Dai ‘Campi rossi’ agli arcobaleni

01.03.2016

Dai ‘Campi rossi’ agli arcobaleni

Riceviamo e pubblichiamo da Nicole Ricchetti, della IVa O del liceo Matilda di Canossa


 

La giornata “Dai ‘Campi rossi’ agli arcobaleni”, il 16 febbraio, alla Casa della famiglia Cervi, si è rivelata ricca di riflessioni affascinanti e profonde. È stato condiviso il lungo e appassionato lavoro di numerosi studenti del liceo “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia, all’interno di conCittadini. Le ragazze e i ragazzi non hanno avuto esitazioni nell’esprimere, anche emotivamente, le proprie riflessioni e hanno mostrato quanta dedizione e competenza siano stati capaci di esprimere nelle loro attività.

Nonostante il tempo fosse uggioso, i volti dei partecipanti emanavano serenità e volontà di apprendere, conoscere e condividere, assieme ad adulti, le proprie riflessioni, sia individuali che frutto di un lavoro comune e partecipato. Questi pensieri hanno suscitato forti e spontanee emozioni da parte di tutti noi.

Gli studenti si sono concentrati su varie tematiche vicine al nostro tempo come la lotta solidale alla violenze sulle donne, la resistenza e la lotta ai nuclei neofascisti e neonazisti, la mafia ed altre ancora, creando un ambiente stimolante. Si sono mostrati forte umanità e senso di coesione, muovendo gli animi di tutti noi, attraversando opinioni personali. Sono stati momenti fruttuosi, perché hanno portato ognuno dei partecipanti a riflettere sulle proprie azioni e sui propri comportamenti. Tutto ciò ha alimentato una riscoperta sincera della propria coscienza e del proprio senso della collettività.

Durante i dialoghi sono fiorite parole intense come solidarietà, fratellanza, educazione, unità e giustizia, spaziando su ampi orizzonti, illuminati e connessi – appunto! – da vividi arcobaleni. Ci siamo soffermati, in particolare, sul senso della verità e della sua ricerca, sia dal punto di vista laico, che da quello religioso.

Cuore pulsante degli argomenti condivisi è stato proprio l’amore, sentimento delicato e quasi impalpabile, eppure, così potente ed incorruttibile da poter far muovere gli astri (“l’Amor che move il sole e l’altre stelle”).

L’amore, propulsore della non violenza, elemento da cui nascono le radici per il nostro futuro e che ricorda costantemente i reali valori su cui fondare la nostra società, contro ogni totalitarismo, arroganza e prepotenza, è stato rappresentato come l’impegno doveroso a cui ognuno di noi deve adempiere per raggiungere la libertà. Questo sentimento è ciò che ci ha spinti ad incontrarci per parlare e condividere i nostri lavori.

La stessa educazione, fondamento della civiltà, è conseguenza di un amore collettivo che porta ad un dialogo che, spontaneamente, una ragazza di prima è arrivata a chiamare “pulito” ed al riconoscimento dell’importanza dell’ambiente in cui viviamo e delle persone che ci circondano. Noi siamo parte integrante della società che crea persone: la nostra personalità si crea anche e soprattutto attraverso gli altri. Questa filosofia è la sottile e meravigliosa poetica della relazione che ha interessato buona parte dei riscontri finali.

Si è potuto anche discutere in modo partecipato, nonostante accenni di timidezza, di questioni molto prossime alla nostra generazione ed ai fatti che avvengono quotidianamente. Ci siamo soffermati soprattutto sulle scelte che ognuno di noi è destinato a dover prendere. Dobbiamo cercare di sensibilizzare e di risvegliare il senso di responsabilità, spesso taciuto dalla paura e dall’egoismo a cui bisogna resistere riflettendo anche sui nuovi tipi di Resistenza.

La comunità è la radice che alimenta il tronco dell’umanità intera: per educare un solo bambino, come ci ricorda anche Mamma Africa (Graça Machel), è necessario un intero villaggio. E’ questa la forte responsabilità a cui ognuno di noi è chiamato ed è nei bambini che risiede parte essenziale del nostro futuro.

Ispiranti sono i pensieri e le azioni di Mamma Africa e Mamma Cervi che costituiscono due figure femminili di titanica importanza. Sono forti personalità che hanno compreso l’essenza fondamentale dell’educazione e dell’istruzione, come strumenti insostituibili di emancipazione.

A completamento di una giornata emotivamente intensa, la visita al Museo Cervi ha costituito un momento molto interessante e stimolante, in cui abbiamo potuto immedesimarci nella vita quotidiana della famiglia Cervi e nel clima sociale dei loro tempi. 

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