Narratori popolari al via, 200 persone gremiscono l’Assemblea legislativa
21.02.2017
“Sarà una prova di resistenza culturale, ma anche fisica, perché i nostri narratori dovranno parlare per cinque minuti a rotazione, cioè per 12 volte ogni ora da mezzogiorno a mezzanotte. Invitiamo tutti i cittadini a portare cibo e acqua ai volontari. Serviranno accompagnatori per sostenere i nostri attori, che dovranno ‘tenere’ la postazione per 12 ore”. Il regista teatrale Matteo Belli lancia così Cantiere 2 agosto: 85 storie per 85 palcoscenici, l’idea con cui l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna intende ricordare quest’anno il 37esimo anniversario della strage alla stazione.
Il dado è stato tratto lo scorso dicembre, quando Belli e la storica Cinzia Venturoli (che l’anno scorso curò, sempre per l’Assemblea, la redazione delle cartoline con le biografie delle vittime della stazione) hanno lanciato una selezione pubblica per individuare cittadini comuni disponibili a diventare “narratori popolari” delle vite delle persone che morirono per la bomba del 2 agosto 1980. I cittadini si sono ritrovati oggi nella sede dell’Assemblea in viale Aldo Moro, dove Belli e Venturoli hanno selezionato gli 85 “titolari” che adotteranno la storia di ogni vittima e stilato una lista di 118 “idonei” pronti a sostituirli. Un’iniziativa di memoria itinerante, la trasformazione della città in palcoscenico, voluta e sostenuta dall’Assemblea e dalla presidente Simonetta Saliera. A questo link (qui) il video dell’intero incontro registrato in streaming.
Belli e Venturoli hanno risposto per tre ore nel pomeriggio alle domande dei volontari, che nel mese di marzo incontreranno i parenti delle vittime (a rappresentare l’associazione c’era il vicepresidente Paolo Lambertini) per cominciare a “entrare” nella realtà famigliare di chi fu colpito dalla strage. Nei mesi di aprile e maggio si terranno incontri di formazione; il 1 agosto Belli terrà un discorso pubblico ai volontari alla vigilia della rappresentazione. Il regista mantiene per ora il riserbo sui luoghi scelti per le narrazioni, ma di certo non sarà una semplice Spoon River: “Abbiamo scelto di raccontare la vita, non celebrare la morte”.
(Marco Sacchetti)