Libertà di pensiero e parola: l'importanza del Premio Sakharov

Il Premio Sakharov: i premiati nel corso degli anni

locandina Sakharov 2011E’ da ormai 23 anni che il Parlamento europeo conferisce ogni anno il Premio Sakharov a personalità o gruppi che si sono messi in luce in modo particolare nella difesa delle libertà fondamentali come quelle di pensiero, parola e opinione. Per questo, negli anni, i vincitori sono stati soprattutto giornalisti, scrittori, ma anche gruppi e leader politici che hanno avuto il coraggio di far sentire voci diverse dove regnava il silenzio. Ma chi è Sakharov e in cosa consiste questo Premio?

Chi era Sakharov - Il Premio prende il nome da Andrei Sakharov, fisico russo inventore della bomba a idrogeno, che però si preoccupò anche delle conseguenze della corsa agli armamenti atomici avvenuta nel corso della guerra fredda. L’uomo venne appunto additato come dissidente dal regime sovietico per le sue “idee sovversive”, ma questa accusa non lo fece arrendere. Negli anni ’70 riuscì a creare un comitato per la difesa dei diritti dell’uomo e delle vittime delle persecuzioni politiche e ricevette così il Premio Nobel per la Pace nel 1975.

I premiati - Molte personalità importanti sono state premiate dal 1988 ad oggi ma tra di esse ci sono anche attivisti o comitati che si sono resi partecipi nel processo di promozione e difesa delle libertà di pensiero e parola. Ricordiamo, ad esempio, le madri di Plaza de Mayo, che si sono battute affinché fosse fatta giustizia per i loro figli scomparsi a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 durante la dittatura militare argentina, e premiate per questo nel 1992. Un gruppo forte e omogeneo che ha avuto il coraggio di far sentire la propria voce in un "momento" di imbarazzante silenzio durato troppi anni.

Tra i personaggi più importanti, anche l’attivista birmana Aung San Suu Kyi, impegnata contro il regime militare repressivo di ogni forma di democrazia e di libertà di pensiero in Birmania, premiata nel 1990. Altra personalità di spicco è l’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, premiato insieme all’Organizzazione Internazionale che presiedeva nel 2003, premiato "per il suo impegno a favore della pace e dei diritti umani" soprattutto in Africa, continente del quale è originario.

Da citare sono anche i vincitori dell’ultima edizione del Premio Sakharov, vale a dire alcuni protagonisti della cosiddetta “Primavera araba” rappresentata da cinque attivisti provenienti dai Paesi promotori delle rivoluzioni avvenute nel corso di quest’anno e, in alcuni casi ancora in corso, nel Maghreb e Medio Oriente.

I cinque vincitori sono l’avvocato siriano Razan Zaitouneh con il connazionale vignettista Ali Farzat al quale il governo siriano ha rotto le mani per ritorsione. Gli altri tre sono il tunisino Mohamed Bouazizi, che con il suo gesto estremo di darsi fuoco per protesta contro il suo governo viene considerato colui che ha dato il “la” alla rivoluzione araba, l’egiziano Asmaa Mahfouz e l’ex prigioniero libico Ahmed al-Zubair Ahmed al-Sanusi, membro del Consiglio nazionale di transizione.

La premiazione - Il Premio viene attribuito in una data particolare della storia: il 10 dicembre di ogni anno. Infatti in quella data, nel 1948, venne redatta la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. Il riconoscimento viene conferito nel corso di una seduta solenne a Strasburgo e consiste nell’assegnazione di una quota di 50 mila euro. All’ultima consegna, avvenuta lo scorso 14 dicembre, hanno potuto partecipare soltanto due dei cinque vincitori in quanto uno di essi, il tunisino Bouazizi si è tolto la vita, mentre gli altri due, i siriani Farzat e Zaitouneh, si nascondono per evitare ritorsioni del regime.

I due partecipanti, soprattutto il libico Sanusi, sono apparsi visibilmente commossi per il premio ricevuto dal Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek e per il significato profondo che esso rappresenta per i loro paesi ma anche per tutta la comunità internazionale che da subito si è stretta intorno a questi movimenti di liberazione popolari.

Matteo Perrottelli- dicembre 2011

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