Diritti dei minori, perchè tanta enfasi?

05.04.2013

Diritti dei minori, perchè tanta enfasi?

Nel novembre 2011 l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha nominato Luigi Fadiga Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, attribuendogli il compito di garantire, in conformità con la legge istitutiva 13/2011, i diritti di bambini ed adolescenti e nello specifico i diritti fondamenti che la Convenzione sui diritti del Fanciullo riconosce all’infanzia e all’adolescenza.

L’intervista al Garante

Garante Fadiga, una domanda a bruciapelo: perché tanta enfasi sui diritti di bambini e ragazzi in un’epoca in cui queste fasce di popolazione sembrano più che mai garantite?

Bisogna innanzitutto dire che l’enfasi posta nei confronti dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha una sua chiara matrice giuridica, la quale risulta però imprescindibile dai contributi e dagli spunti di riflessione che giungono da altre discipline come la sociologia e la pedagogia. La panoramica sociale odierna presenta ancora delle incongruenze rispetto a quella che è la normativa di riferimento, ovvero la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989. Ove si presentino delle fattispecie controverse da normare, la tendenza riscontrabile è ancora quella di anteporre le dinamiche relative alle relazioni familiari ai diritti del fanciullo. Ciò accade in quanto sta prendendo piede una concezione del “figlio” come “diritto”, e in questa cornice la famiglia tende ad essere considerata come un’oasi a sé stante, un istituto solo lambito ma mai veramente toccato dalle discipline giuridiche. A questo proposito va però detto che la Convenzione parla chiaro. Avendo introdotto con la nozione di “preminente interesse” il “diritto di precedenza assoluta” del minore, la Convenzione ha indicato la strada da seguire: il primo a passare, l’interesse a prevalere, è sempre quello del minore.

Garante Fadiga, se capiamo bene questo significa che è necessario un ribaltamento di prospettiva, rispettare cioè il minore come persona e adoperarsi per dare e creare spazio all’ascolto di giovani, adolescenti, e bambini. Di coloro insomma che con più difficoltà possono far sentire la propria voce.

E’ corretto. L’importanza che ha acquisito, negli anni, l’espressione “persona minore d’età” a discapito del concetto tradizionalmente inteso di “figlio” (fino a pochi decenni fa il minore esisteva solo in quanto figlio, nipote, etc, quindi sempre in una relazione di subordinazione rispetto a un genitore, a un nonno, a un altro da sé come direbbero i sociologi) segnala questo cambiamento nella percezione generale. Ovviamente, trattandosi di soggetti debolissimi e bisognosi di cura e attenzione, ciò dovrebbe comportare un incentivo per i rappresentanti legali a farsene carico. In questo quadro, “informazione” e “formazione” rappresentano i concetti chiave sui quali agire perché si crei consapevolezza su quelli che sono i diritti dei minori, rammentando ai titolari di tali diritti che ciò implica altresì dei doveri. Diritti e doveri vanno sempre a braccetto, anche quando si parla di bambini e adolescenti.

Alla luce di quanto ha dinnanzi affermato, quali azioni intraprendere per promuovere la diffusione di una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza?

Dobbiamo innanzitutto partire dalla scuola che ha un ruolo determinante in questo senso. La scuola, oggigiorno, rappresenta il luogo in cui è possibile compiere una risignificazione dei diritti. Per fare questo, occorre porre in essere azioni volte a favorire la conoscenza di questi diritti da parte dei soggetti detentori e della figure che ruotano intorno ad essi, a partire dai genitori e dagli insegnanti. Un primo passo in questo senso si sta già compiendo: a breve il mio Ufficio formalizzerà la collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. E’ inoltre in corso di approntamento uno strumento di promozione dei diritti per i ragazzi delle medie che sarà messo a disposizione delle scuole a partire dal prossimo anno scolastico. Sempre su iniziativa del mio Ufficio sono già dodici le scuole superiori e quattro i centri di formazione professionale che stanno lavorando allo sviluppo di attività laboratoriali su questi temi mettendo al centro le competenze e le abilità dei ragazzi.  In definitiva, come ben chiarisce la Convenzione dell’Onu, si tratta di rispettare i minori come persone, considerandoli non solo per le loro vulnerabilità, come soggetti da proteggere, ma anche e soprattutto per quello che hanno da dire e da esprimere.

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