Gli emiliano-romagnoli all’estero: cinque domande a Valentina Stragliati
- Signora vicepresidente, cosa ne pensa dell’associazionismo emiliano-romagnolo all’estero? E’ ancora un elemento utile all’amalgama tra l’emigrazione storica e la cosiddetta “nuova mobilità”?
L’Associazionismo all’estero rappresenta un importante valore aggiunto sia per la nostra Regione che per i Paesi d’insediamento dei nostri emigrati e sono davvero convinta che sia un elemento molto utile per integrare la “vecchia” e la nuova emigrazione, ovviamente tenendo conto dell’evoluzione delle modalità di spostamento e dei nuovi mezzi di comunicazione. Ad esempio, i giovani d’oggi hanno molte più opportunità di viaggiare, muoversi, tornare più spesso a casa dai propri familiari; inoltre i social network devono essere considerati come un utile strumento di comunicazione per facilitare i contatti tra le Associazioni e i giovani emigrati.
- La Regione Emilia-Romagna è orgogliosa della sua Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, poiché svolge un lavoro capillare ed efficace per rinsaldare i legami tra i corregionali al di qua e al di là delle Alpi. Molte altre Regioni vi prendono ad esempio. Pensa che il budget a disposizione della Consulta sia sufficiente? Si potrebbe fare meglio e di più?
Tutto è migliorabile e tutto è perfettibile, sicuramente le risorse stanziate rispetto ai €400.000 annui destinati dall’Assemblea legislativa alla Consulta, potrebbero essere aumentate; purtroppo, però, dobbiamo fare i conti con la difficile situazione legata alle complesse contingenze di tipo economico, aggravate dal “caro energia”, che sta avendo ripercussioni particolarmente severe sul nostro Paese.
- Gli emiliano-romagnoli di Ginevra, come tanti altri italiani residenti all’estero, credono che la soppressione del Ministero per gli Italiani nel Mondo (MIM) sia stato un grosso errore. Gli italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) sono oltre sei milioni, ma se se si contano quelli non iscritti all’AIRE (e.g., studenti Erasmus e lavoratori in continuo spostamento tra un paese e l’altro), la “ventunesima regione italiana” ne conta ben otto. Non crede che otto milioni di italiani meritino più attenzione e riguardo da parte del nostro Governo?
Sicuramente la riduzione del numero dei parlamentari, sull’onda di un populismo eccessivo, ha avuto ripercussioni significative sulla politica in generale, determinando un’inevitabile revisione delle deleghe in capo ai vari dicasteri. Nonostante ciò, ritengo che i nostri connazionali all’estero meritino tutto il miglior supporto da parte dei Ministeri operanti.
- La soppressione del numero di parlamentari è stato un altro grosso errore. Gli italiani all’estero si sentono ancor meno rappresentati e tutelati. La Consulta non potrebbe organizzare un gruppo di pressione (lobby) per aumentare il numero di parlamentari della Circoscrizione Estero?
La nostra Consulta non ha questo di tipo di competenze, tuttavia, la sottoscritta congiuntamente al Presidente Fabbri, ci faremo portavoce di tale istanza presso i parlamentari di riferimento.
- La Consulta potrebbe, unitamente al Consiglio Regionale, farsi portavoce di una serie di ulteriori agevolazioni per il “Turismo delle radici” e della soppressione delle imposte sulla prima casa o meglio della “casa di ritorno” dell’emigrato emiliano-romagnolo?
È una proposta valida da tenere in considerazione e portare avanti nelle sedi opportune. Il Turismo delle Radici, essendo materia ministeriale, avrà ricadute dirette sull’Assessorato regionale alla Cultura, ma la nostra Consulta trarrà inevitabilmente benefici da tale importante progettualità. A tal proposito, abbiamo dedicato un momento formativo proprio sul Turismo delle Radici, durante la riunione in presenza della Consulta, svoltasi a Piacenza dal 14 al 16 ottobre c.a. (sono intervenuti Giovanni Maria De Vita, consigliere del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, e Marina Gabrieli, Coordinatrice nazionale del progetto “Turismo delle radici” del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale). L’intenzione è di proseguire in tale direzione, organizzando altri momenti di confronto al fine di garantire un’efficace messa a terra dei fondi derivanti dal PNRR su questa importante progettualità.
Intervista di Oreste Foppiani - Visiting Research Fellow e professore associato di Storia e Politica internazionali presso il Robert Schuman Centre for Advanced Studies dello European University Institute (www.eui.eu). Ha insegnato o diretto progetti di ricerca in diversi atenei tra Ginevra, Milano, Tokyo, Washington e New York. Membro dell'Association Genevoise des Journalistes (RP Impressum) e dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna (2004-2018), è stato corrispondente permanente di Libertà presso l'Onu di Ginevra dal 2008 al 2016
Fonte: La Voce di Ginevra - https://lavocediginevra.ch/gli-emiliano-romagnoli-allestero-cinque-domande-a-valentina-stragliati/