Emilia-Romagna sempre più protagonista all’estero: approvato il Piano triennale della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo

Il presidente della Consulta Daffadà ha precisato che “la rete di associazioni restano al centro dell’impegno”; per la vicepresidente Ugolini “è importante moltiplicare le occasioni di scambio e formazione per i giovani”
Emilia-Romagna sempre più protagonista all’estero: approvato il Piano triennale della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo

Emilia-Romagna sempre più protagonista all’estero con la sua cultura, il suo cibo, le sue eccellenze produttive e con un’attenzione particolare per i giovani e le università. L’Assemblea legislativa ha approvato nella seduta del 14 ottobre 2025 il Piano triennale 2026-2028 della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, l’istituzione della Regione Emilia-Romagna che rappresenta l’esperienza migratoria regionale e promuove i legami con le comunità all’estero. Punto fermo della programmazione, oltre alla promozione culturale del nostro territorio, il sostegno alla rete di associazioni di emiliano-romagnoli diffuse nei cinque continenti.

“Le linee strategiche del Piano nascono da un lavoro condiviso con i nostri Consultori -ha premesso il presidente della Consulta Matteo Daffadà– e il confronto in Commissione, che si è concluso con un voto unanime, ci conferma che stiamo percorrendo la strada giusta”. “Il Piano -ha poi spiegato il presidente- si fonda su alcuni pilastri chiave che prevedono anche il sostegno a progetti legati alla memoria e all’attualità delle esperienze migratorie. Le associazioni restano al centro del nostro impegno. Dal 2015, anno di approvazione della legge che regola la Consulta, siamo passati da 42 a 80 associazioni, con nuove realtà come quella nata quest’anno in Brasile e una nuova Federazione che riunisce più associazioni. Stiamo già lavorando in sinergia con diversi Comuni dell’Emilia-Romagna, per costruire nuove reti associative: Modena e Londrina in Brasile, Santarcangelo e il New England, Parma con Stockton in California. Le nostre associazioni sono già coinvolte nelle iniziative nate sul territorio, in collaborazione con enti locali, Aps e Odv, tenendo viva la relazione tra chi è partito e chi è rimasto. Attenzione particolare sarà rivolta ai bandi, mirati a sostenere progetti ancora più ambiziosi”.

“C’è un dato che mi ha colpito -ha aggiunto la vicepresidente della Consulta Elena Ugolini-, le associazioni di emiliano-romagnoli sono passate da 42 a 80 in 10 anni, più della metà in Sudamerica e sono cresciuti anche i nostri corregionali che vivono all’estero: da 129mila a 265mila in meno di 15 anni. Parliamo di persone che hanno costruito imprese e promosso ricerca, educazione e cultura. Entrare in relazione con queste comunità significa aprire collaborazioni di cui oggi c’è bisogno. È fondamentale mantenere un contatto stabile con chi è partito, anche per favorire rientri di talenti in Emilia-Romagna, a partire dai giovani laureati e specializzati. Allo stesso tempo, credo si possa fare di più per trasformare questa rete in un’opportunità per i nostri studenti, universitari e delle scuole superiori, che desiderano aprirsi al mondo. Oggi, un periodo all’estero è spesso condizionato dalle possibilità economiche: legami tra famiglie, basati sulla reciprocità, anche fra i figli della prima e della seconda emigrazione, possono moltiplicare le occasioni di scambio e formazione, rendendo queste esperienze più accessibili e inclusive”.

Fra gli obiettivi del Piano triennale si punterà a favorire lo scambio di idee e progetti tra le associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo e tra queste e le realtà del territorio regionale; valorizzare la formazione e l’apprendimento dei giovani, anche attraverso strumenti come il bando Boomerang; rafforzare i legami tra scuole e nuove generazioni; collaborare con altre Regioni e istituzioni, in Italia e all’estero, per sviluppare azioni comuni rivolte alle comunità emiliano-romagnole nel mondo; sostenere lo scambio intergenerazionale, valorizzando le esperienze delle diverse ondate migratorie; promuovere lo sport come linguaggio universale di aggregazione e identità condivisa. Continuerà il sostegno ai giovani emiliano-romagnoli all’estero che desiderano studiare o formarsi in Emilia-Romagna, valorizzando i poli d’eccellenza: la Food Valley, la Data Valley, la Motor Valley e la Sport Valley. Attenzione particolare alla comunicazione per le celebrazioni per i 50 anni della Consulta, previste quest’anno.

Unanime il parere positivo sul ruolo della Consulta per dare valore alle nostre radici e all’esperienza degli emiliano-romagnoli nel mondo.

Il vicepresidente dell’Assemblea Giancarlo Tagliaferri (FdI), delegato per l’Ufficio di presidenza ai rapporti con gli emiliano-romagnoli nel mondo, ha evidenziato come “le relazioni e la memoria rappresentino un’opportunità per il futuro della nostra regione che è terra di migrazioni. I nostri concittadini hanno portato il nome dell’Emilia-Romagna nei cinque continenti e la nostra comunità all’estero continua a crescere, soprattutto fra le nuove generazioni. Il Piano degli interventi si inserisce in questo scenario, per connettere la memoria del passato con le sfide del presente. Il ‘progetto Boomerang’ ha dato risultati incoraggianti e nel nuovo triennio è previsto il potenziamento per promuovere mobilità di competenze e rientro dei talenti. La città di Piacenza ha dato un contributo fondamentale alla storia delle migrazioni regionali e i piacentini rappresentano un modello di operosità e professionalità che ci distingue. Piacenza può giocare un ruolo importante anche per il turismo delle radici e la Consulta deve collaborare con il governo e la Farnesina per potenziare le sinergie per lo sviluppo del turismo radici”.

Per Gian Carlo Muzzarelli (Pd) “la Consulta riveste un ruolo importante per ritrovare la storia della nostra regione che ha un passato di migrazioni. Con le rimesse sul territorio, gli emiliano-romagnoli hanno contribuito a mantenere un pezzo di comunità conquistando apprezzamento nel mondo. Il Piano triennale alimenta la voglia di stare insieme e di conoscere la realtà degli emiliano-romagnoli all’estero. La nostra è una storia di migranti e questo deve spingerci a costruire il nostro paese in modo sempre più aperto e inclusivo”.

Annalisa Arletti (FdI) ha sottolineato: “La valorizzazione del patrimonio culturale e immateriale della nostra regione nonché la diffusione della conoscenza della lingua italiana previsti nel Piano vanno nella direzione giusta: mantenere un legame tra la terra di appartenenza e chi porta la nostra identità regionale nel mondo. Non dimentichiamo gli interventi a favore degli emigrati che rientrano. Sicuramente significativo l’uso di nuove tecnologie per rafforzare il legame tra l’estero e la Regione Emilia-Romagna”.

Paolo Calvano (Pd) ha spiegato come “il voto favorevole al Piano evidenzia il buon lavoro fatto dalla Consulta e da tutti coloro che hanno permesso di arrivare a questo programma che si pone come obiettivo quello di rafforzare il legame tra Emilia-Romagna e resto del mondo. Dobbiamo essere orgogliosi di quella parte della cultura emiliano-romagnola portata in giro per il mondo. Il percorso svolto va sostenuto e perseguito a beneficio della nostra terra”.

Fonte: Cronaca Bianca

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