Angeli in giro per la città

Intervista ai City Angels

Se ne è parlato a novembre, quando a Bologna c’era freddo e dovevano far fronte a una serie emergenze. Avevano chiesto aiuto ai cittadini per dare coperte e cibo ai senzatetto. Loro sono i City Angels, gli angeli della città, quelli che aiutano la gente in difficoltà, senzatetto, ma anche tossicodipendenti, donne sole, anziani, bambini… chiunque. Girano con una giubba rossa e un basco azzurro e come altre associazioni a Bologna collaborano per la sicurezza in città. Già da molto tempo prima che si parlasse di ronde.

Ronde? Antonio, il responsabile di City Angels di Bologna, non vuole parlare di ronde, perché, semplicemente non si tratta della loro attività. “Noi” spiega “abbiamo un rapporto tranquillo con le forze dell’ordine. Ci mettiamo tra loro e i bisognosi. Siamo come dei mediatori. E non vogliamo essere altro”. Quando assistono a risse tentano di mediare fino a che non arriva la polizia. Quando qualcuno sta male, la prima cosa che fanno è chiamare l’ambulanza. Non si improvvisano quello che non sono.
Sono 22 a Bologna, tra di loro alcune donne e stranieri –uno del Camerun e una ragazza russa. Portano una giubba rossa “come il cuore” e il basco azzurro “della pace” (come canta il loro Inno nazionale) e vanno in giro per le strade di Bologna in gruppi da 6 a 3 persone, a portare un po’ di cibo, sollievo e aiuto a che ne ha bisogno. Aiutano donne sole. Proteggono i ragazzi dai “bulli”. E poi fanno servizi di cortesia ad anziani o persone sole. Capita di accompagnare qualcuno in ospedale a fare una visita o portare le spesa. “Recentemente” racconta Antonio “ci ha chiamato una signora che doveva uscire da teatro a mezzanotte: aveva paura di arrivare in via san Francesco. Noi ci siamo fatti trovare lì e l’abbiamo accompagnata a piedi, tranquillamente. In realtà non sono frequenti questi tipi di richieste: solo dopo che si è parlato di noi quest’inverno sul giornale e in tv, la gente ha iniziato a chiamarci.”

I City Angels - L’attività primaria dell’associazione riguarda i senzatetto. Quando Mario Furlan nel 1994 aveva abbandonato il lavoro da giornalista per fondare i City Angels a Milano, l’aveva fatto per occuparsi delle persone che vivevano per strada. Poi negli anni l’attività si è fatta più intensa. Sempre più sedi in Italia e un target ancora più vasto: dai senzatetto ai bisognosi in generale. “Noi aiutiamo tutti quelli che ce lo chiedono, non facciamo distinzione di razza o religione”dice Antonio. D’altronde sono angeli. E ora sono in 10 città: oltre a Bologna e Milano, anche Reggio Emilia, Torino, Varese, Novara, Roma, Sassari, Napoli e Terni. Esiste un unico statuto e regolamento e un responsabile per ogni sede e si lavora a seconda delle esigenze di ogni città e delle sue caratteristiche. Ad esempio a Bologna fa freddo si distribuiscono coperte a Sassari già meno. Aprire all’estero per ora non ha funzionato (in Albania l’anno scorso c’era una diversa mentalità e il volontariato era più visto come un “lavoro”), ma è tra i prossimi obiettivi dell’associazione.

