La storia di Razan Zaitouneh

Razan Zaitouneh è una dei principali e più credibili attivisti civili della rivoluzione siriana. E’ una giornalista siriana, nonché giurista attiva nel campo dei diritti umani.

Al momento del conferimento del Premio Sacharov nel 2011, Razan Zaitouneh viveva nascosta dopo essere sfuggita a un'irruzione degli agenti della sicurezza nazionale in casa sua. Si è tuttavia rifiutata di lasciare la Siria.  Ha utilizzato i soldi del Premio Sacharov per salvare la vita di un collega attivista colpito dal fuoco di un carro armato.

Tutta la carriera di Razan è stata segnata dalla difesa dei diritti umani. Infatti già dal 2002 il governo siriano le ha intimato di non lasciare il paese.

Nel 2005, ha fondato il Razan siriano Human Rights Information Link (shrIL), prima risorsa documentazione pubblica della Siria per le violazioni dei diritti umani. ShrIL ha portato alla luce numerose violazioni perpetrate dal governo siriano, e rendendole visibili agli occhi del mondo. Questo lavoro è stato per lo più svolrto in segreto, da lei a da tanti altri attivisti che lavoravano utilizzando pseudonimi e spostandosi da un luogo all’altro continuamente.

A proposito delle ragioni che impediscono la soluzione dei problemi siriani Razan Zaitouneh scrisse sul suo blog nell’ottobre del 2013 "Gli interessi strategici dell'Occidente non dovrebbero superare ciò che resta della sua umanità. Anche se l'Occidente continua lungo lo stesso percorso, non permetteremo che questo distrugga ciò che resta della nostra determinazione a continuare la nostra rivoluzione fino alla fine“. Meno di tre mesi dopo sarà sequestrata.

Il 9 dicembre 2013 è stata rapita con la forza, insieme al marito, l'attivista Wael Hamada, e a due colleghi, il poeta e avvocato Nazem Hamadi e l'ex prigioniera politica Samira Khalil.Al momento del rapimento stavano lavorando presso due centri fondati dalla stessa Razan: il Centro per la documentazione delle violazioni (Violations Documentation Centre, VDC) e l'Ufficio per il sostegno ai piccoli progetti e lo sviluppo locale (Local Development and Small Projects Support Office, LDSPS), a Duma, una zona periferica di Damasco.

Nessuno ha rivendicato la responsabilità del rapimento e nessuno sa ad oggi dove si trovi la giornalista scomparsa. Razan Zaitouneh aveva denunciato con coraggio le violazioni dei diritti umani perpetrate tanto dal regime di Damasco quanto dai combattenti ribelli, nonostante le minacce ricevute. È stata portata via Il suo rapimento è considerato dai giornalisti siriani un episodio determinante per la divisione in atto in Siria tra le forze civili e gli estremisti, un evento che ha assestato un durissimo colpo alla rivoluzione siriana.

I familiari hanno chiesto aiuto a livello internazionale per ritrovare Razan Zaitouneh e i colleghi. Attivisti e politici di tutto il mondo hanno chiesto la loro liberazione; tra essi anche il presidente Schulz, che ha affermato: «A nome del Parlamento europeo chiedo il loro rilascio immediato. [...] La sua vita è stata messa in pericolo dal regime e dai gruppi ribelli per ciò che era, una giovane donna coraggiosa che rifiuta i compromessi e continua a lottare pacificamente per la democrazia e per una Siria libera». Nel 2014 il Parlamento europeo si è unito a decine di organizzazioni non governative, al pubblico europeo e ai vincitori del Premio Sacharov per reclamare la sua liberazione con la campagna#FreeRazan.  

 


 

 

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