativa per far conoscere uno dei più interessanti filoni della nostra emigrazione
Gli orsanti, dall’Appennino emiliano alle vie del mondo

Orsanti, 1938

L’antica arte degli orsanti sarà discussa, analizzata e soprattutto fatta conoscere al pubblico di San Giovanni  in Persiceto giovedì 16 aprile alle ore 20,30 alla Biblioteca G.C. Croce (Sala Proiezioni) in piazza Garibaldi 7. Qui si svolgerà l’iniziativa dedicata dall’associazione “Insieme per conoscere” alle storie di emigrazione girovaga dall’Appennino emiliano alle vie del mondo, nell'ambito dell'Università della Terza Età Primo Levi.  Storie raccontate da Wolfango Horn, appassionato di storia e di memoria del territorio che si definisce appunto un “racconta-storie”, con la partecipazione di Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, Marta Murotti della Filef (Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie) e Valeria Benaglia, direttrice del Museo “Gli Orsanti” di Vigoleno (Piacenza).

Degli orsanti  oggi molti non conoscono nemmeno la parola. Erano girovaghi, ammaestratori di orsi (da cui “orsanti”), di cammelli (”cammellanti”), di scimmie (”scimmianti”) che, tra il Settecento e l’Ottocento, partendo dal nostro povero Appennino - dall’alta valle del Taro - si sparsero per tutta Europa e talvolta anche più in là. Questi artisti vagabondi, musicanti e ammaestratori di animali portarono i loro spettacoli errando per un mondo allora sconosciuto: Parigi, Odessa, Amsterdam, Istanbul e altri posti dal nome leggendario che in Appennino nessuno conosceva.

Il  Museo degli Orsanti di Vigoleno raccoglie testimonianze di un mondo a metà tra leggenda e miseria, quasi sconosciuto alla storia della nostra regione. Sulle tracce degli orsanti si respirano i valori, le amarezze, le gioie della vita “ramenga”, un misto di frustrazione e anarchica avventura girovaga che, in fondo, ognuno di noi ha sognato almeno una volta nella vita.