Gianni Morandi attaccato su Fb per aver accostato l’emigrazione di oggi a quella di ieri

Lo difende Silvia Bartolini: i barconi degli africani sono come le navi degli italiani di un secolo fa
Gianni Morandi attaccato su Fb per aver accostato l’emigrazione di oggi a quella di ieri

Una nave carica di emigranti italiani

Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, solidarizza con Gianni Morandi che, commentando su Facebook  l’ultima strage di migranti avvenuta nel Mediterraneo, è stato criticato e anche insultato da utenti che, per la maggior parte, non hanno gradito l’accostamento fatto dal cantante tra l’emigrazione italiana di ieri e quella africana e asiatica di oggi. “Un accostamento ovvio – secondo Silvia Bartolini – come Gianni Morandi ha ben compreso, postando su Facebook una vecchia foto in bianco e nero di una nave piena di emigranti italiani e una recente che riguarda i profughi provenienti dalle coste africane. La disperazione di chi arriva oggi con i barconi è la stessa degli italiani di un secolo fa”.

“A proposito di migranti ed emigranti – ha scritto il cantante bolognese - non dobbiamo mai dimenticare che migliaia e migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l’America, la Germania, l’Australia, il Canada… con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze, che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo…”.

“Il messaggio di solidarietà e speranza del cantante ha scatenato insulti razzisti e un egoismo sorprendente – ha aggiunto Silvia Bartolini: segno che le solite motivazioni come ‘gli italiani partivano per lavorare e non per farsi mantenere’, ‘gli italiani venivano messi in quarantena’ ecc., sono usate per giustificare la mano dura contro i migranti, che non hanno altra colpa se non quella di cercare di sfuggire alla miseria, alla persecuzione religiosa e politica e, in molti casi, alla morte”.