La storia negli spazi memoriali. Davanti a Villa Emma: incontri, frequentazioni, apprendimenti

L’incontro con la storia dei ragazzi ebrei salvati a Villa Emma, che prenderà presto forma nel luogo per la memoria "Davanti a Villa Emma", presenta molti elementi in grado di alimentare nei più giovani quel potenziale trasformativo che ogni esperienza di formazione non può mancare di avere.  

Affinché ciò si realizzi, la Fondazione Villa Emma, nell'ambito di una lunga collaborazione con l'Assemblea legislativa sancita da un Protocollo d'intesa, ha proposto LA STORIA NEGLI SPAZI MEMORIALI davanti a Villa Emma: incontri, frequentazioni, apprendimenti, in programma dal 22 al 24 settembre online e a Nonantola (Sala Marcello "Mirko" Sighinolfi, via del Macello).

Ad aprire il seminario LA STORIA NEGLI SPAZI MEMORIALI. Davanti a Villa Emma: incontri, frequentazioni, apprendimenti è stato un webinar sulla piattaforma Teams che si è svolto nel pomeriggio di venerdì 22 settembre, appositamente pensato per docenti e formatori che si riconoscono nella comunità di conCittadini, per approfondire temi che potranno essere utili nella definizione di percorsi educativi per i più giovani su temi quali Shoah, guerra, costruzione della pace, infanzia negata, solidarietà.

Questa riflessione verteva sulle modalità di coinvolgimento dei giovani nella visita ad un luogo di memoria quale Davanti a Villa Emma, mettendo in relazione le scuole di vario ordine e grado con la storia che sarà raccontata all'interno del futuro museo dedicato alla vicenda storica del salvataggio di 70 ragazzi ebrei nella cittadina della provincia modenese durante il secondo conflitto mondiale.

Inoltre, intendeva stimolare un’interazione tra la Fondazione e quei docenti e formatori che si riconoscono nella comunità di conCittadini, offrendo loro, al contempo, un’occasione per avvicinarsi a temi utili nella definizione di percorsi educativi per i più giovani su temi quali Shoah, guerra, costruzione della pace, infanzia negata, solidarietà.

Il programma della giornata, che ha visto 35 partecipanti iscritti collegati durante tre ore di diretta, si è sviluppato a partire da un saluto istituzionale a cura di Alessandro Criserà, Dirigente dell’Area Cittadinanza attiva del Settore Diritti dei Cittadini dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna. Un intervento che si è concentrato sull’importanza di far sì che la storia non rimanga un cassetto polveroso di avvenimenti lontani e distanti dalla nostra contemporaneità, ma di costruire percorsi di coinvolgimento che permettano ai giovani di poter leggere al meglio il presente.

Tra i relatori, Guido Pisi, coordinatore Gruppo di ricerca Fondazione Villa Emma, ha proposto un intervento dal titolo “Racconto di Villa Emma: l’opzione narrativa e il progetto di allestimento”, in cui ha illustrato la vicenda dei ragazzi ebrei salvati attraverso vari scritti e presentato un modello per istituire un ambiente narrativo nel nuovo memoriale, un dispositivo ispirato a Foucault, ossia una macchina per far vedere e far parlare, limitando il tempo del racconto al periodo intercorso tra l’arrivo alla stazione di Nonantola del primo gruppo di fuggitivi ebrei e il passaggio del confine con la Svizzera, secondo il modello d’indagine della microstoria: un modo di fare ricerca storica applicato ad aree molto circoscritte, a piccole comunità, ad oggetti e protagonisti spesso non considerati dalla storia di vasta scala, senza ignorare gli sfondi e i quadri storici generali.

La trattazione a cura di Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma, ha riguardato la storia di salvezza ai margini della Shoah: la visita e il laboratorio. La parte di racconto storico si lega strettamente all’idea di un allestimento pensato per accompagnare lo spettatore alla narrazione di una storia con elementi narrativi, sollecitazioni e domande. Il tentativo è quello di raccontare una salvezza agìta, una solidarietà messa in atto, concretamente realizzata. Il visitatore, oltre che essere accolto al centro di un racconto che ripercorrerà le fasi dell’arrivo a Nonantola, del periodo di soggiorno a Villa Emma, il momento di nascondimento e della fuga e l’espatrio verso la svizzera, troverà spazi in cui si svolgono concretamente esperienze laboratoriali, passando dall’ascolto e conoscenza di un racconto, all’indagine in merito alla storia narrata.

L’intervento della professoressa Elena Musci dell’Università della Basilicata ha trattato il tema dei “Musei che parlano ai bambini: strategie ludiche e comunicative per allestimenti tradizionali” con particolare riferimento agli allestimenti multisensoriali, ai supporti per incentivare l’interazione e ai giochi didattici utilizzati nei musei per mostrare con chiarezza e con metodo quello che appare nascosto attraverso ciò che si vede e si sperimenta. Dal punto di vista dello studente il gioco consente di mantenere la motivazione e l’attenzione. E poi c’è il coinvolgimento, la competizione, la capacità di ancorare gli apprendimenti e di attribuire significato ai luoghi visitati. Dal punto di vista dell’educatore, il gioco consente di cogliere la trama spazio-temporale in cui si è immersi e questo contribuisce a sviluppare un atteggiamento di cura e di responsabilità.

Infine, l’intervento a due voci di Mirco Carrattieri,direttore generale dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, e Glauco Babini vicepresidente di LudoLabo di Modena ha presentato un manifesto per la Ludic History, nato da una lunga riflessione sul valore e la potenzialità storica dei giochi, soprattutto per i giovani, coi quali è possibile pervenire ad una integrazione fra la storia-sfondo e la didattica ludica, pur rispettando le caratteristiche di entrambi gli ambiti.

Le sollecitazioni di alcuni partecipanti hanno permesso di mettere in luce l'attualità di questi approcci, poiché nelle varie esperienze di ritorno alla didattica in presenza, sono emerse difficoltà nuove a incentivare l'attenzione degli studenti, molto più debole che in passato. Ne è seguito un interessante dibattito, con riflessioni sull’importanza della dimensione multisensoriale ed interattiva degli allestimenti museali. Una nuova concezione di museo con differenti livelli dimensionali: il primo è quello dell’orientamento all’interno di uno spazio espositivo; poi, quello dell’osservazione degli oggetti esposti; quindi, quello di accedere ai supporti informativi resi disponibili dal museo. Un’arma in più a disposizione dei musei per realizzare un’offerta culturale attraverso cui migliorare il proprio livello di accoglienza, il livello di gradimento e l’esperienza di fruizione da parte del visitatore.

Le successive sessioni, in programma a Nonantola presso la Sala Marcello "Mirko" Sighinolfi sabato 23 e domenica 24 settembre, si sono articolate in workshop riservati a un numero massimo di 35 partecipanti, esperti del settore: insegnanti, educatori museali, referenti/esperti di enti specializzati in memoria storica. 

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