La storia di Mohamed Bouazizi

Mohamed BouaziziMohamed Bouazizi è nato a Sidi Bouzid in Tunisia, il 29 marzo 1984.

Suo padre, un operaio edile in Libia, morì per un attacco cardiaco quando Bouazizi aveva tre anni, e sua madre qualche tempo dopo ne sposò lo zio. Mohamed non ha finito il liceo. Infatti, per sostenere se stesso e i suoi sei fratelli ha svolto diversi lavori fin dall'età di dieci anni, e verso i vent'anni ha lasciato la scuola per lavorare a tempo pieno. Guadagnava circa 140 dollari statunitensi al mese vendendo prodotti per le strade di Sidi Bouzid. Lavorando sperava inoltre di poter acquistare o affittare un camioncino per la sua attività. Un amico intimo di Bouazizi dichiarò che era «un uomo molto conosciuto ed amato e che avrebbe dato gratuitamente frutta e verdura per le famiglie molto povere».

Mohamed viveva in una casa modesta, distante 20 minuti a piedi dal centro di Sidi Bouzid una cittadina rurale della Tunisia. Egli mantenne la madre, lo zio e i fratelli più piccoli, pagando anche la retta universitaria di una delle sue sorelle, 

Secondo amici e parenti, gli agenti di polizia locale tenevano presumibilmente di mira Bouazizi e lo avrebbero maltrattato per anni, anche durante la sua infanzia, confiscandogli regolarmente la sua piccola carriola di prodotti ortofrutticoli. Il giorno prima della morte avrebbe contratto un debito di circa 200 dollari statunitensi per acquistare i prodotti da rivendere il giorno seguente. La mattina del 17 dicembre, poco dopo l'inizio della giornata lavorativa, la polizia cominciò a molestarlo con la motivazione che il giovane era privo del permesso di vendita. In questa occasione gli furono confiscate la merce, il carretto e le sue bilance. Bouazizi si trovava nella impossibilità di pagare tangenti in natura (frutta ed ortaggi) né disponeva di denaro per corrompere i funzionari di polizia. Dopo l'immolazione, due dei fratelli di Bouazizi ebbero modo di confermare l'episodio ed accusarono le autorità di aver tentato di estorcere denaro dal proprio fratello e di averlo pubblicamente umiliato. La sua famiglia ritiene che sia stata l'umiliazione e non la povertà ad averlo spinto a immolarsi, dopo aver cercato giustizia invano: si è cosparso di benzina e si è dato fuoco davanti ai cancelli dell'edificio del governatore nella cittadina di Sidi Bouzid. Infatti Bouazizi, infuriato per quanto avvenuto, andò all'ufficio del governatore per lamentarsi, chiedendo di avere indietro le sue bilance. In seguito al rifiuto del governatore di dargli udienza, Bouazizi acquistò una lattina di benzina da un distributore nelle vicinanze e tornò all'ufficio del governatore.

Mentre si trovava in mezzo al traffico, gridò «Come credi che io possa guadagnarmi da vivere?”, quindi si diede fuoco con un fiammifero poco prima di mezzogiorno, a meno di un'ora dallo scontro con i poliziotti locali.

Bouazizi sopravvisse, ma riportò gravi ustioni su oltre il 90% del corpo prima che gli astanti riuscissero a domare le fiamme. Morì presso il centro grandi ustionati di Ben Arous il 4 gennaio 2011, 18 giorni dopo l'immolazione.

Il suo gesto ha innescato proteste che si sono diffuse rapidamente: tunisini di ogni ceto sociale sono scesi in piazza per manifestare contro il governo corrotto, l'elevata disoccupazione e le restrizioni alla libertà personale. Sembra che più di 5000 tunisini abbiano partecipato al corteo funebre. Nella folla molti avrebbero cantato: «Addio, Mohammed, ti vendicheremo. Noi oggi piangiamo per te. Ma faremo piangere coloro che hanno causato la tua morte».  Mohammed è stato sepolto al cimitero di Garaat Bennour, a 16 km dalla sua casa. Secondo la TV Al Jazeera la sua è una tomba semplice, circondata da cactus, olivi e mandorli e sulla quale svetta una bandiera tunisina.

Il gesto disperato di MOHAMED BOUAZIZI ha dato avvio alla «rivoluzione dei gelsomini» in Tunisia. Tale rivoluzione è stata fonte di ispirazione per il movimento a favore della democrazia che si è diffuso in Medio Oriente e Nord Africa nel 2011, conosciuto come primavera araba. 

Dieci giorni dopo la morte di Bouazizi, Ben Ali è stato costretto a dimettersi e a lasciare il paese, mentre i manifestanti marciavano a Tunisi, molti dei quali portando l'immagine di Bouazizi.

La primavera araba e l'ottimismo iniziale si sono arenati e alcune delle conquiste sono state annullate, ma la Tunisia di Bouazizi, dove la primavera araba era nata, continua risolutamente il suo percorso verso la democrazia e la libertà di pensiero nonostante i sanguinosi attacchi terroristici e i timori per la sicurezza.

 

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