“Vorrei un soffitto trasparente così guardo il mondo fuori”

Intervista alla cooperativa Andria di Correggio

casa dell altana di coriandolineUn quartiere progettato a partire dai desideri dei bambini (che lo vogliono magico, trasparente e morbido e giocoso). La magia delle figure di Emanuele Luzzati. Una storia lunga 13 anni. Una cooperativa che riesce a costruire questi sogni. Sì, è successo davvero: a Correggio, e il quartiere si chiama “Le Coriandoline”. E’ stato inaugurato martedì 16 settembre. Ma andiamo con ordine. La storia inizia nel 1995 quando una cooperativa di Correggio, Andria (dal nome di una delle città invisibili di Italo Calvino, da anni impegnata nella costruzione di quartieri a misura d’uomo e di sogno), decide di creare un quartiere per loro: i bambini.

La storia delle Coriandoline- I bambini: strano target per la costruzione di qualcosa di solido come le case. Ma l’architetto ideatore del progetto, Luciano Pantaleoni (prima anche direttore della cooperativa) insieme alla pedagogista Laura Malavasi, nel 1995 dà avvio al progetto chiedendo la collaborazione di 12 scuole del paese. E così 700 bambini aiutati da 50 maestre, 2 pedagogiste e altre 20 persone tra architetti e ingegneri, “pedarchietti e archigogisti” (il termine usato da Luciano per descrivere il suo nuovo ruolo e quello di Laura in questo progetto) hanno iniziato a tracciare le loro prime idee su fogli e video.
Ma, come chiarisce Pantaleoni durante il convegno di inaugurazione tenutosi martedì 16 settembre nel quartiere, il luogo non è nato da disegni di progettazione assurdi fatti da bambini e riadattati il meglio possibile da qualche architetto. “Fin dall’inizio quando abbiamo fatto questa esperienza con i bambini, abbiamo cercato di chiarire che cosa significasse fare partecipazione con loro. La partecipazione è un processo decisionale dove ognuno ha svariate competenze. Mi spiego meglio: noi non siamo di quelli che hanno deciso che i bambini dovessero progettare le case. Noi abbiamo chiesto ai bambini di essere bambini e di dirci com’è che avrebbero voluto le case e come adulti ci siamo assunti la pubblica responsabilità di interpretare le indicazioni che loro ci avevano dato e di dar loro forma. Chiaramente non sono quelle esigenze del tipo voglio una casa di tot metri quadrati, i bambini ci hanno detto quali emozioni vorrebbero vivere in una casa e ci hanno chiesto che fosse trasparente, morbida fuori, magica, giocosa…”
Un giro del quartiere tanto per chiarire... (si può fare anche virtualmente sul sito www.coriandoline.it) Durante l’inaugurazione il pubblico invece l´ha fatto con il simpatico Gabriele Tesauri, un animatore che con un ombrello in mano e un cappellino con una casa in testa (“Quel capellino però lo portavo io, quando giocavo con i bambini per progettare il quartiere” specifica Luciano), che, partendo dai garage (grossi mostri con la bocca aperta come porta) ha circumnavigato nella strada a serpente attorno alla quale si alternano le varie case: nell’angolo c’è la casa trasparente, con vetrate al posto dei muri, davanti c’è la casa sugli alberi, e poi la casa fienile con i fienili come quelli delle vecchie case dei nonni, la casa delle pietre preziose, decorata e luminosa con giochi di luce al suo interno, la casa torre, la più alta che si vede anche da lontano ed è la bandiera del quartiere…Case che non sono giochi Lego, ma che sono abitabili e abitate da oltre 2 anni da 20 famiglie. Case vissute. E si è voluto inaugurarle dopo 2 anni proprio perché così sono più vere, e non semplici idee.
Tuttavia, come chiarisce Pantaleoni, il rischio del progetto era elevato: “Abbiamo camminato su un filo. Da una parte dovevamo vendere queste case e bisognava che ci fossero famiglie a comprarle, non si trattava di enti pubblici o case in affitto. Il progetto doveva essere concreto. Dall’altra parte c’era il rischio di farci prendere la mano e quindi di costruire una ludoteca. Su questo filo abbiamo camminato e abbiamo mantenuto un buon equilibrio”.
In questo senso la cooperativa è stata aiutata da un grande personaggio, Emanuele Luzzati, il celebre pittore e illustratore genovese, morto l´anno scorso, i cui personaggi sono difficili da dimenticare…E ne “Le Coriandoline” ce ne sono tanti: i suoi fiori e i suoi alberi sono dipinti sulle facciate delle case, i suoi bambini, colorati, allegri, che giocano o si tengono per mano, sono sul muro dell’Officina dei coriandoli –la sala comune del quartiere. Si commuove un po’, Luciano, al ricordo di Luzzati “Era veramente un uomo di qualità elevatissime, è stato bellissimo conoscerlo, è stato fantastico alla fine lavorare per lui, è stato commovente l’ultima volta che è venuto e, quando ha visto che avevamo ultimato tutto, era impressionato, lui più di noi, e quindi è stata una cosa bellissima. Io credo che la sua mano e il suo stile ci abbiano aiutato tantissimo”.