Per diventare angeli - Come si fa a diventare un angelo? Chiediamo ad Antonio come ha fatto a diventare un angelo della città. E soprattutto perché. Lui ci spiega che prima faceva volontariato in Africa, in Tanzania da 12 anni, fino a che non si è domandato: “Perché non fare qualcosa per la mia città?” E così, grazie ad un amico, circa un anno fa, è entrato in contatto con lo stesso Furlan che l’ha convinto a fondare una sede a Bologna. Gli altri volontari sono venuti poco a poco. Bisogna innanzitutto fare un corso di formazione di circa 3 mesi (2 volte la settimana) e dopo garantire il proprio impegno ovvero una partecipazione di 3 ore la settimana e un servizio di cortesia 1 volta al mese. 3 ore la settimana vuol dire che ogni volontario deve uscire con la squadra in giro per la città.
E c’è un calendario settimanale ben preciso: la domenica si distribuisce cibo in collaborazione con le suore di madre Teresa e associazioni parrocchiali (che cucinano), lunedì i City lavorano da soli, martedì invece vengono aiutati da degli studenti, sabato dall’associazione di Papa Giovanni XXIII. Si tratta di uscite notturne, che in certi periodi, come in inverno, diventano anche più frequenti.
In sede (in via San Carlo, quartiere Porto) ci si incontra per fare il punto della situazione o Rep come lo chiama Antonio , ovvero per discutere insieme su come ci si è comportati, come ci si sarebbe dovuti comportare, chi ha sbagliato etc.. All’interno del gruppo vige un forte senso democratico: tutti possono sbagliare, l’importante è confrontarsi.

Storie di persone - “All’inizio” ci confessa Antonio “tutti hanno un po’ paura ad avvicinarsi ai senzatetto. Ma poi si capisce che loro hanno solo bisogno di comunicare, di raccontare le loro storie. E’ importante chiamarli per nome, loro si sentono orgogliosi quando ricordi il loro nome”.
Chiediamo ad Antonio di raccontarci qualche storia. Ci racconta che saranno circa un centinaio le persone che vivono per strada a Bologna. Giovani e vecchi. Perché ridursi così? Come si può arrivare a questo punto?
“Ci sono quelli che ad esempio sono tornati a casa la sera e han trovato la moglie con l’amante. Han chiuso la porta e non sono più tornati. Poi ci sono quelli che vivono in strada per scelta. Ce ne sono abbastanza, ma non stanno fermi e la maggior parte sono stranieri. Poi ci sono quelli che lo fanno per disperazione. A volte si tratta anche di tossicodipendenti”.
Presto scopro di conoscere qualcuno degli utenti dei City Angels: quello con la barba che fa i braccialetti in strada, quello che gira con i cani…
“La maggior parte dei senzatetto sta in stazione: lì ci sono quelli che si fanno vedere e quelli che non si fanno vedere. Loro hanno vergogna. Stanno in sala d’aspetto e restano lì, fingendo di aspettare”. Qualcuno o qualcosa che difficilmente arriverà.
Non tutti chiedono l’elemosina. Il senzatetto tranquillo è quello nascosto, che non si vede. Spiega Antonio che la maggior parte di loro passa la giornata a leggere. Leggono giornali e riviste. Sono informatissimi. “Quando è stato pubblicato l’articolo sulle nostre richieste di coperte ai cittadini erano i primi a saperlo. Ci hanno visto arrivare e ci hanno chiesto subito Allora sono arrivate le coperte? ”.

Gli obiettivi - Mi domando alla fine quali siano gli obiettivi del lavoro dei City Angels. Recuperare i senzatetto? Farli tornare a casa? Mi risponde Antonio: “Se ce lo chiedono cerchiamo di aiutarli, ad esempio è successo con un ragazzo di un’altra città, con problemi di droga: è stato lui ad avvicinarsi a noi, alla fine l’abbiamo indirizzato verso una comunità”. Però nessun altro ha cambiato vita.
“Questo Natale abbiamo proposto a molti di loro di offrire un biglietto del treno per chi volesse tornare dalla famiglia. Nessuno ha voluto. Uno inizialmente ha detto sì, ma poi gli abbiamo dato appuntamento in stazione, e lui non si è presentato.”
Scopro anche che la gran parte di loro non va ai dormitori pubblici, né alle mense Caritas: per farlo bisogna dare i documenti, parlare con un’assistente sociale ed essere schedati, e loro non lo fanno. Si vergognano. Ma alla fine che cosa quindi si può fare per le persone che vivono in strada? Antonio dice che alcuni di loro chiedono appunto dormitori “liberi” da schedature, più vicini al centro e dove possano tenere i cani –che spesso sono i loro unici e migliori amici.
Basta. Tutto qui. Altro che obiettivi a lungo termine. E i City Angels però fanno questo: vivono nel loro presente, un presente di gente spesso disperata che gran parte dei cittadini ignora o disprezza.

