Giacomo Manzù

Bergamo 1908 - Ardea (Roma) 1991

img207.jpgNasce a Bergamo il 22 dicembre 1908. Intorno ai dieci anni di età si reca a bottega dall’intagliatore e doratore Dossena rivelandosi già un talento in erba. Dal 1925 frequenta i corsi serali di arti plastiche e lavora come stuccatore. Nel 1928 va a Parigi in cerca di un aggiornamento artistico sulle ultime correnti. Di questo periodo francese abbiamo una serie di vetri incisi o dipinti a tempera con motivi arcaizzanti. Il 1930 è l’anno dell’incontro a Milano con Tomea, Sassu, Grosso e Birolli. Seguono due esposizioni collettive alla Galleria Il Milione che gli assegnano una discreta notorietà.

Nell’agosto del 1933 l’Hotel Milano di Selvino organizza la sua prima personale. Nello stesso anno Manzù partecipa alla V Triennale di Milano. Nel 1936 è la volta del Premio nazionale Principe Umberto alla VII Sindacale alla Permanente con la prima versione del David (1935). Nel 1941 l’Accademia di Brera gli affida la cattedra di scultura. Ai primi anni Quaranta risale la serie di bozzetti e di studi di Francesca Blanc, con la fusione definitiva Manzù vince il Gran Premio alla Quadriennale romana del 1943. L’esposizione del Grande ritratto di Signora nella prima antologica a Palazzo Reale nel marzo 1947 firma il connubio politico e artistico fra Manzù e Lionello Venturi. Nel 1950 vince il concorso per la porta di San Pietro in Vaticano che verrà inaugurata nel giugno del 1964. Riceve il “Gran Premio della Scultura” dalla XXIV Biennale di Venezia. La sua scultura coniuga l’antica iconografia sacra con soggetti del mondo moderno profani e disimpegnati, avvolti in un’aria di mediterraneità. Londra nel 1953 ospita la sua prima personale europea. Dopo la breve parentesi come illustratore lascia l’insegnamento a Brera e si sposta fino al 1960 all’accademia di Salzuburg. Lì incontra Inge Schabel sua futura moglie e musa ispiratrice. Ritornato a Roma per riprendere il lavoro al Vaticano conosce Papa Giovanni XXIII, ne esegue un ritratto bronzeo e nel 1963 la maschera mortuaria. Nel 1965 riceve la commissione per la porta di San Lorenzo a Rotterdam con un lavoro sulla Guerra e sulla Pace.

Gli ultimi anni Sessanta vedono un infittirsi di opere monumentali e di interventi sulle scenografie teatrali. Nel 1969 si inaugura Il Grande Cardinale di Salisburgo. Nel 1973 esegue un altorilievo sul tema Giustizia e Pace per il Palazzo di Giustizia delle Comunità Europee a Lussemburgo. Tiene una mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Tokyo, esponendo quaranta sculture, trasferite l’anno dopo a Osaka. Gli ultimi anni Ottanta sono il periodo delle grandi mostre, con l’antologica del 1986 alla Villa Medicea di Poggio Imperiale  e quella del 1989 a Milano. Chiude il grande ciclo artistico del maestro bergamasco il monumentale gruppo scultoreo Caravaggio, unione tra un uomo seduto ed un cesto di frutta con memorabile rimando al capolavoro della Pinacoteca Ambrosiana.

Giacomo Manzoni in arte Manzù si spegne ad Ardea il 17 gennaio 1991.

Tratto da “Quadri in Regione. Le collezioni d’arte moderna del Consiglio e della Giunta dell’Emilia-Romagna” catalogo della mostra (Bologna, GAM Villa delle Rose) a cura di Orlando Piraccini - IBC, Bologna 1988

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Colombe bassorilievo in bronzo diametro cm. 20