DocumentER, o dell’internazionalizzazione

Articolo della Rivista Emildoc.it dedicato al progetto "DocumentER: Lungo le storie e le vie dell'Emilia Romagna" coordinato dall'Associazione documentaristi Emilia-Romagna e realizzato con il contributo della Consulta ER nel mondo.
DocumentER, o dell’internazionalizzazione

Il progetto “DocumentER. Lungo le storie e le vie dell’Emilia-Romagna”, la rassegna cinematografica di promozione e valorizzazione del territorio, arte, storia, tradizioni e cultura della regione Emilia-Romagna all’estero, è arrivato quest’anno alla sua Terza edizione.

DocumentER è un progetto di cinema documentario itinerante all’estero, che intende promuovere e valorizzare il patrimonio del documentario italiano e in particolare quello emiliano-romagnolo, nonché il patrimonio culturale, storico, artistico e di tradizioni del territorio, attraverso le sue “storie di vita”. Il progetto è a cura di D.E-R - Associazione documentaristi Emilia-Romagna e realizzato grazie al contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.


Riproponiamo di seguito l'articolo dedicato al progetto e pubblicato nel numero 22 di Emiliodoc.it. Intervista alle curatrici del progetto: Alessandra Cesari, operatrice culturale residente a Zurigo, ed Enza Negroni, presidente D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna.

Alessandra, come e quando nasce il progetto DocumentER?

Nel 2019, prima della pandemia, proposi all’Associazione D.E-R un progetto di internazionalizzazione che puntava alla promozione e valorizzazione del documentario Made in Emilia-Romagna, partendo dalla città di Zurigo, dove mi sono trasferita nel 2017. L’idea mi era venuta osservando le programmazioni cinematografiche e di alcuni festival locali, dalle quali emergeva chiaramente come in tutta la Svizzera, e in particolar modo in quella tedesca, non ci fosse alcuna presenza del documentario italiano e di quanto fosse sconosciuto tra gli emigrati di ieri e tra gli expat di oggi. Purtroppo pochi mesi dopo esplose il Covid e per un po’ di tempo non ne parlammo più. Nel 2021 un nuovo bando della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, destinato alle APS della regione, ci ha permesso di riprendere l’idea iniziale e di formulare un nuovo progetto centrato sul documentario. Così è nato “DocumentER. Lungo le Storie e le Vie dell’Emilia-Romagna”, la prima rassegna dedicata interamente al cinema documentario emiliano-romagnolo all’estero.

È un progetto unico nel suo genere. Qual è il vostro obiettivo?

Non ci prefiggiamo un unico obiettivo. Da un lato DocumentER vuole essere una rassegna cinematografica volta alla valorizzazione del territorio della nostra regione attraverso il linguaggio del documentario. Perché? Perché il documentario permette una promozione del territorio regionale innovativa. L’Emilia-Romagna può essere valorizzata e fatta conoscere all’estero anche attraverso le sue “storie di vita”, attraverso uno sguardo creativo ed artistico che ben si sposa con l’innata inventività che caratterizza la nostra regione. Dall’altro lato con il nostro progetto vogliamo arrivare anche agli emigrati emiliano-romagnoli di ieri e di oggi, con l’obiettivo di favorire, perché no, nuove sinergie e possibili collaborazioni. Infine, DocumentER intende diffondere e promuovere all’estero il cinema documentario prodotto in Emilia-Romagna. La nostra è una regione che vanta una tradizione cinematografica storica, che è stata ripresa negli anni dalle generazioni ereditarie della settima arte. Soprattutto negli ultimi dieci anni abbiamo visto crescere sia a livello produttivo, nonché autoriale, maestranze, operatori*trici culturali, e professionisti altamente specializzati. In sintesi DocumentER vuole essere un vero e proprio progetto di internazionalizzazione.

Chi sono i vostri partner? È stato difficile renderlo sostenibile, trovare dei fondi?