La storia di Andria- Non è la prima volta che la cooperativa fa simili opere di "equilibrismo", gettandosi in progetti non semplici. Da quando nel 1990 cambia nome e diventa Andria -cooperativa di abitanti- cambia anche la sua mission. Al centro dei progetti non ci sono più le case, ma gli abitanti. “Porre al centro gli abitanti significa che a questo punto per noi diventa strategico non solo il lavoro di ascolto, ma anche di attivazione di processi di partecipazione” spiega Luciano.
E, accogliendo le richieste degli abitanti e partendo proprio da lì, nel 1990 viene progettato il primo quartiere “Case per Gio.co” per giovani coppie –case con mutui agevolati pensati per giovani appena sposati o conviventi; abitazioni creative concepite con una parte fissa e una mobile, di “autocostruzione”, da personalizzare.
E’ poi la volta di “Cas’o mai”, case o mai, per famiglie extracomunitarie in difficoltà che rappresentano un target consistente e importante della popolazione, da ascoltare per attuare una reale politica di integrazione sul territorio. Nel 1993 nasce invece “Le Corti”, un quartiere che prende vita da una leggenda inventata per riqualificare una zona disabitata di Correggio.
La cooperativa realizza tutto con grande creatività: non solo le idee sono originali, ma anche il modo in cui vengono comunicate è sorprendente. Ad Andria non si usano semplici depliant informativi con le foto di case. Per presentare “Case per Gio.co” vengono usati cartoni con modellini da costruire (d’altronde sono case in parte progettate dagli stessi utenti). “L’incantesimo delle corti” è invece il libro scritto da Giuseppe Pederiali, noto scrittore reggiano, che narra come il quartiere “Le Corti” sia nato dall’amore della nobile Rosa Amalia con Biagio, il figlio del mugnaio. Le case sono sbocciate come fiori, e chi volesse guardarle su un catalogo, sfoglia l’erbario.
L’idea de “Le Coriandoline” nasce invece nel 1995 e il “Manifesto delle esigenze abitative dei bambini”, illustrato da Luzzati, esce nel 2001. Un grande libro con i 10 desideri, ovvero aggettivi usati per descrivere la casa ideale: grande, giocosa, trasparente, morbida dentro, bambina, dura fuori, grande, decorata, intima, tranquilla e magica. La prima volta che viene presentato pubblicamente il progetto, viene anche organizzato un concerto (ripetuto, ovviamente anche il giorno dell´inaugurazione), rifacimento di un´opera di Paul Hindemith dal nome "Costruiamo una città gioco per i bambini". Ogni brano è dedicato a un luogo del quartiere, perchè lì ogni spazio sembra dare suono a un´armonia.
E il 2001 è anche l’anno in cui il progetto vince il premio Guggenheim “per la scommessa coraggiosa e poetica di leggere il mondo con gli occhi dei bambini e per aver valorizzato, nella concretezza del fare casa, sogni e progetti di una migliore qualità di vita”.

