Ubaldo Della Volpe
Ubaldo della Volpe è nato nel 1939 a Bologna, studia al liceo Classico e si laurea in farmacia; collabora per un decennio all’impresa famigliare, poi per sette anni è direttore tecnico responsabile di stabilimento farmaceutico; contemporaneamente comincia ad affiancare (1973-1974) una intensa attività di ricerca ed espositiva sulla mai sopita passione per il disegno e la pittura.
Quest’ultima si concretizza ( dopo un tumultuoso principio di impressioni su battaglie passate, per altro riaffacciatosi in anni più recenti) e può definirsi come una riflessione ed una ricognizione ingenerate dalle pitture murali, principalmente nelle loro manifestazioni in occasione di lavori restaurativi, o comunque di indagine e ripristino.
Nel frattempo non perde l’occasione (anni 80) ad applicarsi, per considerevoli periodi, all’ advertising ed alla grafica aziendale.
Da quegli stessi anni si è dedicato ad intervenire direttamente su intonaci, sia pareti che soffitti, rispondendo anche qui a numerose committenze e proposte per ville, residenze e gallerie, restando tuttavia su tela intonacata l’opera più vasta ed importante. Si applica alla reinvenzione di un ciclo pittorico, al posto di quello già disperso, che era a corredo delle sale nella cinquecentesca Villa Boncompagni alla Cicogna di S.Lazzaro di Savena (BO). Oltre a questa collocazione così nobilmente antica non si può trascurare quella, invece assolutamente moderna, del ciclo Argonautico nel complesso residenziale di Borgo Masini in Bologna.
Come in questi casi Della Volpe ha sempre assiduamente cercato di restare in permanenza nei luoghi più significativi intervenuti, così come è stato per il Museo degli studenti (Università degli studi), per il chiostro di San Giovanni in Monte , per quello di S.Cristina , per il liceo Galvani in Bologna.
A seguito di esposizioni o premi permangono su opere in vari Musei e raccolte (Pieve di Cento, Dozza, Faenza, Bargellini, Lercaro, ecc) per lavori in residenze, oltre che a Bologna, anche a Parma, Lugo di Romagna ed altri.
E’ il decadimento di interi cicli o singoli capi d’opera, che ha proiettato Della Volpe sulla ricognizione, allora, della loro strenua conservazione, con un immaginario precedente- susseguente agli interventi di conservazione. I suoi
soggetti per altro, tranne rarissime occasioni per particolari contingenze, sono rigorosamente di sua invenzione, anche se sempre plausibili e di aspetto “familiare”.
Certamente Della Volpe ha percorso la storia dell’Arte per passione e fascinazioni: sicuramente non rifugge dalla citazione dell’arte cortese e della maniera. In ogni caso gli è stata giustamente riconosciuta attraverso le sue opere, anche la sua “collocazione geografica”