Gli Angeli comunicano - Tra gli altri obiettivi dell’associazione, rivolti ad un pubblico diverso, quello di fare un corso per anziani sulle truffe. E di accogliere maggiormente le richieste dei cittadini. Per questo è necessario informare riguardo la loro disponibilità. “Noi siamo qui per questo” ricorda Antonio “per aiutare i cittadini, chiunque ci chiami”.
I City Angels operano un po’ sul fronte della comunicazione, soprattutto quella interna. Hanno una loro rivista nazionale, trimestrale, con le notizie dalle varie sedi (presto apriranno anche a Catania, Palermo, Messina, Lecce e Salerno), e anche un Inno molto orecchiabile che nel ritornello riassume gli obiettivi della loro missione, nonché un sito. E sono interessati ad essere visibili su questo fronte, visto che quando la gente li conosce, non solo li chiama per chiedere aiuto, ma spesso li aiuta. Questo non guasta, visto che per ora vivono di volontariato, senza l’aiuto di fondi. Quando è uscita sul giornale la loro richiesta di aiuto, i cittadini hanno mandato scarpe, vestiti, coperte, di tutto. Non solo. “E’ bello che anche i cittadini siano riusciti a conoscerci: ora ci mandano le e-mail per comunicarci dove sono i senza tetto”dice Antonio. E anche questa è una mano in più.

Tutti gli altri angeli di Bologna - Ci sono altre 26 associazioni a Bologna che si occupano di sicurezza e solidarietà a Bologna: assistenti civici, volontari, che operano su quartieri diversi. Senza contare le altre associazioni che si occupano di senza tetto e di persone che vivono in strada: Antonio ci dice che alcuni collaborano tra di loro, che l’intento alla fine è quello di creare una rete, anche con i cittadini, visto che gli obiettivi sono comuni. Ci racconta di Sokos che è un’associazione di medici con la quale i City Angels collaborano per assistenza medica ai senzatetto, di altri Angeli (quelle alle fermate degli autobus) che fanno un po’ di compagnia alla gente sui bus e delle suore che li aiutano. E della generosità di molti cittadini.
Non solo: a Bologna in ogni quartiere esiste uno sportello sicurezza creato appositamente per rispondere ai bisogni e alle esigenze dei cittadini che possono segnalare episodi di degrado urbano o di disagio sociale nella propria zona, tramite mail o recandosi personalmente alla sede del proprio quartiere. Gli sportelli forniscono anche un servizio di assistenza: il personale ha l’incarico di accogliere e informare i cittadini sulle strutture socio-assistenziali, accompagnarli e curarne la presa in carico, nonché gestire e controllare tutti i servizi, anche di volontariato, attivi nel Quartiere. Il tutto viene gestito in collaborazione con forze dell’ordine, polizia e assistenza sociale.
Sapere che a Bologna esiste da anni una rete sociale che può rivelarsi così forte seppur differenziata su diversi settori, può forse far capire ai cittadini che non si è soli. Ci sono le forze dell’ordine. E ci sono i City Angels, le associazioni e gli sportelli del quartiere che non vogliono fare le forze dell’ordine. Ma solo “gli angeli” della città. E questo è rassicurante.

Intervista a cura di Francesca Mezzadri e Lavinia Lo Faro - marzo

 

City Angels
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Tel. 051 6486219
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