La maggior parte dei nostri partner sono ormai consolidati fin dalla prima edizione. In primis l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, La Fabbrica di Zurigo, Associazione Ottovolante che sono con noi fin dall’inizio. Negli ultimi due anni si sono aggiunti A.E.R.T. – Associazione emiliano-romagnoli del Ticino, il Liceo Linguistico e Scientifico Vermigli di Zurigo e La Società Cooperativa Italiana di Zurigo-Coopi. DocumentER è partito e continua oggi grazie al contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che in questi ultimi due anni ha reso il progetto maggiormente sostenibile. Ogni anno inoltre riceviamo altri piccoli sostegni da diversi soggetti, tra cui IIC di Zurigo, il Liceo Vermigli, il Coopi. L’edizione di quest’anno si è inoltre arricchita della collaborazione con la Società Dante Alighieri di Zurigo, che oltre ad accordare un contributo economico al progetto, ha inserito le proiezioni di Zurigo nel programma dei suoi Cineforum, favorendone così una diffusione capillare.

Come si svolge la rassegna? In quali sedi?

La rassegna viaggia su due binari principali: un ciclo di proiezioni itineranti in Svizzera, a volte accompagnate dalla presenza dei*lle registi*e, e da quest’anno anche a Bruxelles, e una rassegna online di una settimana, sempre in autunno, di documentari fruibili gratuitamente sulla piattaforma Docasa.it, a cura della D.E-R. C’è anche un terzo tassello, che cambia di anno in anno. Per la prima edizione abbiamo realizzato una ricerca per il recupero della Memoria storica dell’emigrazione femminile emiliano-romagnola, sfociato in una video intervista sulla storia di Erminia Cella Dezza, oggi visibile sulla piattaforma del Museo virtuale Migrer della Consulta. Per la seconda edizione abbiamo coinvolto gli studenti e le studentesse del Liceo Linguistico e Scientifico Vermigli di Zurigo, con alcune proiezioni a tema a cui sono seguiti incontri formativi con gli autori sul processo creativo di un documentario. L’edizione di quest’anno è caratterizzata dalla realizzazione di una rubrica radiofonica sul cinema documentario emiliano-romagnolo, con interviste agli autori e autrici dei documentari in proiezione, realizzata in collaborazione con Radio Lora Italiana, la prima emittente radiofonica italofona di Zurigo, che si rivolge agli emigrati italiani. Infine tutte le proiezioni sono accompagnate anche da un momento di convivialità enogastronomico, pensato come occasione di socializzazione e scambio di opinioni e suggestioni. Le sedi in cui si tengono le proiezioni cambiano di anno in anno: il centro culturale Punto di Incontro di Zurigo, la vecchia sede del Coopi, il Zürcher Gemeinschaftszentren GZ Hotting di Zurigo, la Casa del Popolo di Bellinzona, il Volkshaus di Zurigo, l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles (per le proiezioni in Belgio), la Società Dante Alighieri di Ginevra.

Quali film avete scelto quest’anno? Con che criterio?

Ogni anno scegliamo film incentrati sulla valorizzazione e la promozione della storia, arte, cultura, letteratura, musica, tradizione politica dell’Emilia-Romagna. Fil rouge dell’intera rassegna sono sicuramente le storie di vita che hanno fatto e fanno un Luogo, e temi che possano essere sempre una finestra di conoscenza aperta sul mondo. I documentari in proiezione quest’anno sono: INFINITO. L’UNIVERSO DI LUIGI GHIRRI, di Matteo Parisini (Bruxelles); IL VARCO, di Michele Manzolini e Federico Ferrone (Zurigo), SHALOM. La musica viene da dentro, di Enza Negroni (Bellinzona); BELLA CIAO, di Giulia Giapponesi (Zuirgo); A NOI RIMANE IL MONDO, di Armin Ferrari (Zurigo). Siamo al momento in via di definizione della proiezione a Ginevra, con cui a gennaio 2024 si chiuderà questa terza edizione. Molti altri titoli sono presenti nella rassegna online su docacasa.it.

Come vengono recepiti i film dal pubblico svizzero?