Un quartiere magico- “Consegniamo oggi alla città un quartiere che ha la potenza e la forza dei sogni”. Queste le parole del sindaco di Correggio al momento del taglio del nastro inaugurale martedì 16 settembre. La giornata è bella, ancora calda, e intorno al sindaco ci sono il nuovo direttore di Andria, il prete, e Ilaria, una ragazza che ora ha 18 anni ma che 13 anni fa ne aveva 5 e anche lei faceva parte di quei 700 bambini che avevano disegnato e sognato le loro case ideali. Ora però lei ci vive davvero: nella casa delle pietre preziose. Spiega che nella sua casa le piastrelle sono tutte diverse e le tende catturano la luce. E che tutto il quartiere è bello proprio perché le case hanno diverse personalità, e convivono insieme in questo borgo davvero magico.
E magico è davvero il termine che meglio descrive questo posto.
“A proposito di magia…Il momento più magico” spiega Laura Malavasi “è stato quando abbiamo capito che tutte le richieste dei bambini erano state realizzate. Gli adulti spesso non sono in grado di ascoltare i bambini, non in modo attento. E invece bisogna fermarsi e ascoltare veramente”.

“Nella mia casa ci deve essere un campanello con la scritta del mio nome”.
“Io vorrei una casa tutta di lana, così sarebbe morbida e calda così mi posso mettere dentro e scaldarmi, poi invito anche mia sorella e stiamo insieme”.
“Vorrei un soffitto trasparente così guardo il mondo fuori”.
“Dovrebbe avere delle scale e delle specie di scivolo!”.
“Voglio avere un muro speciale con delle curve”.
“Con una sala grandissima per poter giocare”.
I desideri di Greta, Mattia, Chiara e Cristian.
Come afferma Laura: “In realtà abbiamo imparato dai bambini grandi esercizi di filosofia: perché gli adulti sanno abitare solo case fatte di mattoni, i bambini invece abitano le idee di casa.” Qui le loro idee hanno sicuramente trovato spazio: nel quartiere oltre alla casa trasparente con tutte le vetrate, ci sono campanelli decorati con i nomi degli abitanti (di tutti gli abitanti -gatti compresi- e non solo il cognome), e nella casa torre, oltre all’ascensore, c’è uno scivolo vicino alle scale. E poi c’è anche l’Officina dei coriandoli che oltre ad essere la sala comune per riunioni e incontri, è anche un po’ il centro di documentazione del progetto. Tutti i disegni dei bambini e di Luzzati, che lavorò con loro, sono raccolti qui, insieme al plastico e, appesi –anzi inchiodati, ci sono vecchi manuali. Che per le loro banalità non sono stati usati in questo progetto.
Andare oltre la banalità, è un po’ il segreto di chi ha lavorato nel progetto, spiega Laura. “Abbiamo provato a giocare con più domande. Nel momento in cui la risposta era immediata, abbiamo capito che era la più banale e non andava bene. Abbiamo imparato che così come è fondamentale avere buone idee, è importante avere anche buone domande, ovvero quelle che aprono nuovi scenari. Bisogna essere curiosi, come i bambini...vivere nella dimensione del dubbio, non accontentarsi mai della prima soluzione, porsi nuovi interrogativi, accogliere sempre il pensiero dell’altro”.
Costruire il quartiere è stato un lavoro lungo e impegnativo, ma il percorso non è ancora finito. L’idea è quella di ampliare le Coriandoline e costruire più case nel territorio vicino in modo che altre famiglie possano vivere e condividere la bellezza del luogo. Perché è bello invecchiare qui. Anche giocare però…e, ammettiamolo, anche i "pedarchiettetti" e gli "archidogisti" hanno un po’ giocato… “Io credo” dice Luciano “che questo quartiere sia soprattutto giocoso. Sembra incredibile, ma il cartello più diffuso in Italia è quello di divieto di gioco al pallone. Mentre in questo caso il gioco è diventato l’elemento principale del progetto. Basti pensare che ora siamo qui a parlare in un campo da gioco nella pancia di un mostro…”
Si riferisce al garage-mostro –quello dove vanno tutte le macchine la sera, per non farsi vedere dai bambini... Dove però si può andare anche per riunirsi tutti insieme e parlare di sogni. Che si possono realizzare.

(Francesca Mezzadri)
settembre 2008

 

Andria SCRL
Via Mussini Sante, 9
42015 Correggio
Tel: 0522/694640
Fax: 0522/691042
www.andria.it
www.coriandoline.it

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