Parità. Sì all’osservatorio sulla violenza di genere. Mori: “raccolta e valutazione dati per una lettura autentica del fenomeno”

Parere favorevole dalla commissione al provvedimento che istituisce l’organismo costituito da esperti per monitoraggio e valutazione misure di contrasto

15/03/2017 14:38

La commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, ha espresso parere positivo sul provvedimento che istituisce l’osservatorio regionale sulla violenza di genere (favorevoli Pd, M5s; astenuti Lega nord, Fi).

“Si tratta di un altro tassello importante nell’attuazione della legge quadro per la parità” – ha spiegato l’assessora alle pari opportunità, Emma Petitti. La struttura, di tipo tecnico, consentirà di realizzare il monitoraggio in tutte le aree territoriali sulle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere che si stanno attuando e di valutarne l’efficacia. Tutto questo grazie alla pluralità dei soggetti coinvolti. L’osservatorio consentirà inoltre di raccogliere tutti bisogni formativi che perverranno dal territorio per la formazione degli operatori che, a vario titolo, si occupano delle donne che hanno subito violenza. Dopo il parere della commissione, ha annunciato Petitti, la delibera per l’istituzione dell’osservatorio dovrebbe essere approvata dalla Giunta nella prossima settimana. Parallelamente sta per essere istituito anche il Tavolo regionale sulle politiche di genere che avrà una valenza più politica e dovrà comprendere anche tutti i soggetti che si occupano di politiche economiche.

“Vediamo con piacere che finalmente c’è un’attuazione concreta di quanto previsto dalla legge sulla Parità– ha dichiarato Giulia Gibertoni (M5s) annunciando parere positivo al provvedimento –  Auspichiamo che dopo le parole si assumano le scelte conseguenti”.

Da Barbara Lori (Pd) è giunto “l’apprezzamento per come procede il lavoro di attuazione della legge regionale, di cui l’osservatorio – ha detto – rappresenta un’ulteriore tappa significativa. Ci sono ritorni dal territorio rispetto ai temi di confronto affrontati dalla Conferenza delle elette e c’è la sensazione che gli effetti concreti si comincino a vedere”.

“Il monitoraggio continuo rappresenta un’azione molto concreta tra quelle previste dalla legge quadro sulla parità e risponde alla necessità di realizzare un’interpretazione autentica della realtà, al di là delle ricostruzioni di tipo cronachistico. -ha affermato la presidente Roberta Mori (Pd)– In questo senso sarà importante l’avvio del Tavolo regionale permanente per le politiche di genere perché -ha sottolineato-  aprirà alla collaborazione con altre ‘agenzie’ che raccolgono i dati, ad esempio la Polizia di Stato. Sappiamo che c’è resistenza a condividere i dati e i Tavoli provinciali potranno darci una grande mano. Con la clausola valutativa la legge ci impone di misurare la concretezza delle nostre politiche. – ha concluso Mori- Va comunque sottolineato che le linee di indirizzo contenute nella norma aiutano gli enti locali a rendersi proattivi su questi fenomeni per una prevenzione a 360 gradi”.

L’osservatorio regionale sulla violenza di genere sarà costituito da un gruppo di lavoro formato da esperti della Regione Emilia-Romagna operanti nei servizi che si occupano di: politiche sociali, prevenzione e contrasto alla violenza di genere; politiche per la sicurezza e polizia locale; assistenza ospedaliera e pronto soccorso; consultori; politiche per l’integrazione sociale; programmazione e gestione dei sistemi informativi; materie statistiche. Compreso anche un esperto dell’Agenzia del lavoro.

Le riunioni dell’osservatorio saranno allargate ad “interlocutori privilegiati” del territorio: 9 esperti degli enti locali, tre esperti delle Ausl, due esperti del coordinamento dei Centri antiviolenza, due esperti di trattamento degli autori di violenza (Ausl di Modena), un rappresentante dell’Ufficio scolastico regionale, due rappresentanti delle associazioni femminili impegnate nel contrasto alla violenza di genere, individuate dalla Conferenza del Terzo settore. È poi prevista la collaborazione con altri interlocutori ad esempio: il Garante dell’infanzia o quello dei detenuti, le università e le organizzazioni sindacali. L’organismo, ha chiarito l’assessora su richiesta di Andrea Liverani (Lega nord), non comporta ulteriori costi a carico del bilancio regionale”.

(Isabella Scandaletti)

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