Il nostro pubblico non è solo svizzero, direi che è molto internazionale e questo soprattutto per quel che concerne Zurigo, una città fortemente cosmopolita dove si incontrano persone provenienti da ogni angolo del mondo, e dove vivono molti italiani e devo dire anche molti emiliano-romagnoli. Però sicuramente i documentari che proponiamo sono molto apprezzati dal pubblico svizzero, che partecipa sempre con grande entusiasmo. Spesso tra il pubblico ci sono persone che ringraziano per questo momento di incontro e confronto non solo cinematografico, quanto piuttosto di socializzazione, in cui viene data la possibilità di aprire dibattiti su tematiche di impatto sociale.

Chiediamo a Enza Negroni, presidente di D.E-R, Associazione Documentaristi Emilia-Romagna, perché si è deciso di lanciare questo progetto? Perché è importante?

DocumentER contribuisce a mantenere un legame con chi ha lasciato la regione e le seconde e terze generazioni che sono cresciute all’estero. È importante fare conoscere la nostra storia, i protagonisti, i paesaggi e le realtà culturali del passato ma anche dell’oggi, attraverso il film documentario, con un’azione che ha un’aspetto formativo ma anche di intrattenimento e di socialità.

Quali altre iniziative legate all’internazionalizzazione avete fatto o avete in programma?

Nel 2010 come D.E-R siamo stati presenti all’ EXPO in Cina, sia a Pechino che a Shanghai, che aveva come tema Better city, better life .I nostri documentari sono stati proiettati negli Istituti Italiani di Cultura e nelle Università. Nel 2019 abbiamo promosso i documentari emiliano-romagnoli in Argentina e Uruguay insieme all’Associazione Ottovolante e alla Consulta degli emiliano romagnoli. Dal 2021 con la piattaforma www.documentando.org promuoviamo oltre 300 documentari in tutto il mondo, con il supporto di Emilia-Romagna Film Commission, con l’obiettivo di inserire sottotitoli in inglese per gli spettatori internazionali. È stata creata anche un’app per vedere i film sugli smartphone, per arrivare ad un pubblico sempre più giovane. Per il futuro stiamo preparando la quarta edizione di DocumentER con l’obiettivo di raggiungere altri paesi come la Grecia. Stiamo lavorando con realtà associative e Istituti di cultura per realizzare rassegne all’estero, dove il cinema documentario è molto apprezzato ma ancora poco conosciuto, quindi necessita di attività promozionali.

Quali potrebbero essere gli sviluppi del progetto DocumentER?

Intendiamo proseguire DocumentER con il consolidamento dei partner di Zurigo, Bellinzona, Ginevra e Bruxelles e con la creazione di nuovi partenariati con l’Istituto Italiano di cultura in Grecia, l’Università di Zurigo e altre associazioni. Vorremmo anche prolungare la rassegna on line, in modo che copra tutto il periodo delle proiezioni nelle varie sedi. L’ampliamento dell’audience è un’altro progetto in sviluppo a cui stiamo lavorando, usando diversi media per la promozione, come la trasmissione in diretta realizzata quest’anno con Radio Lora di Zurigo. Uno degli obiettivi fondamentali è coinvolgere un maggior numero di autori per diversificare la proposta stilistica e per proporre contenuti e tematiche differenti, come ad esempio il gender gap, il tema dei conflitti e del cambiamento climatico. Gli sviluppi del progetto sono sempre coordinati con la Consulta degli emiliano romagnoli, con cui ogni anno discutiamo delle diverse tematiche da sviluppare.

Infine Alessandra, come vedi il futuro di DocumentER?

Le prospettive sono ottime! Sicuramente andremo avanti e sicuramente amplieremo le nostre collaborazioni. I nostri partner apprezzano molto il progetto e sostengono il grande lavoro fatto in questi anni. Si stanno generando anche sinergie che stanno portando a nuove idee e prospettive volte all’accrescimento dello progetto stesso. La Società Dante Alighieri, ad esempio, si è detta interessata a continuare i suoi Cineforum con noi. Soprattutto a Zurigo, ma non solo, molti parlano di DocumentER!


Fonte: DocumentER, o dell'internazionalizzazione | emiliodoc