Una risposta alla crisi economica europea

Si discute di crisi economica nella Conversazione d'Europa

foto dell'incontroLa crisi economica che molti stati europei stanno subendo da un anno a questa parte e l´ascesa delle nuove potenze mondiali: come può l´UE affrontare questo problema? Il Meccanismo europeo di Stabilità e il Patto Euro Plus sono solo alcune delle risposte offerte dal Consiglio europeo. Ma la chiave finale per risollevarsi è il rilancio del mercato unico europeo.

Ed è stato proprio questo il tema al centro del dibattitto nella terza Conversazione d’Europa organizzata dal Centro Europe Direct dell´Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna lo scorso 10 maggio presso l´ Urban Center di Sala Borsa.

La Conversazione - Ospiti dell´incontro: Morena Diazzi (DG, Attività produttive della Regione Emilia-Romagna), Elisabetta Olivi (Commissione europea) e Gino Cocchi (vice Presidente Unindustria Bologna), mentre Lucia Serena Rossi (Direttrice Centro Interdipartimentale Ricerche Diritto Europeo, Università di Bologna) ha moderato gli interventi.
A prendere per prima la parola è stata Elisabetta Olivi, che ha cercato di sottolineare l´impegno profuso dalle istituzioni europee nel tentativo di risolvere la crisi economica che si è abbattuta e che si sta abbattendo su diversi paesi dell´euro-zona e che sta minacciando la tenuta dell´unione monetaria, una delle conquiste più importati dell´intero processo di integrazione.

Cosa sta facendo l´Unione - Per quanto riguarda la governance economica europea, è stato particolarmente importante l´ultimo Consiglio europeo tenutosi il 24 e 25 maggio, poiché i capi di Stato e di Governo dei 27 Stati membri hanno confermato l´istituzione del già annunciato Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) che si occuperà di fornire aiuto finanziario ai paesi in difficoltà, disponendo di un fondo di partenza di 700 miliardi di euro garantiti da tutti gli Stati membri.
In pratica il MES ricoprirà il ruolo che stanno rivestendo oggi l´European Financial Stability Facility (EFSF) e l´European Financial Stability Mechanism (EFSM) sostituendosi ad essi a partire dal 2013.

Il Consiglio europeo ha inoltre lanciato, sempre nell´incontro di fine marzo, il Patto Euro Plus: un piano di cooperazione e graduale convergenza delle politiche economiche e fiscali dei paesi della zona euro a cui hanno aderito anche Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. Il patto prevede la messa in atto di misure come la riforma del mercato del lavoro e dei sistemi pensionistici, il controllo della spesa pubblica e la convergenza delle politiche fiscali, volte ad aumentare la competitività e quindi la crescita dei paesi europei.

Ogni paese dovrà presentare il proprio piano di azione al prossimo Consiglio europeo che si terrà a metà giugno e che quindi assumerà una rilevanza importante per quanto riguarda il futuro economico dell´Unione. Il tutto senza dimenticare che sta giungendo alla fine dell´iter legislativo il pacchetto di cinque nuovi regolamenti ed una direttiva proposto dalla Commissione europea nel settembre 2010 e volto a modificare e rendere più vincolante il Patto di Stabilità e Crescita.

Noi e le economie emergenti - Il rafforzamento della competitività dell´economia europea si lega a doppio filo con un altro tema di assoluta attualità: l´ascesa di nuove potenze economiche come il Brasile, la Russia, l´India e la Cina (i famosi BRIC) che si stanno inserendo con prepotenza nel nuovo sistema economico mondiale.
Ed è proprio sul tema della “minaccia” proveniente dall´economia cinese che si è concentrato l´intervento di Gino Cocchi.
In un futuro prossimo l´Europa dovrà confrontarsi con questi nuovi giganti economici che, a differenza del “mondo occidentale”, non sembrano aver avuto grosse ripercussioni in seguito alla crisi economica internazionale partita dagli Stati Uniti nel 2007 e che anzi continuano a crescere a ritmi sostenuti.

Cosa ci aspetta - Capire oggi quale strada prenderanno in futuro gli eventi e come si svilupperà la crisi in corso è davvero troppo complicato anche se sono in molti ad avventurarsi in previsioni e profezie.
In Grecia per il momento il piano concordato con l´Unione europea ed il Fondo Monetario Internazionale non sembra stia portando ai risultati sperati, tanto che si sta discutendo sulla possibilità di un´ulteriore finanziamento allo Stato ellenico.
All´Irlanda ed al Portogallo è toccata la stessa sorte anche se per ragioni economiche differenti. Oggi ad essere sotto la lente di ingrandimento dei mercati finanziari sono Spagna, Italia e Belgio.

Quello che bisogna capire è che senza un´azione collettiva, e quindi senza un´azione europea, sarà difficile avere anche solo delle speranze di potercela fare. Gli aiuti ai paesi in difficoltà non possono e non devono essere visti come un peso intollerabile. La verità è che oggi si sta cercando di salvare i paesi in difficoltà proprio per evitare che la crisi si propaghi ad altri Stati membri.

Le economie europee sono troppo integrate tra loro per pensare di poter tornare indietro. La verità è che se domani fallisse la Grecia ne risentirebbe tutta l´Unione europea: le banche francesi e tedesche, che hanno investito tantissimo in titoli di Stato del paese ellenico, subirebbero perdite che richiederebbero nuove manovre eccezionali da parte dei governi nazionali mentre le altre economie europee con valori economici non in linea con i parametri stabiliti dal Patto di Stabilità verrebbero prese di mira dai mercati finanziari e da spinte speculative difficilmente sostenibili.

Il rilancio del mercato - “Oggi l´unica strada percorribile – conclude Elisabetta Olivi riprendendo le conclusioni del Rapporto di Mario Monti alla Commissione europea – è quella di rilanciare e completare il mercato unico europeo”. Solo così infatti l´Unione potrà reagire in maniera più efficace agli shock asimmetrici che si presenteranno in futuro.
In pochi mesi l´Unione ha fatto molti passi in avanti nella governance economica, passi che fino a poco tempo fa erano semplicemente inimmaginabili.

Probabilmente si poteva agire con più coraggio e convinzione e non solo perché spinti dalla necessità, ma ciò non toglie che se si riuscirà a superare la “tempesta” l´Unione ne uscirà rafforzata e con qualche possibilità in più di poter dire la sua quando arriverà il momento di riscrivere le regole del sistema globale.

Alessio Vaccaro - maggio 2011

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